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Sa perda de chimbe coros

L’area archeologica comprende un villaggio e due domus de janas, su un torrione granitico parzialmente circondato dal fiume Tèscere. Il nuraghe complesso si caratterizza per la presenza di cavità naturali integrate da strutture murarie. Le due domus sono scavate in due massi. La prima, monocellulare, è accessibile con un ingresso sopraelevato preceduto da un breve padiglione. La seconda presenta un unico vano devastato dal cedimento del masso dove si apriva l’ingresso

Comune: ILBONO
Prov: Nuoro
Autore: Nicola Castangia
Nuraghe Scerì

L’area archeologica comprende un villaggio e due domus de janas, su un torrione granitico parzialmente circondato dal fiume Tèscere. Il nuraghe complesso si caratterizza per la presenza di cavità naturali integrate da strutture murarie. Le due domus sono scavate in due massi. La prima, monocellulare, è accessibile con un ingresso sopraelevato preceduto da un breve padiglione. La seconda presenta un unico vano devastato dal cedimento del masso dove si apriva l’ingresso

Domus de Janas Filigosa

La necropoli di Filigosa è un sito archeologico situato nel territorio del comune di Macomer, in provincia di Nuoro. È conosciuta per aver dato il nome a un’importante cultura dell’eneolitico sardo, la cultura di Filigosa, strettamente collegata a quella di Abealzu, tant’è che si parla spesso di cultura di Abealzu-Filigosa. La necropoli è composta da quattro domus de janas pluricellulari, scavate su un’altura tufacea e caratterizzate dalla presenza di lunghi dromos d’accesso.

Fu utilizzata dalle popolazioni protosarde dal III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C.; il rito funebre prevedeva la scarnificazione e la sepoltura in deposizione secondaria.

Venne scavata nel 1965 da Ercole Contu e successivamente da Alba Foschi negli anni ottanta.

Domus de Janas Filigosa

La necropoli di Filigosa è un sito archeologico situato nel territorio del comune di Macomer, in provincia di Nuoro. È conosciuta per aver dato il nome a un’importante cultura dell’eneolitico sardo, la cultura di Filigosa, strettamente collegata a quella di Abealzu, tant’è che si parla spesso di cultura di Abealzu-Filigosa. La necropoli è composta da quattro domus de janas pluricellulari, scavate su un’altura tufacea e caratterizzate dalla presenza di lunghi dromos d’accesso.

Fu utilizzata dalle popolazioni protosarde dal III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C.; il rito funebre prevedeva la scarnificazione e la sepoltura in deposizione secondaria.

Venne scavata nel 1965 da Ercole Contu e successivamente da Alba Foschi negli anni ottanta.

Domus de Janas Filigosa

La necropoli di Filigosa è un sito archeologico situato nel territorio del comune di Macomer, in provincia di Nuoro. È conosciuta per aver dato il nome a un’importante cultura dell’eneolitico sardo, la cultura di Filigosa, strettamente collegata a quella di Abealzu, tant’è che si parla spesso di cultura di Abealzu-Filigosa. La necropoli è composta da quattro domus de janas pluricellulari, scavate su un’altura tufacea e caratterizzate dalla presenza di lunghi dromos d’accesso.

Fu utilizzata dalle popolazioni protosarde dal III millennio a.C. fino ai primi secoli del II millennio a.C.; il rito funebre prevedeva la scarnificazione e la sepoltura in deposizione secondaria.

Venne scavata nel 1965 da Ercole Contu e successivamente da Alba Foschi negli anni ottanta.

Nuraghe Goni

L’edificio, monotorre circolare di circa m 10 di diametro, si adatta all’altopiano, includendo nelle strutture di base affioramenti di roccia naturale. Il paramento murario esterno, costituito da blocchi di calcare sbozzati e disposti in filari regolari, si conserva per un’altezza massima residua di m 8,10. Nei lati esposti a Ovest e a SE, ad un’altezza di m 3/3,5 dal suolo, risulta evidente un intervento di restauro effettuato nell’antichità, resosi necessario a causa del cedimento delle murature.

Nuraghe Goni

L’edificio, monotorre circolare di circa m 10 di diametro, si adatta all’altopiano, includendo nelle strutture di base affioramenti di roccia naturale. Il paramento murario esterno, costituito da blocchi di calcare sbozzati e disposti in filari regolari, si conserva per un’altezza massima residua di m 8,10. Nei lati esposti a Ovest e a SE, ad un’altezza di m 3/3,5 dal suolo, risulta evidente un intervento di restauro effettuato nell’antichità, resosi necessario a causa del cedimento delle murature.