Nel parco archeologico sono presenti una necropoli ipogeica, costituita da una quindicina di domus de janas (le case delle fate), le tombe preistoriche scavate nelle pareti rocciose de Sa Carona Arrubia (parete rocciosa rossa) e nei grandi massi erratici di basalto, e qualche nuraghe monotorre.
#immagini: 9980
Nel parco archeologico sono presenti una necropoli ipogeica, costituita da una quindicina di domus de janas (le case delle fate), le tombe preistoriche scavate nelle pareti rocciose de Sa Carona Arrubia (parete rocciosa rossa) e nei grandi massi erratici di basalto, e qualche nuraghe monotorre.
Nel parco archeologico sono presenti una necropoli ipogeica, costituita da una quindicina di domus de janas (le case delle fate), le tombe preistoriche scavate nelle pareti rocciose de Sa Carona Arrubia (parete rocciosa rossa) e nei grandi massi erratici di basalto, e qualche nuraghe monotorre.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
È un’enorme roccia che ospita un ipogeo funerario del IV-III millennio a.C. Il sito ha avuto una straordinaria continuità d’uso lunga cinquemila anni, dal Neolitico al XIX secolo. Attualmente ospita il museo delle tradizioni etnografiche dell’Anglona, che racconta cultura agropastorale, vita delle comunità locali, storia e archeologia, a partire della tomba neolitica, che costituisce il livello più antico della Rocca: sei celle di dimensioni e forma varie, di cui due fuse in un unico ambiente.
Siamo nel territorio comunale di Chiaramonti, la domus de janas di Bellimpiatu permette l’accesso dalla volta crollata che è crollato e sono occupate da molto materiale di riporto. Le dimensioni appaiono grandi con una struttura innovativa ad arco cche congiunge gli ambienti interni, tutti da scoprire. Essa assume una rilevante importanza in quanto riporta al suo interno una simbologia (antropomorfo?) molto importante che potrebbe essere l’uomo dalle braccia alzate. E’ una figura fortemente stilizzata che rappresenta l’uomo che all’atto della morte alza le braccia al cielo per ricongiungersi agli dei. E’ una espressione di forte religiosità in quanto mette in evidenza la congiunzione dell’uomo terreno a Dio nel momento del trapasso dalla vita terrena all’al di là. Su un’altra colonna , sempre nella camera centrale vi è una piccola nicchia che serviva per riporvi oggetti appartenuti in vita al defunto o anche delle offerte votive
Siamo nel territorio comunale di Chiaramonti, la domus de janas di Bellimpiatu permette l’accesso dalla volta crollata che è crollato e sono occupate da molto materiale di riporto. Le dimensioni appaiono grandi con una struttura innovativa ad arco cche congiunge gli ambienti interni, tutti da scoprire. Essa assume una rilevante importanza in quanto riporta al suo interno una simbologia (antropomorfo?) molto importante che potrebbe essere l’uomo dalle braccia alzate. E’ una figura fortemente stilizzata che rappresenta l’uomo che all’atto della morte alza le braccia al cielo per ricongiungersi agli dei. E’ una espressione di forte religiosità in quanto mette in evidenza la congiunzione dell’uomo terreno a Dio nel momento del trapasso dalla vita terrena all’al di là. Su un’altra colonna , sempre nella camera centrale vi è una piccola nicchia che serviva per riporvi oggetti appartenuti in vita al defunto o anche delle offerte votive
Siamo nel territorio comunale di Chiaramonti, la domus de janas di Bellimpiatu permette l’accesso dalla volta crollata che è crollato e sono occupate da molto materiale di riporto. Le dimensioni appaiono grandi con una struttura innovativa ad arco cche congiunge gli ambienti interni, tutti da scoprire. Essa assume una rilevante importanza in quanto riporta al suo interno una simbologia (antropomorfo?) molto importante che potrebbe essere l’uomo dalle braccia alzate. E’ una figura fortemente stilizzata che rappresenta l’uomo che all’atto della morte alza le braccia al cielo per ricongiungersi agli dei. E’ una espressione di forte religiosità in quanto mette in evidenza la congiunzione dell’uomo terreno a Dio nel momento del trapasso dalla vita terrena all’al di là. Su un’altra colonna , sempre nella camera centrale vi è una piccola nicchia che serviva per riporvi oggetti appartenuti in vita al defunto o anche delle offerte votive