Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.
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Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.
Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.
Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.
NURAGHE SU PAR E SA PELDA ( NURAGHE MAISTU PELDU)
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Chi non è mai andato al mare a Chia? Ebbene se siete andati, il nuraghe ha visto voi, chissà se voi lo avete visto. All’ingresso del bivio Chia- Domus de Maria, seguendo il corso del Rio Chia, di vedetta trovate lui. Complesso nuragico diroccato, composto da due torrette interamente coperte da ginestra (tiria, la pianta che ti lascia ricordi sui pantaloni e sulla carne, forse la chiamano cosi perche ti “tirada tottu, crazzonisi e peddi puru). Il complesso si presenta con due torri, una est di cui affiorano 2 metri, e una ovest, più bassa con una cavità all’interno. Si tratta sicuramente di nuraghi vedetta, posti in posizione di dominio sull’antico sentiero che segue il fiume e porta a Chia. Suo dirimpettaio, un fantastico menhir, chiamato Su para e sa pelda ( il prete di pietra) dive anni addietro si soleva chiedere ai bambini di farsi il segno della croce passandoci sotto. Testimonianza banale di come ancora una volta sia facile che le religioni utilizzino simboli più antichi e se ne approprino, riempiendoli di significati diversi. Per di più un’altra statua naturale, a circa 50 metri dal nuraghe, è chiamata “sa Mongia” (la suora), per la sua forma che ricorda tanto la monaca di Monza.
NURAGHE SU PAR E SA PELDA ( NURAGHE MAISTU PELDU)
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Chi non è mai andato al mare a Chia? Ebbene se siete andati, il nuraghe ha visto voi, chissà se voi lo avete visto. All’ingresso del bivio Chia- Domus de Maria, seguendo il corso del Rio Chia, di vedetta trovate lui. Complesso nuragico diroccato, composto da due torrette interamente coperte da ginestra (tiria, la pianta che ti lascia ricordi sui pantaloni e sulla carne, forse la chiamano cosi perche ti “tirada tottu, crazzonisi e peddi puru). Il complesso si presenta con due torri, una est di cui affiorano 2 metri, e una ovest, più bassa con una cavità all’interno. Si tratta sicuramente di nuraghi vedetta, posti in posizione di dominio sull’antico sentiero che segue il fiume e porta a Chia. Suo dirimpettaio, un fantastico menhir, chiamato Su para e sa pelda ( il prete di pietra) dive anni addietro si soleva chiedere ai bambini di farsi il segno della croce passandoci sotto. Testimonianza banale di come ancora una volta sia facile che le religioni utilizzino simboli più antichi e se ne approprino, riempiendoli di significati diversi. Per di più un’altra statua naturale, a circa 50 metri dal nuraghe, è chiamata “sa Mongia” (la suora), per la sua forma che ricorda tanto la monaca di Monza.
NURAGHE SU PAR E SA PELDA ( NURAGHE MAISTU PELDU)
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Chi non è mai andato al mare a Chia? Ebbene se siete andati, il nuraghe ha visto voi, chissà se voi lo avete visto. All’ingresso del bivio Chia- Domus de Maria, seguendo il corso del Rio Chia, di vedetta trovate lui. Complesso nuragico diroccato, composto da due torrette interamente coperte da ginestra (tiria, la pianta che ti lascia ricordi sui pantaloni e sulla carne, forse la chiamano cosi perche ti “tirada tottu, crazzonisi e peddi puru). Il complesso si presenta con due torri, una est di cui affiorano 2 metri, e una ovest, più bassa con una cavità all’interno. Si tratta sicuramente di nuraghi vedetta, posti in posizione di dominio sull’antico sentiero che segue il fiume e porta a Chia. Suo dirimpettaio, un fantastico menhir, chiamato Su para e sa pelda ( il prete di pietra) dive anni addietro si soleva chiedere ai bambini di farsi il segno della croce passandoci sotto. Testimonianza banale di come ancora una volta sia facile che le religioni utilizzino simboli più antichi e se ne approprino, riempiendoli di significati diversi. Per di più un’altra statua naturale, a circa 50 metri dal nuraghe, è chiamata “sa Mongia” (la suora), per la sua forma che ricorda tanto la monaca di Monza.
NURAGHE SU PAR E SA PELDA ( NURAGHE MAISTU PELDU)
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Chi non è mai andato al mare a Chia? Ebbene se siete andati, il nuraghe ha visto voi, chissà se voi lo avete visto. All’ingresso del bivio Chia- Domus de Maria, seguendo il corso del Rio Chia, di vedetta trovate lui. Complesso nuragico diroccato, composto da due torrette interamente coperte da ginestra (tiria, la pianta che ti lascia ricordi sui pantaloni e sulla carne, forse la chiamano cosi perche ti “tirada tottu, crazzonisi e peddi puru). Il complesso si presenta con due torri, una est di cui affiorano 2 metri, e una ovest, più bassa con una cavità all’interno. Si tratta sicuramente di nuraghi vedetta, posti in posizione di dominio sull’antico sentiero che segue il fiume e porta a Chia. Suo dirimpettaio, un fantastico menhir, chiamato Su para e sa pelda ( il prete di pietra) dive anni addietro si soleva chiedere ai bambini di farsi il segno della croce passandoci sotto. Testimonianza banale di come ancora una volta sia facile che le religioni utilizzino simboli più antichi e se ne approprino, riempiendoli di significati diversi. Per di più un’altra statua naturale, a circa 50 metri dal nuraghe, è chiamata “sa Mongia” (la suora), per la sua forma che ricorda tanto la monaca di Monza.
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Già nel 1830 il generale Alberto Lamarmora visitando i nostri luoghi a Domus de Maria e Teulada si prese la briga di censire alcuni dei nostri nuraghe. Nei maestosi monti di Domus si imbatté in un gran bel nuraghe, che i locali chiamavano “Su Casteddu de Monte Maria”, posto in un luogo chiamato Crabieli (Gabriele). L’immagine che ci da il nuraghe è quella di un vero e proprio castello: posto su una delle tante cime granitiche della montagna , a 470 mt d’altezza, domina tutta la valle da Malfatano a Capo Teulada. Il generale scrisse. “ si dice che una folgore lo abbia reso allo stato attuale”. Ora il nuraghe è di difficilissimo accesso, e fa parte di una rete di 4 nuraghe posti in successione e in contatto visivo, dei quali a breve parleremo. Sulla cima si intravedono resti di alcuni tholos e di un ingresso, mentre la sua disposizione in lungo lascia pensare che sia un nuraghe a corridoio adattato nel tempo. Allego mappa e disegno di Lamarmora, nonché la maestosa roccia di Monte Maria, sa Rocca a Suba de Parisi ( Una roccia sopra l’altra)
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Già nel 1830 il generale Alberto Lamarmora visitando i nostri luoghi a Domus de Maria e Teulada si prese la briga di censire alcuni dei nostri nuraghe. Nei maestosi monti di Domus si imbatté in un gran bel nuraghe, che i locali chiamavano “Su Casteddu de Monte Maria”, posto in un luogo chiamato Crabieli (Gabriele). L’immagine che ci da il nuraghe è quella di un vero e proprio castello: posto su una delle tante cime granitiche della montagna , a 470 mt d’altezza, domina tutta la valle da Malfatano a Capo Teulada. Il generale scrisse. “ si dice che una folgore lo abbia reso allo stato attuale”. Ora il nuraghe è di difficilissimo accesso, e fa parte di una rete di 4 nuraghe posti in successione e in contatto visivo, dei quali a breve parleremo. Sulla cima si intravedono resti di alcuni tholos e di un ingresso, mentre la sua disposizione in lungo lascia pensare che sia un nuraghe a corridoio adattato nel tempo. Allego mappa e disegno di Lamarmora, nonché la maestosa roccia di Monte Maria, sa Rocca a Suba de Parisi ( Una roccia sopra l’altra)
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Già nel 1830 il generale Alberto Lamarmora visitando i nostri luoghi a Domus de Maria e Teulada si prese la briga di censire alcuni dei nostri nuraghe. Nei maestosi monti di Domus si imbatté in un gran bel nuraghe, che i locali chiamavano “Su Casteddu de Monte Maria”, posto in un luogo chiamato Crabieli (Gabriele). L’immagine che ci da il nuraghe è quella di un vero e proprio castello: posto su una delle tante cime granitiche della montagna , a 470 mt d’altezza, domina tutta la valle da Malfatano a Capo Teulada. Il generale scrisse. “ si dice che una folgore lo abbia reso allo stato attuale”. Ora il nuraghe è di difficilissimo accesso, e fa parte di una rete di 4 nuraghe posti in successione e in contatto visivo, dei quali a breve parleremo. Sulla cima si intravedono resti di alcuni tholos e di un ingresso, mentre la sua disposizione in lungo lascia pensare che sia un nuraghe a corridoio adattato nel tempo. Allego mappa e disegno di Lamarmora, nonché la maestosa roccia di Monte Maria, sa Rocca a Suba de Parisi ( Una roccia sopra l’altra)
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Già nel 1830 il generale Alberto Lamarmora visitando i nostri luoghi a Domus de Maria e Teulada si prese la briga di censire alcuni dei nostri nuraghe. Nei maestosi monti di Domus si imbatté in un gran bel nuraghe, che i locali chiamavano “Su Casteddu de Monte Maria”, posto in un luogo chiamato Crabieli (Gabriele). L’immagine che ci da il nuraghe è quella di un vero e proprio castello: posto su una delle tante cime granitiche della montagna , a 470 mt d’altezza, domina tutta la valle da Malfatano a Capo Teulada. Il generale scrisse. “ si dice che una folgore lo abbia reso allo stato attuale”. Ora il nuraghe è di difficilissimo accesso, e fa parte di una rete di 4 nuraghe posti in successione e in contatto visivo, dei quali a breve parleremo. Sulla cima si intravedono resti di alcuni tholos e di un ingresso, mentre la sua disposizione in lungo lascia pensare che sia un nuraghe a corridoio adattato nel tempo. Allego mappa e disegno di Lamarmora, nonché la maestosa roccia di Monte Maria, sa Rocca a Suba de Parisi ( Una roccia sopra l’altra)