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Domus de janas di S.Pietro di Sorres

Si tratta di 5 ipogei. La Tomba I (è stata scavata utilizzando come base di partenza una piccola cavità carsica che si apre su un breve costone roccioso di natura calcarea fortemente eroso, alto circa sei metri.
Venuta in luce nel 1965 durante i lavori di realizzazione di una strada che, passando lungo il versante orientale del colle, mette in collegamento la sommità di questo con la valle sottostante, la tomba è stata interessata da un improvvisato scavo archeologico messo in atto dagli operai dell’impresa che effettuò i lavori di sterro, i quali prelevarono il contenuto della sepoltura per consegnarlo ai monaci benedettini.
I reperti furono sistemati, purtroppo senza alcun criterio di distinzione, insieme ai numerosi materiali archeologici di provenienza locale raccolti e conservati all’interno del monastero. Questi materiali costituiscono attualmente quella che viene definita la Collezione Sorres, e sono le testimonianze materiali dell’ininterrotta presenza dell’uomo sul Colle di Sorres. Purtroppo a causa dell’equivoca metodologia di raccolta, sicuramente a carattere amatoriale, per il momento è impossibile attribuire a questa raccolta di materiali una valenza scientifica. Di provenienza certa dall’interno della tomba I un piccone litico di escavazione recuperato dal Padre Bonifacio Salice, un monaco che tra il 1955 e il 1980 operò come ispettore onorario per la allora Soprintendenza delle Province di Sassari e Nuoro, nel tentativo di salvaguardare in qualche modo il patrimonio archeologico dell’area da possibili interventi ed abusi.
Della tomba I si conserva il portello di forma rettangolare irregolare molto danneggiato (m 0,70 x 1,13; orientato sud-sud/est) che immette all’interno di una piccola anticella (m1,00 x 0,80, alta m 1,20), nella quale si trova una nicchia disposta frontalmente rispetto all’ingresso (m 0,35 x 0,30 x 0,45). A destra, ad una quota inferiore di circa 0,30 m rispetto al piano dell’ingresso, una cella di medie dimensioni che manca del portello; le pareti lisciate sono curvilinee e soffitto concavo (m 1,40 x 1,00, alta m 1,10). Nella parete di fondo si apre un ulteriore ambiente naturale di origine carsica, a forma allungata (m 0,80 x 0,80, alto m 0,45), che si insinua all’interno del bancone roccioso con andamento longitudinale; in questo ambiente sono presenti alcune coppelle formate probabilmente dall’azione vorticosa dell’acqua, che conservano al loro interno dei grumi di argilla rossiccia molto fine dalla consistenza plastica. In generale tutto l’ambiente è molto danneggiato a causa dell’erosione e del rimaneggiamento e per questo motivo poco leggibile nella sua forma originaria. Sulla superficie delle pareti non sono presenti tracce di lavorazione e di decorazioni a rilievo; sono inoltre assenti materiali di tipo archeologico a causa dell’intervento di scavo precedentemente citato.
Tratto dalla “La necropoli neolitica a domus de janas di S. Pietro di Sorres in Comune di Borutta – Sassari – Pier Paolo Soro 2009”.