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Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Comune: DECIMOPUTZU
Prov: Cagliari
Autore:
Codice Geo: NUR11173
> Scheda Geoportale
Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Comune: DECIMOPUTZU
Prov: Cagliari
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Codice Geo: NUR11173
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Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Comune: DECIMOPUTZU
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Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

Comune: DECIMOPUTZU
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Nuraghe di Monte Idda

Il ritrovamento del ripostiglio di Monte sa Idda (Decimoputzu), avvenuto verso la fine del 1914, fu definito dal Taramelli “perfettamente casuale”, e a questo proposito il celebre archeologo scriveva che “due pastori di Desulo, certi Francesco Frau e Francesco Pranteddu, miei buoni amici del Gennargentu, che tenevano i loro armenti sul Monte detto di Sa Idda, cioè della Villa, tra Decimoputzu e Siliqua, rinvennero sotto alcuni massi mobili di granito, entro ai resti di un vaso di terracotta, in origine contenuto entro ad un altro vaso più grande, una massa di armi e strumenti di bronzo, uniti a pani e frammenti di pani, scorie e frustoli di oggetti dello stesso metallo…”. Lo schizzo planimetrico della località è tratto dallo scritto del Taramelli, mentre la foto delle spade nuragiche dal libro “La Civiltà Nuragica” di Giovanni Lilliu.

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Casteddu de Fanaris

Il sito, risalente alla tarda età del bronzo (1300-1000 a.C.), è un nuraghe di tipo complesso costituito da una torre centrale alla quale vennero successivamente addossate altre otto torri fino a formare un bastione. Il bastione è circondato da una muraglia megalitica dotata di cinque torri munite di feritoie. Per la sua costruzione vennero utilizzati principalmente massi in granito, materiale reperibile sul posto.