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Nuraghe Sisini

Nuraghe trilobato con le due torri aggiunte in crollo ma con quella principale in buono stato, anche se in gran parte interrata. Doveva assolvere al ruolo di difesa del vicinissimo villaggio con nuraghe di Pettu ‘e Murtas,distante in linea d’aria solo 200 metri,e come guardia alla sottostante vallata di Badde

Domus de janas di Campu Mannu

Nella parte settentrionale del territorio di Ossi,in località su littu,a distanze che variano dai 100 ai 300 metri sono presenti quattro ipogei che formano una piccola necropoli.
In un terreno privato,a pochi metri dal nuraghe su campu mannu,è presente l’omonima domus,il portello di ingresso è orientato a sud e risulta manomesso.
L’interno è formato da quattro vani mentre il pavimento e ricoperto da terriccio.
Le pareti risultano annerite,ma nonostante le concrezioni,su un pilastro è visibile una bellissima spirale,unico simbolo magico-rituale dell’ipogeo.

Domus de janas di Campu Mannu

Nella parte settentrionale del territorio di Ossi,in località su littu,a distanze che variano dai 100 ai 300 metri sono presenti quattro ipogei che formano una piccola necropoli.
In un terreno privato,a pochi metri dal nuraghe su campu mannu,è presente l’omonima domus,il portello di ingresso è orientato a sud e risulta manomesso.
L’interno è formato da quattro vani mentre il pavimento e ricoperto da terriccio.
Le pareti risultano annerite,ma nonostante le concrezioni,su un pilastro è visibile una bellissima spirale,unico simbolo magico-rituale dell’ipogeo.

Nuraghe Coi Casu

L’area archeologica di Coi Casu risale nel suo primo impianto all’Età del Bronzo quando in tutta la Sardegna nacque e si sviluppò la splendida Civiltà Nuragica (circa 1600-600 a.C.). L’insediamento era composto da un nuraghe complesso (A) con attorno il villaggio del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Il nucleo più importante dell’antico abitato si sviluppava attorno ad una depressione circolare del terreno (D) che nei mesi invernali e primaverili fungeva da piccolo bacino di raccolta dell’acqua piovana. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano (B) destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti (doli). La ricerca, ancora nelle sue fasi preliminari, deve rispondere a due quesiti fondamentali: che tipo di attività economiche praticava la comunità nuragica di Coi Casu e quali motivazioni spinsero ad un repentino abbandono del sito alle soglie dell’età del Ferro (XI-X secolo a.C.). Dopo un apparente vuoto di alcuni secoli l’insediamento riprese a vivere a partire dall’età tardo-punica (III-II secolo a.C.) sino a quella bizantina (VIVII secolo d.C.) con parziali ristrutturazioni e modifi che di alcuni ambienti.

Nuraghe Coi Casu

L’area archeologica di Coi Casu risale nel suo primo impianto all’Età del Bronzo quando in tutta la Sardegna nacque e si sviluppò la splendida Civiltà Nuragica (circa 1600-600 a.C.). L’insediamento era composto da un nuraghe complesso (A) con attorno il villaggio del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Il nucleo più importante dell’antico abitato si sviluppava attorno ad una depressione circolare del terreno (D) che nei mesi invernali e primaverili fungeva da piccolo bacino di raccolta dell’acqua piovana. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano (B) destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti (doli). La ricerca, ancora nelle sue fasi preliminari, deve rispondere a due quesiti fondamentali: che tipo di attività economiche praticava la comunità nuragica di Coi Casu e quali motivazioni spinsero ad un repentino abbandono del sito alle soglie dell’età del Ferro (XI-X secolo a.C.). Dopo un apparente vuoto di alcuni secoli l’insediamento riprese a vivere a partire dall’età tardo-punica (III-II secolo a.C.) sino a quella bizantina (VIVII secolo d.C.) con parziali ristrutturazioni e modifi che di alcuni ambienti.

Villaggio nuragico Coi Casu

L’area archeologica di Coi Casu risale nel suo primo impianto all’Età del Bronzo quando in tutta la Sardegna nacque e si sviluppò la splendida Civiltà Nuragica (circa 1600-600 a.C.). L’insediamento era composto da un nuraghe complesso (A) con attorno il villaggio del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Il nucleo più importante dell’antico abitato si sviluppava attorno ad una depressione circolare del terreno (D) che nei mesi invernali e primaverili fungeva da piccolo bacino di raccolta dell’acqua piovana. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano (B) destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti (doli). La ricerca, ancora nelle sue fasi preliminari, deve rispondere a due quesiti fondamentali: che tipo di attività economiche praticava la comunità nuragica di Coi Casu e quali motivazioni spinsero ad un repentino abbandono del sito alle soglie dell’età del Ferro (XI-X secolo a.C.). Dopo un apparente vuoto di alcuni secoli l’insediamento riprese a vivere a partire dall’età tardo-punica (III-II secolo a.C.) sino a quella bizantina (VIVII secolo d.C.) con parziali ristrutturazioni e modifi che di alcuni ambienti.

Domus de Janas Li Lioni

Si tratta di una cavità di modesto sviluppo (circa 51 metri con un dislivello negativo di 10 metri) ormai inattiva, ad andamento suborizzontale e percorribile senza difficoltà, ma che riveste notevole importanza sotto il profilo archeologico: è infatti tutt’ora oggetto di studio da parte della Soprintendenza Archeologica di Sassari per la quantità di materiali ceramici e di resti schelettrici in essa rinvenuti. Al suo interno si è conservato il corredo funerario di un insediamento preistorico di cui ormai non vi è più traccia. Le parti schele-triche appartengono a vari individui adulti e ad un fanciullo. La ceramica, ricca di grandi giare, olle e vasi di varia forma, risulta modellata a mano con l’ausilio di un rozzo tornio e la tecnica maggiormente impiegata per realizzare l’ornato è quella dell’impressione nelle varianti della punteggiatura e della solcatura. L’industria litica di questo contesto presenta schegge di ossidiana prive di ritocco e una macina in basalto di forma emisferica.
Esplorata per la prima volta nel dicembre1998, la grotta si svolge secondo un asse principale con direzione grosso modo NW-SE, attraversando le marne arenacee del Burdigaliano Superiore-Langhiano Medio, terreno ascrivibile alla Successione Marina Miocenica della Sardegna Occidentale. È impostata lungo le direttrici di una frattura che, con un’immersione di circa 45 °W, ne condiziona profondamente il profilo morfologico.

Comune: PORTO TORRES
Prov: Sassari
Autore:
Codice Geo: NUR6945
> Scheda Geoportale
Domus de Janas Li Lioni

Si tratta di una cavità di modesto sviluppo (circa 51 metri con un dislivello negativo di 10 metri) ormai inattiva, ad andamento suborizzontale e percorribile senza difficoltà, ma che riveste notevole importanza sotto il profilo archeologico: è infatti tutt’ora oggetto di studio da parte della Soprintendenza Archeologica di Sassari per la quantità di materiali ceramici e di resti schelettrici in essa rinvenuti. Al suo interno si è conservato il corredo funerario di un insediamento preistorico di cui ormai non vi è più traccia. Le parti schele-triche appartengono a vari individui adulti e ad un fanciullo. La ceramica, ricca di grandi giare, olle e vasi di varia forma, risulta modellata a mano con l’ausilio di un rozzo tornio e la tecnica maggiormente impiegata per realizzare l’ornato è quella dell’impressione nelle varianti della punteggiatura e della solcatura. L’industria litica di questo contesto presenta schegge di ossidiana prive di ritocco e una macina in basalto di forma emisferica.
Esplorata per la prima volta nel dicembre1998, la grotta si svolge secondo un asse principale con direzione grosso modo NW-SE, attraversando le marne arenacee del Burdigaliano Superiore-Langhiano Medio, terreno ascrivibile alla Successione Marina Miocenica della Sardegna Occidentale. È impostata lungo le direttrici di una frattura che, con un’immersione di circa 45 °W, ne condiziona profondamente il profilo morfologico.

Comune: PORTO TORRES
Prov: Sassari
Autore:
Codice Geo: NUR6945
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Domus de Janas Li Lioni

Si tratta di una cavità di modesto sviluppo (circa 51 metri con un dislivello negativo di 10 metri) ormai inattiva, ad andamento suborizzontale e percorribile senza difficoltà, ma che riveste notevole importanza sotto il profilo archeologico: è infatti tutt’ora oggetto di studio da parte della Soprintendenza Archeologica di Sassari per la quantità di materiali ceramici e di resti schelettrici in essa rinvenuti. Al suo interno si è conservato il corredo funerario di un insediamento preistorico di cui ormai non vi è più traccia. Le parti schele-triche appartengono a vari individui adulti e ad un fanciullo. La ceramica, ricca di grandi giare, olle e vasi di varia forma, risulta modellata a mano con l’ausilio di un rozzo tornio e la tecnica maggiormente impiegata per realizzare l’ornato è quella dell’impressione nelle varianti della punteggiatura e della solcatura. L’industria litica di questo contesto presenta schegge di ossidiana prive di ritocco e una macina in basalto di forma emisferica.
Esplorata per la prima volta nel dicembre1998, la grotta si svolge secondo un asse principale con direzione grosso modo NW-SE, attraversando le marne arenacee del Burdigaliano Superiore-Langhiano Medio, terreno ascrivibile alla Successione Marina Miocenica della Sardegna Occidentale. È impostata lungo le direttrici di una frattura che, con un’immersione di circa 45 °W, ne condiziona profondamente il profilo morfologico.

Comune: PORTO TORRES
Prov: Sassari
Autore:
Codice Geo: NUR6945
> Scheda Geoportale
Nuraghe Santa Lucia

Il nuraghe di Santa Lucia di Assolo è situato in campagna, nell’area archeologica comprendente la chiesa campestre dedicata alla omonima Santa, ha struttura monotorre di forma tronco-conica; attualmente è visibile il basamento costituito da quattro filari sovrapposti a secco, costituiti di grossi blocchi di pietra. (da giarasardegna.it)

Nuraghe Santa Lucia

Il nuraghe di Santa Lucia di Assolo è situato in campagna, nell’area archeologica comprendente la chiesa campestre dedicata alla omonima Santa, ha struttura monotorre di forma tronco-conica; attualmente è visibile il basamento costituito da quattro filari sovrapposti a secco, costituiti di grossi blocchi di pietra. (da giarasardegna.it)

Nuraghe Santa Lucia

Il nuraghe di Santa Lucia di Assolo è situato in campagna, nell’area archeologica comprendente la chiesa campestre dedicata alla omonima Santa, ha struttura monotorre di forma tronco-conica; attualmente è visibile il basamento costituito da quattro filari sovrapposti a secco, costituiti di grossi blocchi di pietra. (da giarasardegna.it)