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Fonte nuragica di Puntanarcu

Ha una caratteristica mai descritta prima:è costruita a “tutto tondo”: l’acqua si raccoglie in un corpo retrostante absidato: ” Il corpo di fabbrica, realizzato in opera isodoma con l’impiego di conci in pietra basaltica e trachitica, si conserva per una cospicua porzione di base (Fig. 1), che ne restituisce l’impianto planimetrico oblungo, articolato in un avancorpo rettilineo d’ingresso e in un corpo retrostante absidato, contenente la cella di raccolta dell’acqua sorgiva.

Fonte nuragica di Puntanarcu

Ha una caratteristica mai descritta prima:è costruita a “tutto tondo”: l’acqua si raccoglie in un corpo retrostante absidato: ” Il corpo di fabbrica, realizzato in opera isodoma con l’impiego di conci in pietra basaltica e trachitica, si conserva per una cospicua porzione di base (Fig. 1), che ne restituisce l’impianto planimetrico oblungo, articolato in un avancorpo rettilineo d’ingresso e in un corpo retrostante absidato, contenente la cella di raccolta dell’acqua sorgiva.

Fonte nuragica di Puntanarcu

Ha una caratteristica mai descritta prima:è costruita a “tutto tondo”: l’acqua si raccoglie in un corpo retrostante absidato: ” Il corpo di fabbrica, realizzato in opera isodoma con l’impiego di conci in pietra basaltica e trachitica, si conserva per una cospicua porzione di base (Fig. 1), che ne restituisce l’impianto planimetrico oblungo, articolato in un avancorpo rettilineo d’ingresso e in un corpo retrostante absidato, contenente la cella di raccolta dell’acqua sorgiva.

Domus de janas Ispiluncas

La necropoli è composta da 33 ipogei a domus de janas scavati nel tufo e suddivisi in due raggruppamenti. Il sito, databile al neolitico, fu utilizzato dalle genti delle culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro ma anche dagli stessi nuragici di Iloi nel bronzo medio, con riutilizzazioni in epoca medievale.

Domus de janas Ispiluncas

La necropoli è composta da 33 ipogei a domus de janas scavati nel tufo e suddivisi in due raggruppamenti. Il sito, databile al neolitico, fu utilizzato dalle genti delle culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro ma anche dagli stessi nuragici di Iloi nel bronzo medio, con riutilizzazioni in epoca medievale.

Domus de janas Ispiluncas

La necropoli è composta da 33 ipogei a domus de janas scavati nel tufo e suddivisi in due raggruppamenti. Il sito, databile al neolitico, fu utilizzato dalle genti delle culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro ma anche dagli stessi nuragici di Iloi nel bronzo medio, con riutilizzazioni in epoca medievale.

Domus de janas Ispiluncas

La necropoli è composta da 33 ipogei a domus de janas scavati nel tufo e suddivisi in due raggruppamenti. Il sito, databile al neolitico, fu utilizzato dalle genti delle culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro ma anche dagli stessi nuragici di Iloi nel bronzo medio, con riutilizzazioni in epoca medievale.

Domus de janas Ispiluncas

La necropoli è composta da 33 ipogei a domus de janas scavati nel tufo e suddivisi in due raggruppamenti. Il sito, databile al neolitico, fu utilizzato dalle genti delle culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro ma anche dagli stessi nuragici di Iloi nel bronzo medio, con riutilizzazioni in epoca medievale.

Domus de janas Ispiluncas

La necropoli è composta da 33 ipogei a domus de janas scavati nel tufo e suddivisi in due raggruppamenti. Il sito, databile al neolitico, fu utilizzato dalle genti delle culture di Ozieri, Abealzu-Filigosa, Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro ma anche dagli stessi nuragici di Iloi nel bronzo medio, con riutilizzazioni in epoca medievale.

Nuraghe Su Portatzò de Orzaghene

In località Orzanghene nel territorio di Sedilo, in un vasto pianoro, si ergono diversi Nuraghe che circondano una particolare costruzione che viene chiamata “Portatzò” , si tratta per alcuni di un nuraghe incompiuto, del quale è evidente un ingresso architravato che immette ad un circolo megalitico. Tutto intorno a questa costruzione, poggiata su un banco roccioso, sono presenti dei blocchi di varie dimensioni che fanno immaginare ad un cantiere preistorico vero e proprio.
Il nome particolare che viene attribuito a questa struttura è frutto di una interpretazione che lascia intendere come l’ingresso architravato ricordi la maniglia della valigia del maniscalco. La mascalcia è l’arte per eccellenza dei maniscalchi i quali fin da epoche remote si munivano di valigetta contenente gli attrezzi del mestiere tra cui i chiodi, Portatzò altro non è che la valigia porta chiodi. Quella forma particolare che la nuda architrave con i suoi blocchi ciclopici su cui poggia sembra proprio una maniglia. (Francesca Cossu)

Nuraghe Su Portatzò de Orzaghene

In località Orzanghene nel territorio di Sedilo, in un vasto pianoro, si ergono diversi Nuraghe che circondano una particolare costruzione che viene chiamata “Portatzò” , si tratta per alcuni di un nuraghe incompiuto, del quale è evidente un ingresso architravato che immette ad un circolo megalitico. Tutto intorno a questa costruzione, poggiata su un banco roccioso, sono presenti dei blocchi di varie dimensioni che fanno immaginare ad un cantiere preistorico vero e proprio.
Il nome particolare che viene attribuito a questa struttura è frutto di una interpretazione che lascia intendere come l’ingresso architravato ricordi la maniglia della valigia del maniscalco. La mascalcia è l’arte per eccellenza dei maniscalchi i quali fin da epoche remote si munivano di valigetta contenente gli attrezzi del mestiere tra cui i chiodi, Portatzò altro non è che la valigia porta chiodi. Quella forma particolare che la nuda architrave con i suoi blocchi ciclopici su cui poggia sembra proprio una maniglia. (Francesca Cossu)

Nuraghe Su Portatzò de Orzaghene

In località Orzanghene nel territorio di Sedilo, in un vasto pianoro, si ergono diversi Nuraghe che circondano una particolare costruzione che viene chiamata “Portatzò” , si tratta per alcuni di un nuraghe incompiuto, del quale è evidente un ingresso architravato che immette ad un circolo megalitico. Tutto intorno a questa costruzione, poggiata su un banco roccioso, sono presenti dei blocchi di varie dimensioni che fanno immaginare ad un cantiere preistorico vero e proprio.
Il nome particolare che viene attribuito a questa struttura è frutto di una interpretazione che lascia intendere come l’ingresso architravato ricordi la maniglia della valigia del maniscalco. La mascalcia è l’arte per eccellenza dei maniscalchi i quali fin da epoche remote si munivano di valigetta contenente gli attrezzi del mestiere tra cui i chiodi, Portatzò altro non è che la valigia porta chiodi. Quella forma particolare che la nuda architrave con i suoi blocchi ciclopici su cui poggia sembra proprio una maniglia. (Francesca Cossu)