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Uomo con bastone

Nr. 31 Catalogo collezione Borowski
Uomo con bastone (?)
Bronzo h 9,5 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica VII-VI sec. a.C.
La figurina cilindrica, modellata grossolanamente, con braccia sottili e ginocchia ingrossate è posizionata su una piastra rettangolare. La tunica attillata, con riproduzione di strisce nella parte superiore e frange nel basso, è solamente accennata. La mano sinistra avrà stretto in origine un bastone oppure una spada, la cui punta è ancora presente nella piastra di appoggio (confrontare con G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 149). Il viso, su in collo che si allarga notevolmente verso il basso, è grossolano e modellato superficialmente, con piccoli occhi rotondi ed una piccola bocca. Il piede sinistro dell’uomo è decorato da un cerchio.
La tipologia e la qualità di questo bronzetto è rappresentativa per la maggior parte dei bronzi del così detto gruppo barbaricino (G.Lilliu, op.cit., Nr. 154-191).
Stato di conservazione: braccia spezzate, manca il bastone. Fusione di scarsa qualità, presenta forature. Patina perlopiù verde con grandi parti rosso brune.
Non pubblicato.

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Prov:
Autore:
Bronzo di sacerdotessa

Nr. 34 Catalogo collezione Borowski
Sacerdotessa
Bronzo, h 8,3 cm
Sardegna, Località sconosciuta
Cultura nuragica VII- VI sec. a.C.
Questa figurina femminile con cappello conico, lunga veste con frange ed una larga stola tiene le braccia ad angolo con il torso e le mani protratte probabilmente in un gesto rituale come di benedizione o di preghiera. Le linee verticali parallele incise nella veste e nel manto sembrano indicare una plissettatura della stoffa.
La statuetta, semplice nella sua struttura e con volto e corpo strutturati armonicamente, sembra essere il prodotto di un’officina relativamente tarda. Per il cappello da sacerdote confrontare con una statuetta a Cagliari (G:Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 120).
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: mancano i piedi. Le mani sono danneggiate. Patina verde scuro, granulosa e incrostata, con punti di ossidazione rosso-bruno.
Bibliografia: SKK, (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) nr. 124

Comune:
Prov:
Autore:
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Nr. 35 Catalogo collezione Borowski
Donna con mantello e cappuccio
Bronzo, h 8,1 cm, con canale di colata 10,4 cm
Sardegna, Località sconosciuta
Cultura nuragica VI sec. a.C.
La piccola statuetta cilindrica è sistemata su una piastra rettangolare ed è avvolta in un lungo mantello decorato con frange nella parte posteriore e con un cappuccio che getta un’ombra sul viso dagli occhi infossati e dal naso diritto.
Un lavoro un poco grossolano, probabilmente di una tarda officina della Barbagia (vedere pagg. 37 di questo catalogo).
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: mancano i piedi. Le mani sono danneggiate. Patina verde scuro, granulosa e incrostata, con punti di ossidazione rosso-bruno.

Bibliografia: SKK, (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) nr. 126

Comune:
Prov:
Autore:
Toro

Nr. 38 Catalogo “L’arte dei sardi” collezione Borowski 1983
Toro
Bronzo. h 13,6 cm, l 11 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo nuragico, VIII sec. a.C.
Il toro è simile al nr. 37, solo più massiccio, con gambe meno lunghe, una testa più corta e zoccoli più larghi. Anche qui si nota il sesso e gli occhi sferici sono fortemente sporgenti. La testa e il centro delle corna sono decorate da scanalature eseguite dopo la fusione, rappresentanti un ciuffo che si allarga verso l’alto e che sono nascoste dalle incrostazioni della patina.
Questo bronzetto è ancora affine a quello del nuraghe Pizzinnu (SKK, ill. nr.73), ma eseguito più recentemente. Potrebbe però provenire dalla stessa officina. Anche un toro di Torino (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, Nr. 215) mostra elementi stilistici simili.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: intatto, ad eccezione della punta del corno destro ed una leggera inflessione delle gambe. Patina verde granulosa.
Biibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 152

Comune:
Prov:
Autore:
Dea Madre

all’asta di Christie a New York, dove sarà battuta ad un prezzo oscillante tra gli 800 mila e il milione e 200 mila dollari. Insomma, tra i vari sistemi in uso per far conoscere la Sardegna all’estero c’è anche quello, purtroppo frequente, di depredare pezzi importanti del suo patrimonio archeologico e di venderli all’asta.

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Prov:
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Navicella con protome bovina e uccelli

Nr.51 Catalogo collezione Borowski
Navicella con protome bovina e uccelli
Bronzo. l 27 cm, h 8,2 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica, IX-VIII sec. a.C.
Lo scafo della navicella ha una forma ovale con il bordo a balzo, doppie bande divergenti che reggono l’anello di tenuta decorato con un uccello acquatico, è ornato da protome bovina e due uccelli sul bordo dietro la bande. Gli uccelli sono rivolti verso la poppa. Il muso della protome è cilindrico, gli occhi sferoidali, le corna curve e girate obliquamente indietro. Il collo della protome è avvolto da un filo metallico di cui una delle estremità forma tra le corna una spirale, eseguito nel processo di fonditura. Altre spirali guarniscono le bande a destra e a sinistra dell’anello.
Un esempio di spirale tra le corna lo troviamo in una navicella della collezione Ortiz, Ginevra (SKK nr. 177) così come in una protome di Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 311)
Per quanto riguarda l’inquadramento della navicella nel periodo arcaico, vedere le considerazioni fatte per la navicella nr. 50.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di ricerca Rathgen di Berlino (J. Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi.
Stato di conservazione: la cima dell corno destro è stata aggiunta, manca la coda dell’uccello sull’anello di tenuta.
Patina verde con poche effluorescenze, all’interno dello scafo la patina è granulosa e opaca.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 179

Comune:
Prov:
Autore:
Navicella con protome bovina e uccelli

Nr.51 Catalogo collezione Borowski
Navicella con protome bovina e uccelli
Bronzo. l 27 cm, h 8,2 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica, IX-VIII sec. a.C.
Lo scafo della navicella ha una forma ovale con il bordo a balzo, doppie bande divergenti che reggono l’anello di tenuta decorato con un uccello acquatico, è ornato da protome bovina e due uccelli sul bordo dietro la bande. Gli uccelli sono rivolti verso la poppa. Il muso della protome è cilindrico, gli occhi sferoidali, le corna curve e girate obliquamente indietro. Il collo della protome è avvolto da un filo metallico di cui una delle estremità forma tra le corna una spirale, eseguito nel processo di fonditura. Altre spirali guarniscono le bande a destra e a sinistra dell’anello.
Un esempio di spirale tra le corna lo troviamo in una navicella della collezione Ortiz, Ginevra (SKK nr. 177) così come in una protome di Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 311)
Per quanto riguarda l’inquadramento della navicella nel periodo arcaico, vedere le considerazioni fatte per la navicella nr. 50.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di ricerca Rathgen di Berlino (J. Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi.
Stato di conservazione: la cima dell corno destro è stata aggiunta, manca la coda dell’uccello sull’anello di tenuta.
Patina verde con poche effluorescenze, all’interno dello scafo la patina è granulosa e opaca.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 179

Comune:
Prov:
Autore:
Navicella con protome bovina e uccelli

Nr.51 Catalogo collezione Borowski
Navicella con protome bovina e uccelli
Bronzo. l 27 cm, h 8,2 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica, IX-VIII sec. a.C.
Lo scafo della navicella ha una forma ovale con il bordo a balzo, doppie bande divergenti che reggono l’anello di tenuta decorato con un uccello acquatico, è ornato da protome bovina e due uccelli sul bordo dietro la bande. Gli uccelli sono rivolti verso la poppa. Il muso della protome è cilindrico, gli occhi sferoidali, le corna curve e girate obliquamente indietro. Il collo della protome è avvolto da un filo metallico di cui una delle estremità forma tra le corna una spirale, eseguito nel processo di fonditura. Altre spirali guarniscono le bande a destra e a sinistra dell’anello.
Un esempio di spirale tra le corna lo troviamo in una navicella della collezione Ortiz, Ginevra (SKK nr. 177) così come in una protome di Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 311)
Per quanto riguarda l’inquadramento della navicella nel periodo arcaico, vedere le considerazioni fatte per la navicella nr. 50.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di ricerca Rathgen di Berlino (J. Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi.
Stato di conservazione: la cima dell corno destro è stata aggiunta, manca la coda dell’uccello sull’anello di tenuta.
Patina verde con poche effluorescenze, all’interno dello scafo la patina è granulosa e opaca.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 179

Comune:
Prov:
Autore:
Navicella con protome bovina e uccelli

Nr.51 Catalogo collezione Borowski
Navicella con protome bovina e uccelli
Bronzo. l 27 cm, h 8,2 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica, IX-VIII sec. a.C.
Lo scafo della navicella ha una forma ovale con il bordo a balzo, doppie bande divergenti che reggono l’anello di tenuta decorato con un uccello acquatico, è ornato da protome bovina e due uccelli sul bordo dietro la bande. Gli uccelli sono rivolti verso la poppa. Il muso della protome è cilindrico, gli occhi sferoidali, le corna curve e girate obliquamente indietro. Il collo della protome è avvolto da un filo metallico di cui una delle estremità forma tra le corna una spirale, eseguito nel processo di fonditura. Altre spirali guarniscono le bande a destra e a sinistra dell’anello.
Un esempio di spirale tra le corna lo troviamo in una navicella della collezione Ortiz, Ginevra (SKK nr. 177) così come in una protome di Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 311)
Per quanto riguarda l’inquadramento della navicella nel periodo arcaico, vedere le considerazioni fatte per la navicella nr. 50.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di ricerca Rathgen di Berlino (J. Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi.
Stato di conservazione: la cima dell corno destro è stata aggiunta, manca la coda dell’uccello sull’anello di tenuta.
Patina verde con poche effluorescenze, all’interno dello scafo la patina è granulosa e opaca.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 179

Comune:
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Autore:
Navicella con scafo chiuso e protome bovina

Nr.50. Catalogo collezione Borowski
Navicella con scafo chiuso e protome bovina
Bronzo.l 16,3cm, h 6,8 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica, IX-VIII sec. a.C.
La navicella dalla forma ovaleggiante ornata da una protome bovina stilizzata, presenta una copertura sulla parte anteriore dello scafo, su cui è fissato un anello con asticciola per essere appeso.
Il bordo dello scafo è ornato da quattro, la copertura da tre cordoni. Sotto la chiglia della navicella è stata fissata una piastra trasversale, sporgente oltre i lati dello scafo, per migliore stabilità.
Il muso della protome è cilindrico, gli occhi sferoidali, le corna bovine fortemente arcuate verso l’alto ed il collo è avvolto da un cavetto di metallo a spirale elaborato nel processo di fonditura.
Questa navicella con scafo coperto, fino ad ora unica nella sua forma, appartiene per via della protome bovina severamente stilizzata ed essenzialmente raffigurata, alla tipologia arcaica. Finanche l’ornamento del collo con la spirale avvolta stretta è palesemente caratteristico per il primo periodo delle navicelle.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di ricerca Rathgen di Berlino (J. Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi.
Stato di conservazione: Parte mancante sulla sinistra dello scafo di ca. 3 cm, altrimenti ben conservata. Patina verde granulata con effluorescenze di azzurrite.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 178

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