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Nuraxi ‘e Cresia

Negli anni novanta del secolo scorso si è scoperto che il palazzo Zapata fu edificato sopra i resti ben conservati di un insediamento nuragico che l’archeologo Giovanni Lilliu ha denominato Nuraxi ‘e Cresia. Grazie ad un progetto di restauro architettonico di grande impatto scenografico elaborato dall’architetto Pietro Reali, sia il palazzo baronale che il sottostante nuraghe, opportunamente riportato alla luce, sono diventati sede di un complesso museale , inaugurato il 29 luglio 2006.

Nuraxi ‘e Cresia

Negli anni novanta del secolo scorso si è scoperto che il palazzo Zapata fu edificato sopra i resti ben conservati di un insediamento nuragico che l’archeologo Giovanni Lilliu ha denominato Nuraxi ‘e Cresia. Grazie ad un progetto di restauro architettonico di grande impatto scenografico elaborato dall’architetto Pietro Reali, sia il palazzo baronale che il sottostante nuraghe, opportunamente riportato alla luce, sono diventati sede di un complesso museale , inaugurato il 29 luglio 2006.

Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Domus de Janas Mandras

Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti. Particolare interesse riveste, inoltre, il motivo a “reticolato” presente lungo le pareti della cella principale.

Comune: ARDAULI
Prov: Oristano
Autore:
Codice Geo: NUR7302
> Scheda Geoportale
Domus de Janas Mandras

Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti. Particolare interesse riveste, inoltre, il motivo a “reticolato” presente lungo le pareti della cella principale.

Domus de Janas Mandras

Questa tomba, scavata nella trachite, mostra – nell’anticella e nel vano principale – il soffitto dipinto in modo da riprodurre il tetto di una capanna secondo due schemi tipologici differenti. Particolare interesse riveste, inoltre, il motivo a “reticolato” presente lungo le pareti della cella principale.