Betile con due concavità quasi sulla “testa”. Probabilmente per l’innesto di corna litiche
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Betile con due concavità quasi sulla “testa”. Probabilmente per l’innesto di corna litiche
Betile con due concavità quasi sulla “testa”. Probabilmente per l’innesto di corna litiche
Betile con due concavità quasi sulla “testa”. Probabilmente per l’innesto di corna litiche
Si trovano nel territorio comunale di Fonni (NU). Il sito comprende 5 tombe di cui 2 ben conservate. Quattro tombe sono ravvicinate mentre una quinta (in pessime condizioni) si trova a circa 400 metri in direzione nord-ovest
Queste domus, ubicate a monte della tenuta Mariani e in precario stato di conservazione, presentano al loro interno petroglifi, rappresentazioni pittoriche e scultoree. Sono in particolare rappresentati il tetto a doppio spiovente, il focolare circolare, la spirale ricorrente e il motivo corniforme. In attesa di definirne i necessari interventi di conservazione e restauro attualmente l’accesso all’ipogeo non è consentito.
Complesso nuragico risalente all”età del bronzo situato nel comune di Villanovatulo in provincia di Cagliari. Il sito sorge su un rilievo di circa 800 m d’altezza al centro della regione storica del Sarcidano. I primi scavi risalgono alla metà del ottocento. L”intero complesso è formato da una torre centrale e da un bastione quadrilobato, circondato da un villaggio. Nel sito sono stati rinvenuti vari reperti quali ceramiche e un frammento di ansa in bronzo.
Non esiste relazione diretta, eppure è identico ai coevi templi mesopotamici e incarna il credo ‘orientaleggiante’ di unione tra cielo e terra: le aree sacre in cima a rilievi erano considerate punto d’incontro tra uomo e divinità. Il tempio di monte d’Accoddi , risalente a cinquemila anni fa, è uno ziqqurat unico in Europa per singolarità di tipologie architettoniche. Fu scoperto a metà del XX secolo, scavando un piccolo colle che pareva ‘artificiale’ al centro di una pianura.
Posta a breve distanza dalla chiesetta campestre di S. Gavino e ad un centinaio di metri a NO dal Nuraghe Toscono, con il quale era in stretta relazione culturale, la tomba di Santu Bainzu è del tipo dolmenico con stele centinata monolitica, disposta lungo l’asse SE-NO e con ingresso a SE. Rilevata dal Lamarmora, che nel suo disegno mostra ancora in situ gli ortostati dell’esedra che invece non sono più presenti in un successivo schizzo planimetrico effettuato dal Mackenzie. (sardegna Cultura)
Il monolite si erge nella località omonima oltrepassato il pianoro di Pranu Corongiu che ospita ben dieci menhir
Il nuraghe Majore (XIV-IX secolo a.C.), è del tipo monotorre, è alto allo stato attuale più di otto metri, con evidente rastrematura verso l’alto; presenta un unico ingresso sul lato sud-est. Dall’ingresso, un corridoio conduce alla camera centrale del piano terra, costituita da una struttura a tholos, mentre sulla sinistra si accede ad una scala. Poichè la torre è stata interessata da un crollo di notevole entità, prima degli anni ’80, si è reso necessario un intervento di restauro
Il nuraghe è di tipo monotorre con cupola a thòlos, realizzato con l’ausilio di rocce granitiche affioranti dal terreno che ne costituiscono il basamento e parte delle pareti; la muratura è realizzata con blocchi di granito rozzamente lavorati. Nella camera sono presenti due nicchie contrapposte, una delle quali ricavata nel banco di roccia ma danneggiata dai vandali.
Nel 2005, durante gli scavi operati nell’area circostante, dove si estendeva il villaggio nuragico si è potuto stimare la presenza di oltre 150 capanne risalenti alla prima fase della civiltà nuragica[1], mentre alcune opere di restauro si sono rese necessarie per consolidare il basamento della struttura.
























