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Nuraghe che presenta una iscrizione incisa su un concio che attesta la linea di confine del territorio della popolazione degli Iliensi con i Balari. L’iscrizione dice “ILI IVR IN NVRAC SESSAR M C”, ossia i diritti degli Ilienses del Nurac Sessar. L’importanza è anche quella di una delle testimonianze più antiche del nome dato alle torri sarde.
Sepoltura di epoca nuragica di tipo dolmeico posta a poche centinaia di metri a sud est dell’omonimo nuraghe. Costruita con lastre ortostatiche infisse verticalmente e copertura con lastre orizzontali. Della tomba, parzialmente interrata, sono visibili alcune pietre che delimitavano il corridoio e l’ala sinistra dell’esedra. Al centro di quest’ultima, sulla fronte, è presente la parte inferiore della stele bilitica mentre un frammento di quella superiore, centinata, giace rovesciata sul corridoio.
Uno dei numerosissimi dolmen presenti nel territorio sardo. I dolmen (dal bretone tol-men, tavola di pietra), sono monumenti funerari eretti presumibilmente nel corso del neolitico recente e l’eneolitico antico (3400-2700 a.C.)
Due tombe dei giganti a poche decine di metri di distanza reciproca
Il Nuraghe Cherbos è un esteso cumulo di pietrame che non consente in alcun modo di definire in pianta la struttura dell’edificio nuragico che, tuttavia, date le proporzioni del crollo potrebbe rivelarsi un nuraghe polilobato. Intorno, per largo tratto, sono evidenti i resti di un vasto villaggio di capanne circolari. Già ai tempi del Taramelli il monumento appariva in pessimo stato di conservazione “distrutto: si vede un cumulo di rovine alto m 2;
Il monumento è ubicato a circa 200 metri a NE del Nuraghe Figu e a meno di 350 metri a SO del Nuraghe Bighinzone. Si tratta di un monotorre a pianta circolare con uno spessore murario di m 4,00 a Est e di m 3,60 a Ovest ed una altezza che varia da m 3,05 a NNO, con 6 filari, e di m 1,75 a SSO con 3/4 filari. L’opera muraria è costituita da blocchi poliedrici disposti a filari orizzontali non sempre regolari.