Complesso ipogeico che consta di sei domus de janas.
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Secondo la storia riportata da Zirottu che fece una approfondita ricerca d’archivio, questa piccola ‘onchedda fu destinata a eterna dimora, anche se per poco, di una donna di Orani.
La sfortunata fu sedotta e messa incinta dal Vicario locale e successivamente condotta a Mamoiada dove andò incontro al suo triste destino.
Qui inutili furono i tentativi di farla abortire. Nonostante questi barbari tentativi, riuscì comunque a partorire un bambino che fu esposto alla porta di casa e morì il giorno seguente. Dopo alcuni giorni morì anche lei. Durante il trasporto per essere seppellita a Orani, il carro venne bloccato nella vecchia strada per Orani per ordine del notabile. Pare che la salma fu collocata in una cavità a Dralloi, nella piccola domus de jana, forse con lei anche il suo bambino. Dopo alcuni giorni venne comunque ritrovata da alcuni compaesani e seppellita a Orani.
La località immediatamente vicina viene chiamata ancora oggi Punta Sa Femina o ‘Onca ‘e sa Emina, un richiamo, forse, a questo triste episodio del 1608.
Oggi mentre mi recavo la, per prenderne la posizione esatta, forse ho ripercorso quello che doveva essere l’antico tragitto di questa provvisoria e macabra sepoltura. Passo dopo passo mi sono domandata più volte quale peccato, se non quello di essere stata ammaliata, può essere così grave da meritare tutto questo.
Chissà, magari in quel piccolo anfratto ne aleggia ancora lo spirito, oggi no, soffiava solo una leggera brezza, un timido assaggio di primavera. Tranquilla ho ripreso la mia strada, ancora una volta affascinata dalla natura e dalla storia.
Secondo la storia riportata da Zirottu che fece una approfondita ricerca d’archivio, questa piccola ‘onchedda fu destinata a eterna dimora, anche se per poco, di una donna di Orani.
La sfortunata fu sedotta e messa incinta dal Vicario locale e successivamente condotta a Mamoiada dove andò incontro al suo triste destino.
Qui inutili furono i tentativi di farla abortire. Nonostante questi barbari tentativi, riuscì comunque a partorire un bambino che fu esposto alla porta di casa e morì il giorno seguente. Dopo alcuni giorni morì anche lei. Durante il trasporto per essere seppellita a Orani, il carro venne bloccato nella vecchia strada per Orani per ordine del notabile. Pare che la salma fu collocata in una cavità a Dralloi, nella piccola domus de jana, forse con lei anche il suo bambino. Dopo alcuni giorni venne comunque ritrovata da alcuni compaesani e seppellita a Orani.
La località immediatamente vicina viene chiamata ancora oggi Punta Sa Femina o ‘Onca ‘e sa Emina, un richiamo, forse, a questo triste episodio del 1608.
Oggi mentre mi recavo la, per prenderne la posizione esatta, forse ho ripercorso quello che doveva essere l’antico tragitto di questa provvisoria e macabra sepoltura. Passo dopo passo mi sono domandata più volte quale peccato, se non quello di essere stata ammaliata, può essere così grave da meritare tutto questo.
Chissà, magari in quel piccolo anfratto ne aleggia ancora lo spirito, oggi no, soffiava solo una leggera brezza, un timido assaggio di primavera. Tranquilla ho ripreso la mia strada, ancora una volta affascinata dalla natura e dalla storia.
insieme di menhirs sparsi a terra.
89) LEONE
Nome: leone
Categoria: animale
Aspetto: figurina in bronzo di leone raffigurato leggermente inclinato sulle zampe anteriori.
La testa, girata all’indietro, mostra le fauci spalancate, contornate da una linea incisa.
Luogo di ritrovamento: Orani (NU), tempio nuragico di Nurdole
Residenza attuale: Museo Archeologico di Nuoro
Segni particolari: integro
Curiositá: il leone, finora sconosciuto nell’iconografia dei bronzetti nuragici, si colloca nell’ambito del periodo orientalizzante (VII sec. a.C.)
Immagine e descrizione da “Il museo speleo-archeologico di Nuoro”, 2006, Carlo Delfino Editore
Espatrio – Askos nuragico provenienza nuraghe Nurdole di Orani
Un bellissimo askos di bronzo con protome bovina a doppio versatoio facente parte della collezione Ortiz in Svizzera.
E’ uno dei tanti reperti recuperati clandestinamente a Nurdole e venduti sul mercato internazionale
(Da “Il Sacro Monte di Nurdole” M.A.Fadda)
127) OFFERENTE CON COPRICAPO A TIARA E STOLA
Nome: definito rispettivamente “notabile” o arciere” con copricapo a tiara e stola
Epoca: età nuragica (1100-900 a.C.)
Professione: sconosciuta
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario: l’uomo indossa:
– un singolare copricapo a tiara con bandelle nella parte posteriore,
– una tunica decorata nella parte inferiore a balze e lunga fino alle ginocchia, aperta sul davanti
– sulla spalla sinistra porta una stola decorata con striature verticali
Ben delineati i tratti del viso: occhi a globuletto cerchiati, bocca incisa, orecchie a disco, mento marcato. Le gambe sono nude e rotte all’altezza dei polpacci.
Con la mano destra sembra porgere il consueto saluto devozionale; con la mano sinistra regge un oggetto appoggiato sulla spalla…qualcuno ha ipotizzato fosse un arco spezzato….
Luogo di ritrovamento: Orani (NU), tempio nuragico di Nurdole
Residenza attuale: Museo Archeologico di Nuoro
Curiosità:
Non è nota la “professione” del personaggio. Per alcuni studiosi (archeologa Maria Ausilia Fadda) l’uomo potrebbe essere un notabile, visto l’abbigliamento particolare. Per altri invece potrebbe essere un guerriero, un arciere visto l’oggetto appoggiato sulla spalla (immagine e descrizione da “Il museo speleo-archeologico di Nuoro”, 2006, Carlo Delfino Editore – http://souvenirsdelasardaigne.midiblogs.com/…/1990577789.pdf ).
ma il vestiario dell’uomo non farebbe affatto pensare a un guerriero, soprattutto un arciere… ?
Immagine in bianco e nero tratta dal web e fotografie di Francesca Mannu, dal museo Archeologico di Nuoro
Per informazioni sul sito di Nurdole:
http://www.nurnet.it/it/1481/Il_Santuario_di_Nurdole.html
133) VINCITORE CHE SOTTOMETTE IL NEMICO
Nome: vincitore che sottomette il nemico o anche definito “faraone trionfante”
Epoca: età nuragica (1100-900 a.C.)
Professione: sconosciuta
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario: Sono ben visibili due personaggi: il primo è un uomo in piedi che tiene tra le gambe la testa del secondo personaggio che ha i medesimi tratti del viso ma dimensione più piccole.
L’uomo stante ha il viso schiacciato, gli occhi e il naso resi in modo sommario, porge le braccia in avanti e regge in mano un oggetto non definito. Sembra a petto nudo con indosso solo un gonnellino.
Il secondo personaggio sottostante ha la testa bloccata tra le ginocchia dell’uomo in piedi e la parte posteriore del suo corpo ha sembianze animalesche.
Luogo di ritrovamento: Orani (NU), tempio nuragico di Nurdole
Residenza attuale: Museo Archeologico di Nuoro
Curiosità:
Non è noto il significato di questa statuina. Probabilmente rappresenta un vincitore che sottomette il nemico.
Oppure… la seconda figura “potrebbe essere un ariete stretto tra le gambe dell’uomo in piedi, con un cane che lo morde al garrese 🙂 e l’uomo stante avrebbe in mano un pannetto come in altro bronzetto, un’offerta.
Sembra la tipica posa del pastore per tenere fermo un animale prima della castrazione o mungitura.” (Ringraziamo A. Loddo per questa interpretazione).
Immagini e descrizione da “Il museo speleo-archeologico di Nuoro”, 2006, Carlo Delfino Editore – http://souvenirsdelasardaigne.midiblogs.com/…/1990577789.pdf .
Fotografie dei pannelli dal museo Archeologico di Nuoro di Francesca Mannu
Per informazioni sul sito di Nurdole:
http://www.nurnet.it/it/1481/Il_Santuario_di_Nurdole.html