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Domu de janas Su Tasuru

Il “Monte sa Priamo” in questione è una collina lunga circa 2 km e larga circa 350 mt che si sviluppa tra il letto del rio “Cannas” a nord-est ed il rio “Mannu” a sud-ovest. Raggiunge un altitudine massima di mt 144 s.l.m. ed ha una visuale che comprende tutta la valle del “Picocca” dal monte “Acuzzu” sino agli stagni di Colostrai e Feraxi arrivando al monte “Ferru”.
Gli insediamenti sopra ed intorno il “Monte” abbracciano un arco temporale che va dal Neolitico con le due domus de janas, comprende 7 siti di epoca nuragica, un insediamento romano, il santuario ed il villaggio di epoca medievale.

Tomba di giganti Tanca ‘e Suei

PETIZIONE AL MINISTRO FRANCESCHINI SULLA OPPORTUNITA’ DELLA NOMINA DEL DOTTOR USAI QUALE RESPONSABILE SCIENTIFICO A MONT’E PRAMA

On.le Ministro alla Cultura Dario Franceschini,
UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO E DI OPPORTUNA CONGRUITA’
La scelta del dottor Alessandro Usai quale direttore scientifico dei nuovi scavi a Mont’e Prama costringe a far pubblica memoria e chiedere una verifica, a Lei che ha giurisdizione nel merito, delle incongruenze e delle difficoltà che questa scelta comporta.
Non so se Lei conosca a fondo tutte le vicende legate al sito e alla statuaria di Mont’e Prama. Con tutte le questioni di cui si deve occupare è giustificato che non possa aver seguito e che non le sia noto quante polemiche e vertenze, anche popolari, e di ordine scientifico, abbiano provocato. Ne ricordiamo alcune, le più recenti, accadute dopo i restauri e gli ultimi rinvenimenti.
• É del giugno scorso l’interrogazione di un gruppo di Consiglieri Regionali che chiedevano spiegazioni sulle varie scelte della Soprintendenza, sulle probabili rilevanze erariali del nulla osta per l’impianto della vigna, ecc. • É di qualche mese fa la sommossa popolare che evitò il trasferimento dei Giganti da Cabras, che ha visto la Soprintendenza tornare sui propri passi..
• É di tre anni fa la campagna, di cui fu responsabile e direttore scientifico il dottor Usai, del costo di € 230.000 a carico della Regione, che pretendeva di chiamare EROI le rappresentazioni ormai storicamente e tradizionalmente definite GIGANTI. A questa scelta si oppose la quasi totalità dei sardi, con firme, interrogazioni e articoli su stampa, riflessi anche nelle sedi istituzionali, con un pessimo ritorno di immagine per tutti e in particolare per lo stesso dottor Usai.
• É del 2016 il rilascio di un Nulla Osta, a firma Usai e Picciau, giuridicamente incomprensibile, amministrativamente e scientificamente immotivato (a riguardo la delibera dell’UNISS, Dipartimento di Storia), dichiarante la mancanza di rilievo archeologico sui terreni circostanti il sito, a favore dell’impianto della vigna.
• É di cinque anni fa la polemica fra Università sarde e Soprintendenza, che vide le Università, nelle figure dei proff. Ranieri e Zucca, estromesse dagli scavi. • É di sei anni fa, in occasione del Natale 2014, il presidio, partecipato anche da Nurnet, degli scavi abbandonati inopinatamente e senza protezione.
Inoltre, qui, si intendono sottintesi tutta una serie di conflitti, anche di natura scientifica, fra i sostenitori della bontà delle rilevazioni tramite georadar, e chi invece li definì, sulla stampa locale e con pubblicazioni su riviste specializzate online (Usai), delle “truffe” strumentali e continuate. In tutto ciò l’attore principale, sul piano direttivo e scientifico, è stato proprio il dottor Usai, la stessa persona che oggi viene indicata per la direzione dei nuovi scavi.
In tanti siamo sorpresi e contrariati per questa scelta, evidentemente inopportuna e incongrua: uno schiaffo alla comunità sarda, che ha sempre spinto e tifato per la valorizzazione degli scavi, del complesso statuario, della più vasta valorizzazione della storia sarda.
A Usai va riconosciuta una relativa competenza sul sito del Sinis, dovuta anche all’aver sempre avuto il controllo e notizia di tutto ciò che ha riguardato gli scavi, e che ad altri studiosi non arrivava, o arrivava con difficoltà. Tuttavia ciò non compensa in minima maniera le avverse ragioni che mi spingono a scriverLe.
Nessuno, è ovvio, si propone di mettere da parte il lavoro, la competenza e l’impegno del dott. Usai, ma sembrano comunque rilevanti altre questioni, di principio e di opportunità.
Noi abbiamo l’impressione che il Ministero e le Soprintendenze trattino la Sardegna e i Sardi alla stregua di una colonia e di coloni. Siamo in tanti a domandare la sostituzione del dottor Usai con persona meno coinvolta nelle precedenti problematiche, vicende e polemiche.
Siamo in tanti a chiedere che gli scavi siano affidati alle Università della Sardegna, così come previsto dai protocolli generali.
Sarebbe gradito che Lei riscontrasse questa istanza, anche pubblicamente o sui media.
Grazie e con osservanza.