Sardi nuragici e Levantini

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Le osservazioni da proporre sui rapporti tra Sardi nuragici e Levantini sono un cumulo, almeno quanto lo sono le contraddizioni in materia.

Innanzitutto è appurato che almeno dal VI millennio a.C. si parla di oggetti e minerali di ossidiana proveniente dal monte Arci, esportati in Corsica, in Toscana e in Iberia:

https://www.sardegnacultura.it/documenti/7_93_20070720115442.pdf

Nei millenni e secoli successivi è poco credibile, se non illogico, che i sardi avessero rinunciato a navigare considerato che dal mare arrivavano, in particolare, evidenti e svariati benefici.

E non è un caso che Temistocle (530/525 – 460 circa a. C.), artefice della potenza navale ateniese, avesse asserito che “chi ha il dominio del mare ha il dominio di tutto”.

Sta di fatto che la lettura di quanto scritto da titolati esperti di settore (come qualcuno parimenti titolato ci ha consigliato di fare), alimenta più dubbi che certezze.

A questo proposito l’orientalista e semitista Giovanni Garbini [1]parlava di una “presenza levantina diffusa su tutta l’isola fin dal XIII sec. a.C. e interessata particolarmente alla ricerca e alla lavorazione dei metalli. I coloni fenici che s’insediarono nella costa sud-occidentale erano stati preceduti da altri Fenici che si erano affiancati ai Filistei e che come questi vivevano nei nuraghi accanto alla popolazione locale…” (edizione settembre-ottobre 2012 di Archeologia Viva).

L’archeologo e accademico dei Lincei Louis Godart [2]afferma invece che, “anche se esistono dei reperti egei a ovest del canale di Sicilia, non vi è la minima traccia di un insediamento minoico o miceneo nei territori del Mediterraneo occidentale. Inoltre, alla luce dei documenti orientali e anche dei testi egizi, appare incontestabile che il commercio palaziale, minoico prima e miceneo poi, si svolgeva esclusivamente nel Mediterraneo orientale”. https://www.nurnet.net/blog/minoici-e-micenei-in-sardegna/

Alla pagina 24 della tesi di Luca Cheri troviamo scritto che “non si può del tutto escludere la possibilità che genti nuragiche navigassero, intrecciando il loro mercato direttamente con i mercati di altre regioni…”(mi permetto al proposito di considerare, ancora una volta, quantomeno fantasiosa l’ipotesi che gli antichi sardi non navigassero). https://core.ac.uk/download/pdf/33724284.pdf

Al contrario Giovanni Ugas, in un’intervista rilasciata a Giancarlo Ghirra e pubblicata sulle pagine dell’Unione Sarda il 27 ottobre 2007, affermava che gli Shardana erano “un popolo egemone nel Mediterraneo occidentale, nel quale esercitano una leadership militare di lungo periodo, dal 1500 al 1200 e oltre avanti Cristo” https://www.nurnet.net/blog/shardana-e-giganti/

Dimitri Baramki, ex curatore del museo di Beirut scriveva invece che i Cananei non conoscevano le tecniche della navigazione d’altura, quindi appresa a seguito dell’invasione dei Popoli del Mare con contestuale stanziamento nei loro territori. Dopo di allora si parla di Fenici, che con buona probabilità erano i pronipoti di coloro che nacquero dall’unione delle donne cananee con alcuni “invasori” delle loro terre (possiamo supporre anche guerrieri Shardana). https://www.nurnet.net/blog/shardana-filistei-e-fenici/

Un’ultima considerazione: come può essere che I lingotti oxhide, realizzati prevalentemente con rame cipriota, siano stati ritrovati in numero maggiore in Sardegna piuttosto che nella stessa isola di Cipro?

Se filtriamo tutte queste informazioni (ne mancano sicuramente molte altre) si può presumere, realisticamente, che qualche commerciante levantino fosse giunto in Sardegna alla spicciolata, portando con sé oggetti e tecnologie che in parte si integrarono con quelle già presenti nella nostra isola.

E’ altrettanto probabile che le marinerie Shardana abbiano caricato sui propri navigli oggetti provenienti da razzie effettuate ad oriente, compresi lingotti oxhide ciprioti.

E’ infine ugualmente verosimile che gli stessi Shardana abbiano imbarcato parte del “parentado” cananeo unitamente a mercanzia (e tecnologia) tipica della terra di Canaan.

Tanto premesso non si può che condividere l’osservazione di Antonello Gregorini quando, nel suo recente post, scrive che “Alcuni termini ricorrenti nell’archeologia classica della Sardegna riferiti ai Fenici sono in revisione. Il termine colonizzazione dovrebbe essere sostituito dal termine “ibridazione”. Pertanto, non si potrebbe parlare di Età Fenicia ma di fase del Nuragico con introduzioni di altre culture del bacino Mediterraneo…”.

In allegato: mappa con la diffusione dell’ossidiana sarda proveniente dal Monte Arci (Carlo Lugliè); Ritrovamenti di lingotti oxhide in area mediterranea.

 

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Garbini

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Louis_Godart