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OFFERENTE

105) OFFERENTE
Professione: sconosciuta
Etá: VIII -VII secolo a.C.
Altezza: 8,6 cm
Aspetto e vestiario: Figura votiva (forse femminile) che rappresenta un’offerente che porge con la mano sinistra un piatto o una focaccia, con la mano destra sollevata il saluto devozionale alla divinità.
Indossa un abito lungo con cappuccio, un mantello e una stola con decorazioni incise, sulla testa ha un cappello a cono.
Luogo di nascita: dicono Sardegna, civiltá nuragica
Ultima residenza: ex collezione privata USA, nel 2000.
Luogo di residenza attuale: sconosciuto
Segni particolari: mano destra e parti del mantello mancanti.
VERGOGNOSAMENTE SVENDUTO ALL’ ASTA PUR ESSENDO PATRIMONIO DI TUTTI!!!

Comune:
Prov:
Autore:
Bue stante

110) BUE STANTE
Nome (dalla casa d’asta): bue
Età: IX-VI secolo a.C. circa
Dimensioni: lunghezza 8,3 cm
Categoria: animale
Descrizione: La statuina è modellata finemente mostrando un senso naturalistico nelle proporzioni. In posizione stante, con zampe piantate a terra, rialzata la zampa anteriore sinistra, lunga coda pendente, gobba pronunciata sulla schiena. Presenta grossa testa squadrata con orecchie definite, occhi a globuletto, brevi corna ricurve verso l’interno, narici e bocca semiaperta in atto di muggire
Ultima residenza: collezione di Farid Ziade, Jdeidet Ghazir – Libano
VERGOGNOSAMENTE SVENDUTO ALL’ASTA ANCHE SE E’ PATRIMONIO DI TUTTI!!!
Fotografia dal web

Comune:
Prov:
Autore:
SCENA DI CACCIA CON CERVO E CANE

112) SCENA DI CACCIA CON CERVO E CANE
nome: scena di caccia con cervo e cane
dimensioni: da verificare
Descrizione: Gli elementi che costituiscono il bronzetto sono due: un cervo e un cane che danno vita ad una scena di caccia dall’incredibile fascino e suggestione: un cane addestrato (indossa un collare) rappresentato nel momento esatto in cui azzanna alla gola la preda.
Segni particolari: bellissimo e intenso
Luogo di ritrovamento: Esterzili ,Domu de Orgia
Residenza attuale: Museo Archeologico di Nuoro
CURIOSITÁ: questo bronzetto rappresenta una scena “complessa” essendo formato da due elementi. Attraverso i dettagli è possibile avere un’idea delle tecniche ancestrali utilizzate per la caccia e della fauna presente in tempi antichi nel territorio.

Comune: ESTERZILI
Prov:
Autore: Antonello Farina
Insegna con protome taurina

113) INSEGNA CON PROTOME TAURINA
Nome: insegna con protome taurina
Dimensioni: da verificare
Descrizione: “reperto bronzeo a forma di protome taurina interpretato dagli studiosi come insegna processionale. Sulla sua base sono impostati due bracci che terminano con due pomelli e su entrambi i lati del reperto è presente una decorazione in rilievo che rappresenta la figura schematica di una faccina umana.”
Luogo di ritrovamento: TERGU (SS); il reperto potrebbe provenire da un’area di culto frequentata tra il Bronzo Finale e il Primo Ferro (XII-VIII sec. a.C.) da localizzare presumibilmente nella zona dove sorge l’attuale chiesa romanica di Santa Maria di Tergu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Curiosità: “Il reperto trova confronto con il doppiere in bronzo esposto presso il Museo Archeologico di Cagliari e per il quale non si hanno notizie certe sul luogo di rinvenimento: alcuni studiosi ipotizzano che entrambi gli oggetti possano essere riconducibili allo stesso sito.
Inoltre, le corna pomellate sono presenti in altri reperti in bronzo di epoca nuragica: elmi appartenenti a bronzi figurati di guerrieri, protomi bovine di navicelle e raffigurazioni di bovini.”

Comune: TERGU
Prov:
Autore:
MUSICO DI MONTE SIRAI

114) MUSICO DI MONTE SIRAI
Nome: suonatore di lira
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario: figura di musico seduto raffigurato mentre suona uno strumento simile alla lira
Luogo di ritrovamento: Monte Sirai, Carbonia
Residenza attuale:Museo Archeologico di Cagliari
Fotografia di RS Roberto, Viaggi nelle Antichità della Sardegna
Per approfondimenti ecco un articolo datato ma interessante

Comune:
Prov:
Autore: RS Roberto
RASOIO LUNATO CON DECORAZIONE A CERCHIELLI

119) RASOIO LUNATO CON DECORAZIONE A CERCHIELLI
Nome: rasoio lunato di bronzo con decorazione a cerchielli
Dimensioni: lunghezza 9,8 cm – lunghezza della lama 5,3 cm – larghezza massima 4 cm
Aspetto: rasoio con lama robusta lunata con margine più lungo convesso e margine opposto concavo.
Il manico cilindrico è sagomato “a tortiglione” e si salda con la lama con un rigonfiamento triangolare (ciò fa pensare che i due pezzi fossero stati fusi separatamente e poi uniti successivamente). L’asta del manico termina con un anello sormontato da un’appendice con due riccioli spiraliformi (uno dei quali è mancante).
Una delle facce della lama è decorata con una serie di CERCHIETTI CONCENTRICI – quattordici per l’esattezza – impressi a caldo, per Lilliu tali cerchi sono apparentemente situati in modo casuale in file irregolari e diseguali.
Luogo di ritrovamento: Cuglieri o Laerru (NU), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: mancante metà del rasoio, i margini mostrano segni di ripetute affilature, rotto il ricciolo della spirale destra
CURIOSITÁ:
questo esemplare é unico in Sardegna – dice Lilliu – e ciò fa supporre che sia stato importato dall’Etruria dove tali oggetti erano molto comuni e diffusi nel periodo geometrico pre-orientalizzante (circa VIII sec. a.C.).
Per la forma si vedano i seguenti esemplari rivenuti a: Vetulonia, Marsiliana d’Albegna, Falerii Veteres, Corchiano, Narce, Satricum, Capena.
La decorazione a CERCHIELLI si ripresenta inoltre in alcuni rasoi ritrovati in Romagna.
Il ritrovamento in Sardegna è quindi molto interessante per Lilliu perchè:
– prova un commercio vivo e attivo tra l’Isola e l’opposto sponda del mar Tirreno e soprattutto con i mercati della zona mineraria di Piombino
– il pezzo è realizzato assolutamente nel gusto della civilità geometrica sarda; un ramaio locale avrebbe potuto riprodurlo ispirandosi a un modello d’importazione, come oggetto alla moda

Comune:
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
Askos nuragico

Espatrio – Askos nuragico provenienza nuraghe Nurdole di Orani

Un bellissimo askos di bronzo con protome bovina a doppio versatoio facente parte della collezione Ortiz in Svizzera.
E’ uno dei tanti reperti recuperati clandestinamente a Nurdole e venduti sul mercato internazionale
(Da “Il Sacro Monte di Nurdole” M.A.Fadda)

Comune: ORANI
Prov:
Autore:
Codice Geo: NUR5671
> Scheda Geoportale
OFFERENTE CON VASO

121) OFFERENTE CON VASO
Nome: l’offerta del vaso
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 13,3 cm
Aspetto e vestiario: l’offerente é raffigurato con la mano destra alzata in atto di preghiera, come per porgere il saluto devozionale alla divinità: il pollice è divaricato e le altre dita sono unite e ben rese dalle incisioni presenti sia sul palmo che sul dorso. Con la mano sinistra l’uomo impugna una corda da cui pende un vaso, forse nella realtà di bronzo o terracotta, contenente un liquido d’offerta. Il recipiente è ovale, col fondo stretto e piatto; oltre ai due manici presenta una sporgenza “a tubercolo” che poteva essere un beccuccio a colatoio per versare il liquido oppure una borchia ornamentale molto pronunciata.
Il vaso e la corda sono raffigurati in posizione obliqua, come per rendere il movimento di oscillazione oppure il vaso era – dice Lilliu – “allontanato dal corpo, quasi per suggerire il distacco dall’oggetto che è ormai possesso della divinità”.
L’uomo indossa una tunica aderente, senza maniche e con una piccola scollatura triangolare; dietro, l’orlo inferiore della tunica è prolungato a coda, davanti la veste è rialzata ad angolo, sopra le ginocchia nude. Anche le magre gambe sono nude e i piedi scalzi.
La tunica é chiusa sulla spalla sinistra con un legaccio a fiocco che annoda i due lembi; gli stessi lembi più in basso sull’anca sinistra sono fermati da un bottone prominente. Infine un semplice cordone, chiuso a nodo sul davanti, cinge la vita del devoto.
Sul petto ha il pugnaletto ad elsa gammata riposto in un fodero di cuoio lavorato (lo si deduce dalle scalanature all’orlo) e pendente da una bandoliera di pelle.
L’offerente non é un guerriero, quindi il pugnaletto per Lilliu assume il significato di arma da difesa, forse con valore talismanico.
Il viso è oblungo e pieno, il collo tozzo, gli occhi a mandorla, sopracciglia e naso arcuato sono resi col noto stilismo a T, le orecchie sono a dischetto incavato nel mezzo, bocca stretta e carnosa.
Sul capo sembra indossare un elemento che cinge la nuca e si annoda sopra la fronte (n.d.r.).
Luogo di ritrovamento: Serri, loc. Santa Vittoria, dall’atrio del pozzo sacro – (Il Santuario di Santa Vittoria di Serri Coop Acropoli Nuragica)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotta la gamba destra sopra al ginocchio
Curiositá:
Per Lilliu il devoto è un pastore o un contadino che “offre olio o latte o forse acqua lustrale del pozzo che ha attinto col vaso durante la cerimonia rituale, alla presenza del sacerdote officiante”.
Proponiamo infine alcune interpretazioni alternative di semplici appassionati circa il MISTERIOSO CONTENUTO del vaso ?
– il contenitore contiene vino da offrire alla divinità
– la posizione obliqua del contenitore farebbe supporre “l’idea del movimento anteroposteriore che si imprime al latte quando si fa il burro in mancanza di tecnologia più avanzata”
Fotografia di RS Roberto dalla pagina Fb “Viaggio nelle antichità della Sardegna”
Immagini e descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: Foto di RS Roberto
OFFERENTE DI GENONI

104) OFFERENTE DI GENONI
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,8 cm
Aspetto e vestiario: il personaggio é raffigurato in piedi, frontalmente; con la mano sinistra (mancante) probabilmente porgeva l’offerta alla divinità. La mano destra é invece sollevata e protesa in avanti forse nell’atto di porgere il saluto devozionale: sembra fasciata e comunque é sproporzionata rispetto al corpo, appare molto più grande. Il braccio destro ha forma allungata e presenta una curvatura innaturale, forse per rappresentare l’arto malato per cui l’offerente chiedeva una guarigione.
L’offerente indossa solo un gonnellino e un copricapo a calotta; il petto e le gambe sono nude. I piedi scalzi poggiano su una piastra. Il naso é pronunciato.
Probabilmente trattasi di un uomo, anche se sul petto sono visibili le bozze mammillari, presenti anche in altri bronzetti maschili raffiguranti uomini del popolo (non guerrieri).
Luogo di ritrovamento: Genoni, dal pozzo di Sant’Antine (scavo dell’archeologo Francesco Guido e Alessandra Saba)
Residenza attuale: —
Segni particolari: mano sinistra mancante, alcune dita della mano sinistra spezzate
Curiositá: quante dita vedete nella mano destra? ? (forse c’é una fasciatura e la mano é steccata?)
Fotografia dal web
Disegno di Antonello Farina

Comune:
Prov:
Autore:
OFFERENTE DI GENONI

104) OFFERENTE DI GENONI
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,8 cm
Aspetto e vestiario: il personaggio é raffigurato in piedi, frontalmente; con la mano sinistra (mancante) probabilmente porgeva l’offerta alla divinità. La mano destra é invece sollevata e protesa in avanti forse nell’atto di porgere il saluto devozionale: sembra fasciata e comunque é sproporzionata rispetto al corpo, appare molto più grande. Il braccio destro ha forma allungata e presenta una curvatura innaturale, forse per rappresentare l’arto malato per cui l’offerente chiedeva una guarigione.
L’offerente indossa solo un gonnellino e un copricapo a calotta; il petto e le gambe sono nude. I piedi scalzi poggiano su una piastra. Il naso é pronunciato.
Probabilmente trattasi di un uomo, anche se sul petto sono visibili le bozze mammillari, presenti anche in altri bronzetti maschili raffiguranti uomini del popolo (non guerrieri).
Luogo di ritrovamento: Genoni, dal pozzo di Sant’Antine (scavo dell’archeologo Francesco Guido e Alessandra Saba)
Residenza attuale: —
Segni particolari: mano sinistra mancante, alcune dita della mano sinistra spezzate
Curiositá: quante dita vedete nella mano destra? ? (forse c’é una fasciatura e la mano é steccata?)
Fotografia dal web
Disegno di Antonello Farina104) OFFERENTE DI GENONI
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,8 cm
Aspetto e vestiario: il personaggio é raffigurato in piedi, frontalmente; con la mano sinistra (mancante) probabilmente porgeva l’offerta alla divinità. La mano destra é invece sollevata e protesa in avanti forse nell’atto di porgere il saluto devozionale: sembra fasciata e comunque é sproporzionata rispetto al corpo, appare molto più grande. Il braccio destro ha forma allungata e presenta una curvatura innaturale, forse per rappresentare l’arto malato per cui l’offerente chiedeva una guarigione.
L’offerente indossa solo un gonnellino e un copricapo a calotta; il petto e le gambe sono nude. I piedi scalzi poggiano su una piastra. Il naso é pronunciato.
Probabilmente trattasi di un uomo, anche se sul petto sono visibili le bozze mammillari, presenti anche in altri bronzetti maschili raffiguranti uomini del popolo (non guerrieri).
Luogo di ritrovamento: Genoni, dal pozzo di Sant’Antine (scavo dell’archeologo Francesco Guido e Alessandra Saba)
Residenza attuale: —
Segni particolari: mano sinistra mancante, alcune dita della mano sinistra spezzate
Curiositá: quante dita vedete nella mano destra? ? (forse c’é una fasciatura e la mano é steccata?)
Fotografia dal web
Disegno di Antonello Farina

Comune:
Prov:
Autore:
BUE

47) BUE
Nome: bue
Categoria: animale
Etá: 2800 anni … più o meno (così dicono)
Dimensione: lunghezza 8,2 cm
Descrizione: il collo allungato e il corpo costituiscono un unico volume cilindrico, il muso è lungo, cadente e lievemente ricurvo, visibile alla base la tavoletta di supporto. Parte posteriore del corpo grossolana e sproporzionata. Visibili le corna sporgenti su una linea orizzontale e gli occhi.
Curiosità: il bue sembra rappresentato nell’atto di mangiare. Si nota qualche vaga somiglianza con il bronzetto di ” bue stante” trovato a Nulvi e descritto da Lilliu a pg.408 nel libro “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO; in quel bronzetto (così come in questo) le grezze fattezze sembrano ricordare quei “cordoncini di fango modellati dai bambini nel fare i loro rudimentali pupazzetti”…..come i modellini rudimentali di epoca minoica esposti al Museo Archeologico di Heraklion – Creta (in fotografia).
Luogo di nascita: Sardegna (così dicono)
Ultima residenza: segreta
Destinazione: vergognosamente svenduto all’asta nonostante sia PATRIMONIO DI TUTTI!!!

Comune:
Prov:
Autore:
MADRE E FIGLIO SU SGABELLO

122) MADRE E FIGLIO SU SGABELLO
Nome: madre e figlio su sgabello o altrimenti nota come ” la grazia”
Professione: madre e figlio
Dimensioni: altezza 10 cm
Aspetto e vestiario: la madre siede, con il figlio sulle ginocchia, su uno sgabello basso e rotondo con cinque appoggi uniti, all’interno, da una traversa a largo anello. É evidentemente uno sgabello di legno semplice e dimesso.
La donna è in atto di adorazione e rende, o chiede, grazie per il figlio ammalato.
Con la mano destra, con pollice divaricato e le altre dita unite ma articolate alle estremità, porge il saluto devozionale. Con il braccio sinistro sostiene e abbraccia sotto l’ascella il corpo del giovinetto e poggia la mano sinistra – grande e tozza con dita ben incise – sulla gamba del fanciullo.
Il figlio siede in braccio alla madre con le gambe cadenti a penzoloni e col capo reclinato sul braccio della madre. Tiene la mano destra alzata e chiusa a pugno, quasi ad implorare l’aiuto della madre affettuosa o forse per rappresentare lo spasmo di un dolore, un attacco improvviso (forse epilessia, si chiede Lilliu?).
La madre indossa una stretta tunica che termina sotto i ginocchi e fino alle caviglie con una balza liscia. Sopra la tunica indossa sulle spalle un manto con l’orlo in rilievo ma senza decorazioni. Sotto la nuca però si nota una ” guarnizione a borsa” che potrebbe essere un cappuccio stilizzato. Il mantello lascia scoperti il braccio destro è il petto della madre e avvolge entrambi chiudendosi come una calda coperta di protezione sull’ammalato.
La donna mostra una semplice e modesta pettinatura con capelli divisi da scriminatura centrale che scendono sullo orecchie con filamenti lisci e spettinati. Il viso, vivo e sofferente, ha forma stirata e ovale con mento acuto, occhi vibranti a globuletto sporgente, naso grosso e bocca con labbra carnose, semiaperte come in atto di invocare una preghiera.
Il viso del figlio, dal profilo camuso, richiama i tratti della madre e appare tormentato, con tratti fisionomici esasperati.
Il corpo del fanciullo maschio è nudo “per ragioni di culto e – crediamo anche – per il principio magico che la forza guaritrice della divinità si sarebbe esercitata più prontamente ed efficacemente a diretto contatto d’un corpo in perfetta nudità” dice Lilliu.
Luogo di ritrovamento: Serri, località Santa Vittoria, ritrovata dentro una massa di ceneri e carbone presso la torre a feritoie
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari

Comune:
Prov:
Autore: