È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l”area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti. Le fonti e i pozzi sono inseriti all”interno di un paramento murario semicircolare. Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
#immagini: 11
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l”area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti. Le fonti e i pozzi sono inseriti all”interno di un paramento murario semicircolare. Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l”area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti. Le fonti e i pozzi sono inseriti all”interno di un paramento murario semicircolare. Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l”area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti. Le fonti e i pozzi sono inseriti all”interno di un paramento murario semicircolare. Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).
Il complesso, tra i più significativi della Sardegna nuragica, si estende per oltre sette ettari su un declivio.
È costituito a monte da una serie di fonti e pozzi per la raccolta e la captazione delle acque, a valle da un villaggio con l’area sacra. Poco lontano è situata una necropoli di tombe di giganti.
Le fonti e i pozzi sono inseriti all’interno di un paramento murario semicircolare.
Da una prima fonte, realizzata in opera isodoma, le acque venivano convogliate, attraverso una canaletta, nel complesso templare e abitativo ubicato più a valle.
Sul lato d. del paramento è presente una vasca rettangolare realizzata con blocchi in basalto a T collegati da grappe in piombo e in legno con fondo rivestito da lastre di trachite e di tufo; era probabilmente utilizzata per le abluzioni rituali.
Un pozzo è ubicato all’interno di un ambiente circolare adiacente alla vasca. L’edificio presenta una copertura a “tholos”. All’interno sono stati rinvenuti spilloni e pugnali bronzei, elementi di collana e contenitori fittili per attingere l’acqua. I materiali si datano al Bronzo recente-finale (XII-IX sec. a.C.)
A valle, all’interno di un grande “temenos” rettangolare (lungh. circa m 70,00), si trovano gli edifici di culto: particolarmente interessante un nuraghe monotorre utilizzato a scopo rituale in momenti successivi alla sua costruzione.
L’edificio presenta un ingresso architravato che immette in una camera circolare (diam. m 9,00) con pavimento lastricato da blocchi di scisto e granito. La camera è fornita di nicchia sul lato NO, e di sedile su quello SO. Sul lato opposto all’ingresso si sviluppa un paramento murario realizzato con nove ortostati di granito a formare una sorta di zoccolo: le tracce di fuoco e le scorie rinvenute sul pavimento antistante inducono ad ipotizzare che quest’area del vano fosse connessa all’attività fusoria. Il settore antistante è delimitato da un paramento murario che si sviluppava al centro dell’ambiente. Il muro è realizzato a filari alternati in trachite e basalto, con blocchi decorati da incisioni a zig-zag e protomi in rilievo; sulla sommità erano infisse delle spade votive in bronzo.
Le strutture murarie e il diametro dell’ambiente hanno portato ad ipotizzare un tipo di copertura a “tholos”, con un foro centrale come sfiatatoio per i fuochi di fusione. Non si può escludere che nell’edificio venisse fuso il piombo, ampiamente presente in filoni nell’area circostante.
Il secondo edificio è un tempio “a megaron”, con pianta rettangolare (lungh. m 11,50) e facciata rettilinea, al quale si accede attraverso un ingresso rettangolare che introduce nel vestibolo (lungh. m 2,00; largh. m 2,60). Un breve corridoio immette nel secondo vano rettangolare (lungh. m 4,80; largh. m 2,00).
La struttura risale al Bronzo recente (XIII sec. a.C.).
Sia all’interno che all’esterno dei templi sono state rinvenute numerose basi in pietra con dei fori, dove, colandovi del bronzo fuso, venivano fissati bronzi figurati e spade votive.
Il terzo tempio ha pianta rettangolare (lungh. m 10,00) e parete di fondo absidata. Un vestibolo quadrangolare introduce nella cella con pavimento lastricato.
Si ritiene che l’intero complesso del Gremanu si sia sovrapposto ad un insediamento del Bronzo medio (XV sec. a.C.).