«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
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«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
Il Crastu 2 (o Alpru secondo le carte del 1847 del De Candia) si tratta di un edificio dalla planimetria insolita, dal «corpo curvilineo-sub circolare» (v. G. Manca), costruito utilizzando come spalla una muraglia presente e con all’interno una camera capiente.
«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
«All’interno si apre una fra le più belle e ampie camere allungate che io conosca», ha scritto a riguardo l’archeologo Giacobbe Manca.
L’edificio comprende anche un secondo piccolo vano con ingresso esterno, una sorta di disimpegno dal quale si può accedere sia alla camera suddetta e sia, tramite una gradinata curvilinea, ad un secondo vano superiore .
In passato è stato definito «a schiena di tettoia» (vedi Spano G. 1867), è stata posta in evidenza la sua «gran camera ovale» (vedi Centurione, 1888) e classificato come protonuraghe “naviforme” (Manca Demurtas L., Demurtas S. 1991).
Il Crastu risulta annoverato tra i nuraghi con camere embrionali a pianta rettangolare, ovale o anche circolare, singole o multiple (anche definiti come detto dei tipi a camera naviforme, “di transizione” e a tholos embrionale), considerate come esito dello sviluppo dell’originario corridoio e delle nicchie del piano terreno.
Il nuraghe Santu Antine, chiamato anche Sa domo de su Re (in italiano “La casa del Re”) è uno dei nuraghi più maestosi dell”intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti.L”intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura preistorica mediterranea e si presume che l”altezza originaria raggiungesse i 22 e i 24 metri, la più alta per quel periodo dopo le piramidi egizie e il mastio della reggia nuragica di Arrubiu che misurava tra i 25 e i 30 metri
Il nuraghe Santu Antine, chiamato anche Sa domo de su Re (in italiano “La casa del Re”) è uno dei nuraghi più maestosi dell”intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti.L”intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura preistorica mediterranea e si presume che l”altezza originaria raggiungesse i 22 e i 24 metri, la più alta per quel periodo dopo le piramidi egizie e il mastio della reggia nuragica di Arrubiu che misurava tra i 25 e i 30 metri
Il nuraghe Santu Antine, chiamato anche Sa domo de su Re (in italiano “La casa del Re”) è uno dei nuraghi più maestosi dell”intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti.L”intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura preistorica mediterranea e si presume che l”altezza originaria raggiungesse i 22 e i 24 metri, la più alta per quel periodo dopo le piramidi egizie e il mastio della reggia nuragica di Arrubiu che misurava tra i 25 e i 30 metri
Il nuraghe Santu Antine, chiamato anche Sa domo de su Re (in italiano “La casa del Re”) è uno dei nuraghi più maestosi dell”intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti.L”intero complesso rappresenta un importante esempio di architettura preistorica mediterranea e si presume che l”altezza originaria raggiungesse i 22 e i 24 metri, la più alta per quel periodo dopo le piramidi egizie e il mastio della reggia nuragica di Arrubiu che misurava tra i 25 e i 30 metri