Nuraghe complesso costruito con blocchi di granito bianco. La torre centrale e stata distrutta e “tagliata” a metà per poter costruire la Strada Provinciale SP11 negli anni ‘90 e ’00. Si trova perciò al lato e sotto la strada.
#immagini: 8265
Attualmente si presenta come una modesta altura. Probabile nuraghe complesso a “tancato” (due torri con cortile intermedio). Residuano tratti di muro. Distrutto dall’apertura della stracda comunale.
Prov: Cagliari
Autore: Soprintendenza CA-OR
Codice Geo: NUR14908
> Scheda Geoportale
Attualmente si presenta come una modesta altura. Probabile nuraghe complesso a “tancato” (due torri con cortile intermedio). Residuano tratti di muro. Distrutto dall’apertura della stracda comunale.
Prov: Cagliari
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Attualmente si presenta come una modesta altura. Probabile nuraghe complesso a “tancato” (due torri con cortile intermedio). Residuano tratti di muro. Distrutto dall’apertura della stracda comunale.
Prov: Cagliari
Autore: Soprintendenza CA-OR
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Sito molto degradato e quasi cancellato dalle attività umane. All’interno di un grande tancato in località S. Pietro, poco lontano dalla omonima chiesa campestre, a ridosso di una vecchia casa colonica posta in cima a una lieve sommità, sono appena evidenti le rovine di un nuraghe arcaico del quale rimangono solamente pochissime strutture murarie di base. I pochi elementi affioranti interrotti dalle murature della casa fanno pensare che questa sia stata edificata sopra i ruderi della costruzione nuragica. I materiali impiegati sono di roccia arenaria di grandi dimensioni. Dalle rovine di questo insediamento provengono alcune centinaia di frammenti di ceramica nuragica pertinenti a recipienti e vasi di varia conformazione, oltre a utensili litici, schegge e microliti in ossidiana, resti di pasto ecc.
Interessante insediamento anche se in notevole degrado. Posto su una collina a 266 m. di quota, caratterizzata nella parte sommitale da un coronamento di candide rocce calcaree circondate da una grande estensione di macchia arbustiva spontanea tra le quali s’arrùda (Ruta d’Aleppo) che da il nome al sito. In cima alla collina si scorgono i resti di una costruzione nuragica dal diametro interno di m. 4,05 misurato sull’asse NO-SE. Le poche strutture visibili fanno pensare a un nuraghe di tipo semplice monotorre ma la folta distesa arbustiva circostante potrebbe nascondere qualche altro corso di pietre, non escludendo possa trattarsi di una struttura più complessa, tra l’altro ubicata in posizione strategicamente elevata, con un bacino visivo molto ampio.
Interessante insediamento anche se in notevole degrado. Posto su una collina a 266 m. di quota, caratterizzata nella parte sommitale da un coronamento di candide rocce calcaree circondate da una grande estensione di macchia arbustiva spontanea tra le quali s’arrùda (Ruta d’Aleppo) che da il nome al sito. In cima alla collina si scorgono i resti di una costruzione nuragica dal diametro interno di m. 4,05 misurato sull’asse NO-SE. Le poche strutture visibili fanno pensare a un nuraghe di tipo semplice monotorre ma la folta distesa arbustiva circostante potrebbe nascondere qualche altro corso di pietre, non escludendo possa trattarsi di una struttura più complessa, tra l’altro ubicata in posizione strategicamente elevata, con un bacino visivo molto ampio.
Cisterna o silos in località Perdas de Maria Mancosu –
Si tratta delle rovine di un edificio, costruito con grossi blocchi, completamente interrato; in superficie emergono solamente pochi resti sconvolti. Uno dei grossi massi di superficie diversi anni fa venne rimosso da un mezzo agricolo mettendo in evidenza un pertugio attraverso il quale si potè accedere dentro la struttura. Si tratta, con tutta probabilità, di un silos per approvvigionamento idrico o per viveri. La muratura di rivestimento ai fianchi è in massi di medie dimensioni disposti in filari sovrapposti ed aggettanti verso l’imboccatura. La forma è tronco-conica con rigonfiamento inferiore. Diametro alla base m. 1,55; altezza m. 2,73.
Cisterna o silos in località Perdas de Maria Mancosu –
Si tratta delle rovine di un edificio, costruito con grossi blocchi, completamente interrato; in superficie emergono solamente pochi resti sconvolti. Uno dei grossi massi di superficie diversi anni fa venne rimosso da un mezzo agricolo mettendo in evidenza un pertugio attraverso il quale si potè accedere dentro la struttura. Si tratta, con tutta probabilità, di un silos per approvvigionamento idrico o per viveri. La muratura di rivestimento ai fianchi è in massi di medie dimensioni disposti in filari sovrapposti ed aggettanti verso l’imboccatura. La forma è tronco-conica con rigonfiamento inferiore. Diametro alla base m. 1,55; altezza m. 2,73.
Il territorio, oggi quasi del tutto privo di vegetazione, doveva essere più verde e ricco d’acqua al tempo dei nuraghi: le sorgenti, oggi trascurate, fino a trent’anni fa erano pulite e ben tenute. Già in quei tempi è da credere che attorno a molte di esse venissero edificate piccole strutture circolari, fatte con grossi blocchi e coperte da piccole volte con un’apertura per l’acqua, per mantenerle pulite, come possiamo osservare nei resti di Funtana Gureu. (Daniele Carta -ArcheoArte)
Il toponimo è il frutto della realizzazione fonica locale dal campidanese standard “Roca pertunta” ossia roccia forata.
Queste tre tombe ipogeiche sono poste lungo il versante di un piccolo rilievo (quota m. 244) ai margini dell’ampia vallata di S’Ùrri. La prima ha una sola cella di forma ellittica con volta a forno. La seconda si compone di atrio anticella e camera sepolcrale di forma quadrangolare che sulla parete dx presenta una nicchia. La camera comunica sulla sinistra cin una cella rialzata più ampia di forma ellittica che, sulla parete destra presenta due nicchiette all’altezza della volta, mentre su quella frontale una decorazione in rilievo rappresentante due facce umane.
La terza tomba, sita più a valle rispetto alle altre due, è del tipo più regolare con atrio, anticella e cella.
Il toponimo è il frutto della realizzazione fonica locale dal campidanese standard “Roca pertunta” ossia roccia forata.
Queste tre tombe ipogeiche sono poste lungo il versante di un piccolo rilievo (quota m. 244) ai margini dell’ampia vallata di S’Ùrri. La prima ha una sola cella di forma ellittica con volta a forno. La seconda si compone di atrio anticella e camera sepolcrale di forma quadrangolare che sulla parete dx presenta una nicchia. La camera comunica sulla sinistra cin una cella rialzata più ampia di forma ellittica che, sulla parete destra presenta due nicchiette all’altezza della volta, mentre su quella frontale una decorazione in rilievo rappresentante due facce umane.
La terza tomba, sita più a valle rispetto alle altre due, è del tipo più regolare con atrio, anticella e cella.
























