Risultati della ricerca


#immagini: 26

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Nuraghe Serra Madau

Uno sperone roccioso che domina a strapiombo una valle solitaria, un centinaio di metri più in basso, dove scorre il Rio S’Acqua Callenti (l’acqua calda, per i non sardi), un affluente del Flumendosa.
Difficile da raggiungere, lungo un sentiero ripido e impervio, in mezzo alla macchia.
Quando si arriva in cima, lo sguardo si perde tra il verde e non si vedono paesi, mentre la presenza umana è lontana.
Lo stesso panorama che si apriva dinanzi ai nostri antenati, oltre tremila anni fa, ancora oggi lo si ammira dalla posizione svettante dove sorge il nuraghe Serra Madau.
É sorprendente trovare dei nuraghi in luoghi oggi così remoti, così lontani da tutto, ma in posizioni così dominanti come dei castelli medievali, da far intuire che migliaia di anni fa lì c’era una comunità su cui quel nuraghe vigilava dall’alto.
É stupefacente che su quella roccia battuta dal vento e dalle intemperie, dopo tre millenni, le grandi pietre trasportate con fatica dai nuragici, siano ancora al loro posto, a testimoniare una storia ancora misteriosa. (Enrico Napoleone)

Complesso archeologico di Sant’Efis

Il sito archeologico di Sant’Efis, con nuraghe, capanne e pozzo nuragico, ospita un importante insediamento di epoca romana e i ruderi della chiesa medievale dedicata al Santo martire Efisio.
Il nuraghe colpisce per il fatto che risulta edificato su un enorme formazione granitica, l’accesso è attualmente possibile solo dalla sommità con una ripida scala. Il suo interno però risulta ostruito dai crolli. Tutto intorno al nuraghe vi sono i massi derivanti dai crolli dei paramenti esterni del nuraghe stesso. Poco distante si trova il pozzo anch’esso ostruito.

Complesso archeologico di Sant’Efis

Il sito archeologico di Sant’Efis, con nuraghe, capanne e pozzo nuragico, ospita un importante insediamento di epoca romana e i ruderi della chiesa medievale dedicata al Santo martire Efisio.
Il nuraghe colpisce per il fatto che risulta edificato su un enorme formazione granitica, l’accesso è attualmente possibile solo dalla sommità con una ripida scala. Il suo interno però risulta ostruito dai crolli. Tutto intorno al nuraghe vi sono i massi derivanti dai crolli dei paramenti esterni del nuraghe stesso. Poco distante si trova il pozzo anch’esso ostruito.

Complesso archeologico di Sant’Efis

Il sito archeologico di Sant’Efis, con nuraghe, capanne e pozzo nuragico, ospita un importante insediamento di epoca romana e i ruderi della chiesa medievale dedicata al Santo martire Efisio.
Il nuraghe colpisce per il fatto che risulta edificato su un enorme formazione granitica, l’accesso è attualmente possibile solo dalla sommità con una ripida scala. Il suo interno però risulta ostruito dai crolli. Tutto intorno al nuraghe vi sono i massi derivanti dai crolli dei paramenti esterni del nuraghe stesso. Poco distante si trova il pozzo anch’esso ostruito.

Complesso archeologico di Sant’Efis

Il sito archeologico di Sant’Efis, con nuraghe, capanne e pozzo nuragico, ospita un importante insediamento di epoca romana e i ruderi della chiesa medievale dedicata al Santo martire Efisio.
Il nuraghe colpisce per il fatto che risulta edificato su un enorme formazione granitica, l’accesso è attualmente possibile solo dalla sommità con una ripida scala. Il suo interno però risulta ostruito dai crolli. Tutto intorno al nuraghe vi sono i massi derivanti dai crolli dei paramenti esterni del nuraghe stesso. Poco distante si trova il pozzo anch’esso ostruito.

Complesso archeologico di Sant’Efis

Il sito archeologico di Sant’Efis, con nuraghe, capanne e pozzo nuragico, ospita un importante insediamento di epoca romana e i ruderi della chiesa medievale dedicata al Santo martire Efisio.
Il nuraghe colpisce per il fatto che risulta edificato su un enorme formazione granitica, l’accesso è attualmente possibile solo dalla sommità con una ripida scala. Il suo interno però risulta ostruito dai crolli. Tutto intorno al nuraghe vi sono i massi derivanti dai crolli dei paramenti esterni del nuraghe stesso. Poco distante si trova il pozzo anch’esso ostruito.