Grande monolite, espressione di un culto legato alla fertilità della terra, si colloca tra il Neolitico e l’Eneolitico.
Prov: Carbonia-Iglesias
Autore: Crazyluca79 per Wikimapia
Codice Geo: NUR18233
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#immagini: 204
Grande monolite, espressione di un culto legato alla fertilità della terra, si colloca tra il Neolitico e l’Eneolitico.
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Oltre alla necropoli, la valle ospita un parco archeologico comprendente un’allèe couverte, due nuraghi e due imponenti menhir alti circa cinque metri. La necropoli faceva capo a un villaggio del III millennio a.C. Tante altre perdas fittas (conficcate) caratterizzano il territorio, dove trova posto un’altra necropoli neolitica, le domus di Marchianna, e i ruderi di altri 40 nuraghi. (Sardegna Turismo)
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Oltre alla necropoli, la valle ospita un parco archeologico comprendente un’allèe couverte, due nuraghi e due imponenti menhir alti circa cinque metri. La necropoli faceva capo a un villaggio del III millennio a.C. Tante altre perdas fittas (conficcate) caratterizzano il territorio, dove trova posto un’altra necropoli neolitica, le domus di Marchianna, e i ruderi di altri 40 nuraghi. (Sardegna Turismo)
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Oltre alla necropoli, la valle ospita un parco archeologico comprendente un’allèe couverte, due nuraghi e due imponenti menhir alti circa cinque metri. La necropoli faceva capo a un villaggio del III millennio a.C. Tante altre perdas fittas (conficcate) caratterizzano il territorio, dove trova posto un’altra necropoli neolitica, le domus di Marchianna, e i ruderi di altri 40 nuraghi. (Sardegna Turismo)
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Oltre alla necropoli, la valle ospita un parco archeologico comprendente un’allèe couverte, due nuraghi e due imponenti menhir alti circa cinque metri. La necropoli faceva capo a un villaggio del III millennio a.C. Tante altre perdas fittas (conficcate) caratterizzano il territorio, dove trova posto un’altra necropoli neolitica, le domus di Marchianna, e i ruderi di altri 40 nuraghi. (Sardegna Turismo)
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Oltre alla necropoli, la valle ospita un parco archeologico comprendente un’allèe couverte, due nuraghi e due imponenti menhir alti circa cinque metri. La necropoli faceva capo a un villaggio del III millennio a.C. Tante altre perdas fittas (conficcate) caratterizzano il territorio, dove trova posto un’altra necropoli neolitica, le domus di Marchianna, e i ruderi di altri 40 nuraghi. (Sardegna Turismo)
Scavata in un anfiteatro di roccia trachitica sul fianco meridionale del ‘silenzioso’ colle di sa Pranedda, è composta da oltre 40 tombe di varie dimensioni e planimetrie, allineate lungo la parete rocciosa in maniera simmetrica, secondo un disegno che pare preordinato. La necropoli di Montessu è una delle più significative e affascinanti testimonianze prenuragiche dell’Isola, in uso per un millennio e mezzo, dal Neolitico finale (3200-2800 a.C.) al Bronzo antico (1800-1600 a.C.), come attestano i reperti ceramici ritrovati e custoditi nei musei archeologici di Cagliari e Santadi. Oltre alla necropoli, la valle ospita un parco archeologico comprendente un’allèe couverte, due nuraghi e due imponenti menhir alti circa cinque metri. La necropoli faceva capo a un villaggio del III millennio a.C. Tante altre perdas fittas (conficcate) caratterizzano il territorio, dove trova posto un’altra necropoli neolitica, le domus di Marchianna, e i ruderi di altri 40 nuraghi. (Sardegna Turismo)
Menhir di età prenuragica alto circa 5 metri e posizionato ancora in posizione eretta. Al menhir è stato dato il nome di una gigantessa spesso ricorrente nelle leggende popolari sarde. La presenza di molti altri menhir nella zona testimoniano la forte diffusione delle pratiche religiose legate al megalitismo.
Il territorio di Villaperuccio custodisce la più importante ed affascinante necropoli di domus de janas della Sardegna Meridionale. Le tombe, circa 40, sono scavate sulla roccia trachitica, quasi allineate lungo la medesima parete rocciosa.
Alle tombe, di planimetria e dimensioni diverse, si accede da un’apertura ben lavorata cui seguono vani anche ampi, in alcuni casi ingentiliti da colonne sbozzate nella viva roccia, eleganti incisioni parietali a spirali o raffiguranti corna taurine.
Il territorio di Villaperuccio custodisce la più importante ed affascinante necropoli di domus de janas della Sardegna Meridionale. Le tombe, circa 40, sono scavate sulla roccia trachitica, quasi allineate lungo la medesima parete rocciosa.
Alle tombe, di planimetria e dimensioni diverse, si accede da un’apertura ben lavorata cui seguono vani anche ampi, in alcuni casi ingentiliti da colonne sbozzate nella viva roccia, eleganti incisioni parietali a spirali o raffiguranti corna taurine. (Parco Geominerario)
Nuraghe monotorre che riemerge dal lago solo nei periodi di siccità
I menhir sono megaliti monolitici eretti solitamente nel corso del neolitico. In Sardegna prendono il nome di “perdas fittas”, cioè pietre infisse nel terreno.