Risultati della ricerca


#immagini: 433

MADRE E FIGLIO SU SGABELLO

122) MADRE E FIGLIO SU SGABELLO
Nome: madre e figlio su sgabello o altrimenti nota come ” la grazia”
Professione: madre e figlio
Dimensioni: altezza 10 cm
Aspetto e vestiario: la madre siede, con il figlio sulle ginocchia, su uno sgabello basso e rotondo con cinque appoggi uniti, all’interno, da una traversa a largo anello. É evidentemente uno sgabello di legno semplice e dimesso.
La donna è in atto di adorazione e rende, o chiede, grazie per il figlio ammalato.
Con la mano destra, con pollice divaricato e le altre dita unite ma articolate alle estremità, porge il saluto devozionale. Con il braccio sinistro sostiene e abbraccia sotto l’ascella il corpo del giovinetto e poggia la mano sinistra – grande e tozza con dita ben incise – sulla gamba del fanciullo.
Il figlio siede in braccio alla madre con le gambe cadenti a penzoloni e col capo reclinato sul braccio della madre. Tiene la mano destra alzata e chiusa a pugno, quasi ad implorare l’aiuto della madre affettuosa o forse per rappresentare lo spasmo di un dolore, un attacco improvviso (forse epilessia, si chiede Lilliu?).
La madre indossa una stretta tunica che termina sotto i ginocchi e fino alle caviglie con una balza liscia. Sopra la tunica indossa sulle spalle un manto con l’orlo in rilievo ma senza decorazioni. Sotto la nuca però si nota una ” guarnizione a borsa” che potrebbe essere un cappuccio stilizzato. Il mantello lascia scoperti il braccio destro è il petto della madre e avvolge entrambi chiudendosi come una calda coperta di protezione sull’ammalato.
La donna mostra una semplice e modesta pettinatura con capelli divisi da scriminatura centrale che scendono sullo orecchie con filamenti lisci e spettinati. Il viso, vivo e sofferente, ha forma stirata e ovale con mento acuto, occhi vibranti a globuletto sporgente, naso grosso e bocca con labbra carnose, semiaperte come in atto di invocare una preghiera.
Il viso del figlio, dal profilo camuso, richiama i tratti della madre e appare tormentato, con tratti fisionomici esasperati.
Il corpo del fanciullo maschio è nudo “per ragioni di culto e – crediamo anche – per il principio magico che la forza guaritrice della divinità si sarebbe esercitata più prontamente ed efficacemente a diretto contatto d’un corpo in perfetta nudità” dice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri, località Santa Vittoria, ritrovata dentro una massa di ceneri e carbone presso la torre a feritoie
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari

Comune:
Prov:
Autore:
INSEGNA COMPOSTA DA SPADA CENTRALE VOTIVA SORMONTATA DA PLACCA, PROTOMI DI CERVO E PUGNALE E DUE SPADE LATERALI

80) INSEGNA COMPOSTA DA SPADA CENTRALE VOTIVA SORMONTATA DA PLACCA, PROTOMI DI CERVO E PUGNALE E DUE SPADE LATERALI
Nome: insegna oplolatrica (ovvero di venerazione delle armi)
Dimensioni: altezza del supporto della spada centrale 9 cm – altezza della spada centrale 129 cm – altezza della placca dalla punta del pugnale alla base dei pendagli 20 cm – altezza spade laterali 127 cm
Aspetto: la composizione risulta formata da tre elementi aperti a ventaglio, disposti in simmetria: due spade laterali oblique e una spada centrale dritta che risulta il fulcro dello schema, sia per la postura centrale sia perché sormontata da una lastra bicervide terminante in alto con un pugnaletto.
La grande lastra della spada centrale é l’elemento più vistoso e interessante: ha forma quadrangolare, allargata in alto in una linea sinuosa con schema delle protomi cervine.
Nel mezzo sono ritagliate due piccole aperture rettangolari, fornite di chiusini a maniglia verticale (un elemento di chiusura è andato perduto in una “recente mostra” – dice Lilliu ?).
I chiusini si aprivano e si chiudevano, alternativamente, uno da una faccia e l’altro dalla faccia opposta….un simbolismo ideologico che oggi ci sfugge, ammette Lilliu.
Sotto le minuscole aperture ci sono tre occhielli per parte, da cui scendono altrettanti pendagli con forma di accettine o linguette, già viste nella cultura di Halstatt, quindi forse trattasi non solo di linguette ornamentali.
La lastra si confonde alla sommità con lo schema cervino, a doppia protome contrapposta. Le corte corna delle protomi convergono all’indietro, i colli sono corti e lisci, teste gracili e appuntite, occhi a globetto.
Sulla sommità della spada centrale vi è un pugnale a lunga e larga foglia, infisso in una ghiera.
Luogo di ritrovamento: Padria (SS), località sos Cunzados o Funtana Coberta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari

Comune:
Prov:
Autore:
GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO

46) GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO
Nome: guerriero orante con spada e scudo
Professione: guerriero
Altezza: 39 cm
Vestiario e aspetto: molto simile al guerriero con spada e scudo di UTA, appartiene alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega.
Il guerriero indossa un elmo con due corti creste e corna; sul collo ha una goliera formata da due anelli sovrapposti e sotto questa una legatura triangolare con due strisce di cuoio riunite ad angolo con una borchia che scende sullo sterno. Gli indumenti sono costituiti da una tunica corta e attillata sino alle cosce e una seconda tunica sovrapposta alla prima e più corta, guarnita all’orlo da due frangette striate; una corta corazza con striature che giunge all’altezza del braccio, spallacci mobili e pieghevoli per facilitare la vestizione e i movimenti delle braccia. La protezione é completata con delle ginocchiere o gambali, i piedi sono nudi.
Con la mano sinistra regge lo scudo tondo con umbone centrale con punta aguzza che, dalla parte interna, mostra tre spadini con elsa a pomo bilobato con le punte sporgenti dall’orlo inferiore. In questo bronzetto non è visibile il guanto alla mano destra presente in altri esemplari, al polso destro però figura chiaramente un bracciale.
Sul dorso del bronzetto sono presenti due anelli orizzontali e paralleli: in questi anelli all’origine era infilata verticalmente un’arma, che possiamo supporre fosse una lunga asta con penna direzionale, presente in altri bronzetti ritrovati a Teti e a Sant’Anna Arresi.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), loc. sconosciuta
Residenza attuale: Museo Preistorico-Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma
Segni particolari: nella mano destra la spada é spezzata, ridotta soltanto all’elsa.
Curiositá: É tra i bronzetti di più antico rinvenimento in Sardegna in quanto giunse alle collezioni del Museo del Collegio di S. Ignazio ( oggi Kirkeriano) per dono del Cardinale Alessandro Albani poco prima del 1763, data in cui Winckelmann lo citò nella prima edizione del suo libro “Storia dell’Arte”
fotografia dal web
disegno di un guerriero di G. Exana (nel nostro bronzetto manca il pugnale ad elsa gammata indossato solitamente sul petto)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)

134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)
Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone)
Professione: guerriero
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
L’uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri.
Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Riportiamo l’interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ?
“Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni”
http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/
Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico
Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb “Testimonianze e creatività della Sardegna”

Comune:
Prov:
Autore:
OFFERENTE CON FOCACCE

102) OFFERENTE CON FOCACCE
Nome: offerente con focacce
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 13,4 cm
Aspetto e vestiario: l’offerente è un uomo comune che guarda la divinità e porge il saluto devozionale con la mano destra, sommariamente lavorata; con la mano sinistra regge il bordo di un vassoio contenente focacce e appoggiato sulla spalla sinistra. Il vassoio è rettangolare, forse di legno di castagno e non in metallo o terracotta; ha il bordo in rilievo su tutto il perimetro, è cavo e contiene quattro focacce disposte in modo disordinato, due delle quali sono sovrapposte come se si fossero mosse durante l’offerta per l’inclinazione del vassoio.
L’uomo indossa:
– copricapo a calotta con un lembo alzato nel mezzo, da cui spuntano i capelli, resi con striature verticali
– tunica semplice decorata con balza visibile sul fianco sinistro all’altezza della coscia
– manto striato da incisioni verticali parallele, sottili e fitte che si incrociano stilizzando la trama del tessuto. Il mantello è ripiegato e gettato sulla spalla sinistra, come già visto in altri bronzetti; evidentemente era un indumento comune a persone di varie categorie e di diversa estrazione sociale
– bandoliera a tracolla e pugnaletto ad elsa gammata (in parte nascosto dal mantello)
Il viso, poco leggibile, presenta lineamenti attenuati, occhi a mandorla (molto erosi), bocca fusa col mento, collo tozzo e svasato. Appare comunque evidente lo schema a T di naso e sopracciglia.
Luogo di ritrovamento: Ogliastra, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: piedi mancanti, viso molto degradato, il resto del corpo è integro
Curiositá: Le focacce sono rotonde con un buco nel mezzo, con forma di ciambella: probabilmente erano fatte in farina di grano o d’orzo, cereali in uso all’epoca.
Fotografia del bronzetto di P. Montalbano
Immagini tratte da G. Lilliu, ” Sculture della Sardegna Nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
CERVO INFILZATO SU STOCCO

92) CERVO INFILZATO SU STOCCO
Nome: cervo infilzato su stocco
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 14 cm
Aspetto: il cervo è infilzato dalla pancia alla schiena da un lungo stocco con lama a doppia nervatura.il corpo è massiccio ma nel punto in cui viene infilzato é assottigliato e afflosciato, come per rappresentare l’animale trapassato dal ferro e ferito a morte.
La bocca infatti é aperta e la lingua penzola rigida; il corpo é straordinariamente allungato e rilassato, con le zampe a ciondoloni rappresentate cortissime rispetto alla lunga massa, soprattutto le zampe anteriori. Il cervo è maschio (si nota il sesso allungato aderente alla pancia), però Lilliu fa notare che, se non fosse per le corna con palco ramificato, potrebbe sembrare anche un altro animale: la coda infatti è corta e grossa, la testa somiglia a quella di un bovino.
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), localitá Monti Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotti il corno destro alla radice, il sinistro al di sopra del ramo inferiore
Curiositá: si tratta del sacrificio di un cervo, raffigurato in modo molto realistico; per Lilliu si tratta di un’operazione di magia traspositiva, simile a quella che ha prodotto gli schemi zoomorfi di altri bronzetti ritrovati raffiguranti il sacrificio di un bue e di un muflone.
Fotografia dalla pagina fb UTA archeologica
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
DONNA DI TETI CON “CAPPELLO DA STREGA”

Nome: Donna di Teti con “cappello da strega”
Professione: sconosciuta, forse sciamana o guaritrice
Altezza: 11 cm
Aspetto: benedicente ed elegante
Vestiario: copricapo con punta molto alta, mantello con scollo frangiato, tunica lunga e aderente chiusa sul davanti, balza pieghettata, acconciatura accurata con scriminature e quattro trecce
Luogo di ritrovamento: TETI – Abini (NU)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bronzetto con piedi e parte delle mani mancanti
Curiositá: il medesimo cappello realizzato con fibre vegetali intrecciate è utilizzato ancora oggi dalle donne yemenite di etnia Hadramaut e Tihama. Negli anni ’80 e ’90 furono inoltre ritrovate in Cina nella zona desertica del Taklamakan numerose mummie di 4000 anni fa di uomini e donne di ceppo europeo-caucasico con i capelli biondi e rossi e gli occhi chiari. Tra queste, una mummia di donna con trecce bionde, vestita con lunghi abiti in lana rossa e un cappello enorme alto 70 cm del tutto simile nella forma a quello del bronzetto di Teti

Comune:
Prov:
Autore:
CARRO A DUE RUOTE

50) CARRO A DUE RUOTE
Nome: carro a due ruote
Altezza: 4,1 cm.
Lunghezza: 6,5 cm.
Larghezza: 5,4 cm.
Aspetto: la ruota sinistra (originale) mostra quattro raggi a croce intorno al mozzo rotondo. Descrivendo il corpo del carretto, Lilliu parla di una cassa di forma ricurva e non sembra convintissimo che si tratti di un carretto (lo chiama anche “mobiletto”), e dice che non sa trovare proprio nessun riscontro di carro simile in tutto il mondo antico vicino al mondo protosardo.
Dato che il carretto è incompleto, privo di sedile e di timone, non riesce a ricostruirne nè l’immagine nè l’utilizzo.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: incompleto nella parte destra, é stato ricostruito (tutto l’asse tranne il tratto inserito nel tamburo e la ruota destra)
Curiositá: rimangono per Lilliu numerosi dubbi sulla funzione e natura di questo oggetto.
1) il conducente stava in piedi sul veicolo oppure lo guidava da seduto poggiando i piedi sulle assicelle del telaio?
2) vista la mancanza del timone, come veniva trainato il carretto e da quale animale? Da un cavallo… o un bue?
In allegato abbiamo inserito un’ipotesi di ricostruzione di carro da guerra del periodo nuragico (di G. Exana)
Fotografia e disegni di G. Exana

Comune:
Prov:
Autore:
ANSA DI VASO IN BRONZO

118) ANSA DI VASO IN BRONZO
Nome: ansa di vaso in bronzo con decorazione di globetti e anatrelle
Dimensioni: altezza 11,2 cm – larghezza 14,7 cm
Aspetto: l’ansa, appartenuta molto probabilmente a un vaso bronzeo, é costituita da un’ampia maniglia a ferro di cavallo, due piastre rotonde decorate con motivi a spirale, un listello rettangolare di collegamento delle piastre decorato con tratti orizzontali in rilievo.
La maniglia é decorata in alto con tre piccole forme sferiche equidistanti; le piastre a disco sono invece sormontate da anatrelle rivolte verso il vaso. Il corpo dei volatili é decorato con incisioni oblique che rappresentano le piume; gli occhi sono a globetto; la forma del corpo e del collo è “serpentina”.
Lilliu nota forti SIMILITUDINI dei dischi a spirale con:
– ruote del ” cofanetto” (o meglio modellino di carro con ruote) proveniente da Oschiri che abbiamo già schedato (nostra scheda n. 31 del 13 agosto 2016)
– duplice fila di rotelle spiraliformi che decora la lastra traforata di un “cofanetto” proveniente da S.Maria di Paulis
– frammento di vaso da Forraxi Nioi-Nuragus con dischetti a spirale
– maniglia di piccolo caldano carenato in bronzo di Calagonone-Dorgali, presso privato in Milano

Comune:
Prov:
Autore:
CAPOTRIBU’ DI UTA CON SPADA (e bastone)

Nome: Capotribù di Uta con spada
Altezza: 39 cm
Aspetto: fiero e imponente, armato di spada, pugnale nuragico ad elsa gammata (inguainato in custodia decorata a spina di pesce) e bastone con borchie in metallo
Vestiario: berretto, doppia tunica o tunica con gonnellino, ampio mantello, due sciarpe con estremità frangiate
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), località Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bellissimo

Comune:
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME CERVINA E ANIMALI VARI SULL’ORLO

98) NAVICELLA CON PROTOME CERVINA E ANIMALI VARI SULL’ORLO
Nome: navicella con protome cervina animali vari sull’orlo
Dimensioni: lunghezza 22 cm
Aspetto: é la navicella più nota tra gli esemplari ” protosardi”, ricchissima nella decorazione, interessantissima per la varietà delle figure, importante per la cronologia ed i riflessi culturali.
Lo scafo ha il fondo piatto su cui si notano due peducci situati nel terzo anteriore. Il manico è costituito dalla sbarretta del giogo legato, alle estremità, ad una coppia di buoi, ritti in piedi su ciascun lato dello scafo sopra l’orlo. Al giogo è saldato, nel mezzo, un anello di sospensione.
La sbarretta del giogo è ornata sulla superficie esterna con vari motivi lineari: i margini sono decorati da un disegno a treccia, la mezzeria é identificata da un listello sormontato da una fila di perline con una più grande al centro.
A prua sporge la protome cervina saldata allo scafo con collo lungo rinforzato da anelli concentrici, già visto anche in altre navicelle. La testa del cervo ha struttura cilindrica, gli occhi sono piccoli bulbi, le orecchie sono appena accennate e le corna si levano alte inclinandosi un po’ all’indietro e curvandosi all’interno senza toccarsi e sono fitte di ramificazioni (purtroppo non conservate).
Dietro la protome, nel ponticello di prua, si nota una figura singolare: un insieme di quattro colonnine cilindriche (con terminale modinato a tori di scozia) che, unendosi, fanno da piedistallo a un elemento più grosso che emerge nel mezzo. È interessante il dettaglio che appare sulla parte terminale di elementi minori: sopra la modinatura di due elementi è presente un piccolo volatile (anatrella?), molto simile alle colonnine centrali (alberi) di varie navicelle nuragiche.
Ma la caratteristica peculiare di questa navicella bronzea è sicuramente il complesso ornamento plastico che si svolge, come una sfilata, lungo il perimetro dell’imbarcazione: ovvero la disposizione di “animaletti accalcati sui margini dello scafo e annidati nelle sedi più impensate e irrazionali, come sotto il collo della protome e tra i bronchi del palco cervino”, che cerca di riempire ogni vuoto, ogni spazio.
Gli animali raffigurati con espressione realistica e con atteggiamenti naturali sono i seguenti.
SULLA PROTOME:
– due anatrelle appollaiate, una per parte, sul bronco più alto del palco di corna della protome, con la testina rivolta in avanti
– un roditore, che si arrampica sotto la gola della protome. Ha il muso lungo, le orecchie piccole, la coda a corto salsicciotto e gli occhi a globuletto.
SUL FIANCO SINISTRO:
– un cane, in piedi e rivolto verso prua. Ha orecchie corte e aguzze e il muso appiattito, la coda è girata “a volvolo”, arricciata
– un riccio che guarda a poppa, in atteggiamento di difesa, verso un altro cane che sembra stia abbaiando, pronto ad aggredirlo
– un secondo cane, identico al primo tranne che per la coda girata in verticale a uncino, che sta seduto sulle zampe posteriori
– un bue rivolto a poppa, fermo e placido, ritto in piedi, mangia da un grosso cesto conico, probabilmente fatto di intreccio di canne e vimini, viste le rigature concentriche sovrapposte. Le corna si levano lunate e pomellate, il muso termina in un appiattimento a ventosa o a disco, la coda pende rigidamente fino a terra. Tra le zampe anteriori e la mangiatoia è visibile il resto di un oggetto di ferro, molto ossidato. Secondo Lilliu trattasi di supporto adatto per appendere la navicella, dopo l’uso, in posizione di fianco.
– suino domestico corpulento che mangia, placido e in piedi, da un cesto simile a quello del bue, ma più piccolo. Il corpo del maiale è tozzo e greve, la coda arricciata, la schiena setolosa resa con striature a spina di pesce, le orecchie abbassate e il muso a ventosa appiattito
– un ariete (o muflone maschio) identificabile dalle corna avvolte all’indietro, con la groppa rialzata e con il grosso muso a disco appoggiato al posteriore dell’animale che lo precede (probabilmente un’esemplare femmina che l’animale si appresta a montare)
– muflone femmina (o pecora), in piedi, col dorso discendente in avanti, che fa forza sulle zampe anteriori per reggere il peso dell’esemplare maschio
– animale difficilmente interpretabile: la testa, volta a prua, tocca col muso allungato l’orlo dello scafo a cui aderisce anche il resto del corpo, sino a confondersi con esso. La forma della testa e il taglio aguzzo delle orecchie suggeriscono la rappresentazione di un cane accosciato, disteso allungato sul bordo della nave, come per riposarsi
SUL FIANCO DESTRO (da prua a poppa)
– un cane, del tutto simile a quello presente sul fianco sinistro
– un quadrupede volto a poppa, che mangia da un cesto. É un animale domestico, infatti lo schema del corpo è simile a quello del bue aggiogato che lo precede e farebbe pensare a un torello con le corna giovani, appena pronunciate
– davanti al quadrupede, c’è un volatile (un’anatrella?) identico a quelli raffigurati sulle colonnine del “castello” e tra i rami del palco delle corna della protome cervina
– bue aggiogato, uguale al compagno dell’altro lato, perfettamente simmetrico
– un cane con figura e atteggiamento identico al compagno del lato sinistro che attacca il riccio; in questo caso, il cane abbaia e si appresta ad assaltare il suino da dietro
– suino, simile nella figura d’insieme e nei particolari anatomici al compagno sul lato sinistro, posizionato però in avanti rispetto all’altro esemplare, probabilmente per lasciare posto nella composizione ad altri animali. L’animale a differenza del compagno, non mangia dalla cesta, anzi non mangia affatto, perché è assalito da due cani. Ciò fa pensare che si tratti non di un maiale ma di un cinghiale, dato che la rappresentazione è del tutto simile a una scena di caccia nel momento in cui il cinghiale viene stanato e circondato dai cani
– un altro cane, eretto, che azzanna il muso del suino, trattenendolo
– animale sdraiato e disteso allungato sull’orlo dello scafo, probabilmente anche in questo caso trattasi di un cane
Ringraziamo Andrea Loddo per averci fatto notare che sulle corna dei buoi aggiogati sono presenti quattro sfere con raffigurati tratti umani.
Nel complesso la raffigurazione si basa su temi comuni della vita agreste desunti sia dall’esperienza agricola e di allevamento (giogo, maiale, gruppo di ariete e pecora), sia dall’attività venatoria (protome cervina, cani, scena di caccia con cinghiale).
Pertanto per Lilliu la navicella potrebbe a prima vista ritenersi un esempio di battello da trasporto di lunga navigazione, come le analoghe navicelle nuragiche, date le dimensioni e la forma…..ma non certamente per l’insieme dell’ornato plastico che non ha alcuna relazione con animali trasportati per mare. “A che scopo caricare cane e cinghiali?” si chiede lo studioso.
Luogo di ritrovamento: Colonia di Buriano (Grosseto), antica Vetulonia, dal circolo del Duce, gruppo V
Residenza attuale: Museo Archeologico di Firenze

Comune:
Prov:
Autore:
UOMO DI UTA CON CORDA

8) UOMO DI UTA CON CORDA
Nome: noto come Fromboliere
Professione: sconosciuta
Altezza: 15 cm
Aspetto: fiero e attento, con corda ritorta e tesa tra le mani. Si nota una certa somiglianza con alcuni bronzetti capotribù, anche per la presenza del copricapo e del pugnale
Vestiario: doppia tunica smanicata, cintura con frange decorative, berretto a calotta, pugnale nuragico con elsa gammata inserito nella bandoliera, capelli corti
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), località Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il bronzetto é stato ritrovato con i piedi spezzati
Curiositá: secondo alcuni studiosi la corda potrebbe essere stata utilizzata come fionda oppure come semplice corda resistente da utilizzare per vari usi (domestici, etc.).
Secondo un’altra ipotesi segnalataci potrebbe invece trattarsi di una delle preziose corde composte da tante cordicelle attorcigliate provenienti da Tartesso.
Nella Bibbia si parla infatti delle navi di Thartshish (Tartesso…. per alcuni Tharros…) che solcavano i mari e tra le varie mercanzie portavano “funi ritorte e robuste” come questa; il bronzetto potrebbe quindi rappresentare un offerente che presenta la corda come segno di devozione o ex-voto.
fotografie e ipotesi di G. Exana

Comune:
Prov:
Autore: foto G. Exana