Nuraghe di tipo arcaico, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
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Nuraghe di tipo arcaico, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
Nuraghe di tipo arcaico, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
Nuraghe di tipo arcaico, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
Nuraghe di tipo a tancato, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
Nuraghe di tipo arcaico, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
Nuraghe di tipo arcaico, è composto da due torri collegate fra loro da un cortile interno al quale si accede dall”ingresso . La parte più antica del nuraghe è la torre alla destra di chi entra, mentre la torre a sinistra e i muri di collegamento vennero aggiunti in seguito.
La Tomba dei giganti di San Liberno – che peraltro è perfettamente orientata verso l’alba del solstizio d’inverno – non è che una delle tante emergenze archeologiche presenti nel comune di Sarroch. Monumento purtroppo violato da un palo della rete elettrica
La Tomba dei giganti di San Liberno – che peraltro è perfettamente orientata verso l’alba del solstizio d’inverno – non è che una delle tante emergenze archeologiche presenti nel comune di Sarroch. Monumento purtroppo violato da un palo della rete elettrica
La Tomba dei giganti di San Liberno – che peraltro è perfettamente orientata verso l’alba del solstizio d’inverno – non è che una delle tante emergenze archeologiche presenti nel comune di Sarroch. Monumento purtroppo violato da un palo della rete elettrica
La fonte sacra nuragica di Su Musuelu si trova a circa 600 m a Est dalla fonte sacra nuragica di Is Molineddus in una valle ricca di sorgenti, posta a circa 4 Km dal paese di San NIcolo’ Gerrei. Dalle poche notizie che lo Spano poté raccogliere dalla voce degli occasionali scopritori, oltre che dalle proprie osservazioni personali, il suo tempio consisteva in una costruzione a pianta rettangolare con ingresso sul lato occidentale, realizzato con blocchi di grandi dimensioni giustapposti a secco. Alle spalle dell’edificio scaturiva dalla roccia una sorgente d’acqua che si raccoglieva in un pozzo rotondo, fatto anch’esso di grosse pietre. Il soprintendente Taramelli, che esplorò nuovamente la zona nel 1916, giudicò che vi fossero «tutti gli elementi di un santuario di carattere salutifero, una fonte cioè terapeutica ed un tempio alla divinità sanatrice.
La fonte sacra nuragica di Su Musuelu si trova a circa 600 m a Est dalla fonte sacra nuragica di Is Molineddus in una valle ricca di sorgenti, posta a circa 4 Km dal paese di San NIcolo’ Gerrei. Dalle poche notizie che lo Spano poté raccogliere dalla voce degli occasionali scopritori, oltre che dalle proprie osservazioni personali, il suo tempio consisteva in una costruzione a pianta rettangolare con ingresso sul lato occidentale, realizzato con blocchi di grandi dimensioni giustapposti a secco. Alle spalle dell’edificio scaturiva dalla roccia una sorgente d’acqua che si raccoglieva in un pozzo rotondo, fatto anch’esso di grosse pietre. Il soprintendente Taramelli, che esplorò nuovamente la zona nel 1916, giudicò che vi fossero «tutti gli elementi di un santuario di carattere salutifero, una fonte cioè terapeutica ed un tempio alla divinità sanatrice.