E’ un nuraghe monotorre, dalla forma caratteristica a tronco di cono. I massi che lo costituiscono sono di grandi dimensioni per quanto riguarda i primi filari, mentre si riducono mano mano che la costruzione progredisce in altezza. Si contano oltre quindici filari di trachite bruna di massi bene abbozzati. Vi si accede dalla porta centrale esposta a sud-sud-est ed è provvisto di una camera centrale con filari aggettanti che chiudono la cupola e di tre celle laterali disposte a 90° a partire dall’ingresso. Come altri nuraghi Anglonesi ha la particolarità di presentare una piccola camera infrapiano che si collega a quella centrale sopra l’ingresso principale.
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E’composto da diversi filari di massi ciclopici poligonali che assommano meraviglia per la loro compostezza. Evidenzia un’apertura a nord con la presenza di architrave che contiene il principio dell’arco. Interessante la zona circostante.
Nuraghe integro, dal latino sanus. Questa denominazione risalirà evidentemente al periodo in cui il nuraghe si presentava, a differenza di oggi, integro o quasi. L’insorgenza dell’aggettivo si dovrà, per contrasto, alla presenza di qualche vicino nuraghe in rovina. Tuttavia, è ugualmente possibile un’origine dal cognome latino Sanus in relazione ad un’antica proprietà fondiaria.
Sorge nella parte est del monte omonimo, affacciandosi al piano sottostante su un dirupo di rocce trachitiche poderose e di difficile accesso. Il nuraghe può essere classificato tra quelli di tipo terragno o spelonca nuragica, anche se un pò atipico rispetto ad altri conosciuti per alcune particolarità costruttive e di sviluppo dell’insieme. Il muro di cinta (antemurale) proprio nella parte ad est ingloba alcuni spuntoni di roccia che sono un tutt’uno bene integrato con la costruzione.
Fra i cento e più runaghes del territorio di Chiaramonti, è quello più integro e visitabile; al suo interno sono presenti soluzioni costruttive molto particolari per la sua statisticità ma, che sono messe a dura prova dal traffico pesante dell’adiacente strada a scorrimento veloce Sassari Tempio.
Fra i cento e più runaghes del territorio di Chiaramonti, è quello più integro e visitabile; al suo interno sono presenti soluzioni costruttive molto particolari per la sua statisticità ma, che sono messe a dura prova dal traffico pesante dell’adiacente strada a scorrimento veloce Sassari Tempio.
E’ un nuraghe monotorre con un carente grado di conservazione. La porta principale è esposta a Sud-Sud-Est ed ha la particolarità di essere di calcare tufaceo bianco. All’interno, nonostante il crollo si può visitare la camera interna dove sono in buono stato di conservazione alcune celle laterali. Dalla parte esposta a nord si contano una decina di filari di pietre di medie dimensioni bene
sbozzate e poste a circoli ordinati. Attorno si notano resti di capanne nuragiche e alcune pietre fitte poste a semicerchio.
Anche se ridotto a livello di grande rovina è intuibile l’importanza di tale emergenza da classificare all’interno del gruppo dei runaghi con camera infrapiano, ancora raggiungibile.
Letteralmente “nuraghe dell’urina delle vacche”.
La gente del luogo lo riconosce come nuraghe, per quanto non vi siano le apparecchiature di base per definirlo tale. Siamo in presenza di un circolo formato da grossi megaliti di ampio sviluppo con un allineamento centrale in direzione est-ovest.
Esistono pochi massi che però denotano l’antica presenza del runaghe. E’ un luogo in cui alcuni ritengono di rilevare forme di elettromagnetismo finalizzate al benessere corporeo.
Si trova nel territorio comunale di Martis al confine con quello di Chiaramonti (SS) sulla riva sinistra del rio Murrone; grossi megaliti e dei crolli interessano buona parte del sito, la posizione abbastanza disordinata dei megaliti fa propendere per un runaghe a corridoio.
Prende il nome dal toponimo del terreno su cui si trova nella più ampia regione di Pala de Covatza ai confini con Pianu Aliderros, Lacheddos Rujos e Ispadula. La costruzione è fatiscente e sono rimasti solo pochi circoli basali di pietre di medie e grandi dimensioni che testimoniano la presenza
Sorge nel territorio di “sa tanca Betza” al confine con “sa tanca de Rispidu” proprio sull’argine a nord-est del bacino artificiale di “su Cobesciu” nella ex tenuta omonima dei Madau, ad una quota di 385.9 metri s.l.m., conosciuto anche col nome antico di “montiju de chelvos, è poco distante qualche centinaio di metri dal nuraghe numero 3.