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Domus de janas di S.Pietro di Sorres

Si tratta di 5 ipogei. La Tomba II, si trova a circa 30 metri dalla Tomba I. È molto ben visibile sulla parete di roccia calcarea fortemente erosa, alta circa quindici metri, in cui è stata realizzata. L’accesso è sopraelevato di circa tre metri rispetto al piano della strada. Un breve corridoio di m 1,30 conduce al portello di forma rettangolare irregolare con gli angoli arrotondati (m 0,70 x 1,50) molto danneggiato ed eroso. L’ambiente è costituito da un grande vano di forma trapezoidale irregolare (m 5,30 x 3,80) delimitato nella parete destra da una muratura a secco costruita in tempi recenti per sostituire la parete di roccia naturale crollata probabilmente a causa della forte erosione che interessa questo costone dalla consistenza particolarmente friabile. L’impianto originario è perciò illeggibile e molto danneggiato soprattutto dal rimaneggiamento sebbene si possano ancora vedere in alcuni tratti delle pareti i resti delle pareti lisciate di una delle antiche nicchie di deposizione che componevano la tomba neolitica. Il soffitto è concavo ad andamento discendente verso l’interno; l’altezza in prossimità dell’ingresso è di circa m 1,80, mentre nella parete di fondo è di circa m 1,40.
Sulla parete di fondo una piccola nicchia sopraelevata di circa m 0,80 rispetto al piano pavimentale (m 0,40 x 0,60 x 0,30). Sulla sinistra rispetto all’ingresso un cunicolo di formazione carsica al quale si accede passando attraverso un portello ribassato (m 0,50 x 0,67); il cunicolo alto circa m 1,20 e largo m 1,30 si insinua nella parte rocciosa per una lunghezza di circa 6 metri restringendosi progressivamente ad imbuto. Molto probabilmente in origine anche questa domus de janas era una cavità carsica che si apriva nel costone, come molte altre che tuttora si possono osservare lungo i versanti del colle.
Tratto dalla “La necropoli neolitica a domus de janas di S. Pietro di Sorres in Comune di Borutta – Sassari – Pier Paolo Soro 2009”.

Nuraghe Aidu Entos

Nuraghe che presenta una iscrizione incisa su un concio che attesta la linea di confine del territorio della popolazione degli Iliensi con i Balari. L’iscrizione dice “ILI IVR IN NVRAC SESSAR M C”, ossia i diritti degli Ilienses del Nurac Sessar. L’importanza è anche quella di una delle testimonianze più antiche del nome dato alle torri sarde.

Nuraghe Cherbos

Il Nuraghe Cherbos è un esteso cumulo di pietrame che non consente in alcun modo di definire in pianta la struttura dell’edificio nuragico che, tuttavia, date le proporzioni del crollo potrebbe rivelarsi un nuraghe polilobato. Intorno, per largo tratto, sono evidenti i resti di un vasto villaggio di capanne circolari. Già ai tempi del Taramelli il monumento appariva in pessimo stato di conservazione “distrutto: si vede un cumulo di rovine alto m 2;

Nuraghe Pischedda

Il monumento è ubicato a circa 200 metri a NE del Nuraghe Figu e a meno di 350 metri a SO del Nuraghe Bighinzone. Si tratta di un monotorre a pianta circolare con uno spessore murario di m 4,00 a Est e di m 3,60 a Ovest ed una altezza che varia da m 3,05 a NNO, con 6 filari, e di m 1,75 a SSO con 3/4 filari. L’opera muraria è costituita da blocchi poliedrici disposti a filari orizzontali non sempre regolari.