è il ‘padre di tutti i nuraghi’, il protonuraghe Madugui (nome locale) o Maduli (denominazione archeologica), che svetta sul ciglio sud-orientale, particolarmente sporgente, dell’altopiano. Oggi le sue mura sono alte quattro metri e mezzo, un tempo di più. È uno degli esempi più significativi della tipologia architettonica protonuragica (o pseudonuragica), prototipo dei ‘nuraghi a corridoio’, in seguito evolutisi in torri o agglomerati di torri chiuse a falsa cupola (tholos).
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Il complesso nuragico consta di nove torri, tre delle quali riferibili alle strutture centrali, sei alla robusta cinta antemuraria. Sua assoluta peculiarità è la diretta insistenza sulle sue strutture dei ruderi di una piccola chiesa campestre, dedicata al santo omonimo e risalente agli inizi del XVII secolo, alla cui fase di utilizzo si riferiscono undici sepolture rinvenute nell”area circostante l”edificio sacro. Sul colle San Sebastiano sono leggibili testimonianze di un”occupazione punica.
A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
HISTORIA DE PERDA
A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
HISTORIA DE PERDA
A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
HISTORIA DE PERDA
A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
HISTORIA DE PERDA
A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
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A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
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A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
HISTORIA DE PERDA
A circa due chilometri dal centro abitato di Gesico, nella strada bianca che conduce a Villanovafranca, troviamo su un’ altura scoscesa quattro tombe di giganti distanti tra di loro solamente una decina di metri. Su questo sito, ora privo di manutenzione, vennero condotti gli scavi sistematici nel 2006 dalla Soprintendenza Archeologica di Cagliari, dove all’ interno delle camere sepolcrali sono stati rinvenuti resti ossei dei defunti riposti al suo interno.
Le loro grandi particolarità sono:
– la totale assenza, all’ ingresso delle tombe, dell’ esedra
– l’ assomiglianza ad una chiglia di nave rovesciata che può essere riscontrata o paragonata con dei monumenti sepolcrali chiamati “navetas” tipici della civiltà Talayotica di Minorca e delle isole Baleari.
Queste grandi opere sono realizzati in lastre di calcare disposte a filari progressivamente sempre più aggettanti verso l’alto e la copertura era ottenuta mediante una serie di lastre che fungevano da architrave. Da notare la pavimentazione ottenuta con dei grandi massi squadrati con uno spessore di una decina di cm. Abbiamo riportato solo 3 delle 4 tombe presenti sulla collina. Da notare i due massi che presentano dei solchi molto evidenti.
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