Si trova in località Zorrosca nei pressi di Capo Comino. Ci si può giungere percorrendo la strada che porta da Capo Comino a Irgoli e il nome potrebbe significare vigneto. Si trova su una collina di minore altezza rispetto alle colline circostanti, in mezzo ad una grossa macchia di lentischio. La struttura è stata costruita in granito rosa ed è stata scavata solo per metà nel 1994. SU ITICHINZU rappresenta un tipo particolare di tomba dei giganti, non presenta né un’esedra né una stele, ma una fronte costruita perfettamente in muratura rettangolare con un ingresso architravato chiamato portello che immette nel corridoio costituito anch’esso da una muratura di pietra. Questo corridoio è diviso in due parti: una cella e una anticella. La tomba di misure modeste sembra per tanto databile ad una fase finale della civiltà nuragica e quindi ad un momento tardo dell’inizio del primo millennio a.C. . Questa datazione è confermata dal ritrovamento di un raffinato vaso con piede ad anello rinvenuto davanti all’ingresso della tomba: un’urnetta funeraria, cioè una ciotolina con il coperchio in ceramica contenenti alcune ceneri.
G.S.
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Si trova in località Zorrosca nei pressi di Capo Comino. Ci si può giungere percorrendo la strada che porta da Capo Comino a Irgoli e il nome potrebbe significare vigneto. Si trova su una collina di minore altezza rispetto alle colline circostanti, in mezzo ad una grossa macchia di lentischio. La struttura è stata costruita in granito rosa ed è stata scavata solo per metà nel 1994. SU ITICHINZU rappresenta un tipo particolare di tomba dei giganti, non presenta né un’esedra né una stele, ma una fronte costruita perfettamente in muratura rettangolare con un ingresso architravato chiamato portello che immette nel corridoio costituito anch’esso da una muratura di pietra. Questo corridoio è diviso in due parti: una cella e una anticella. La tomba di misure modeste sembra per tanto databile ad una fase finale della civiltà nuragica e quindi ad un momento tardo dell’inizio del primo millennio a.C. . Questa datazione è confermata dal ritrovamento di un raffinato vaso con piede ad anello rinvenuto davanti all’ingresso della tomba: un’urnetta funeraria, cioè una ciotolina con il coperchio in ceramica contenenti alcune ceneri.
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Si trova in località Zorrosca nei pressi di Capo Comino. Ci si può giungere percorrendo la strada che porta da Capo Comino a Irgoli e il nome potrebbe significare vigneto. Si trova su una collina di minore altezza rispetto alle colline circostanti, in mezzo ad una grossa macchia di lentischio. La struttura è stata costruita in granito rosa ed è stata scavata solo per metà nel 1994. SU ITICHINZU rappresenta un tipo particolare di tomba dei giganti, non presenta né un’esedra né una stele, ma una fronte costruita perfettamente in muratura rettangolare con un ingresso architravato chiamato portello che immette nel corridoio costituito anch’esso da una muratura di pietra. Questo corridoio è diviso in due parti: una cella e una anticella. La tomba di misure modeste sembra per tanto databile ad una fase finale della civiltà nuragica e quindi ad un momento tardo dell’inizio del primo millennio a.C. . Questa datazione è confermata dal ritrovamento di un raffinato vaso con piede ad anello rinvenuto davanti all’ingresso della tomba: un’urnetta funeraria, cioè una ciotolina con il coperchio in ceramica contenenti alcune ceneri.
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Si trova in località Zorrosca nei pressi di Capo Comino. Ci si può giungere percorrendo la strada che porta da Capo Comino a Irgoli e il nome potrebbe significare vigneto. Si trova su una collina di minore altezza rispetto alle colline circostanti, in mezzo ad una grossa macchia di lentischio. La struttura è stata costruita in granito rosa ed è stata scavata solo per metà nel 1994. SU ITICHINZU rappresenta un tipo particolare di tomba dei giganti, non presenta né un’esedra né una stele, ma una fronte costruita perfettamente in muratura rettangolare con un ingresso architravato chiamato portello che immette nel corridoio costituito anch’esso da una muratura di pietra. Questo corridoio è diviso in due parti: una cella e una anticella. La tomba di misure modeste sembra per tanto databile ad una fase finale della civiltà nuragica e quindi ad un momento tardo dell’inizio del primo millennio a.C. . Questa datazione è confermata dal ritrovamento di un raffinato vaso con piede ad anello rinvenuto davanti all’ingresso della tomba: un’urnetta funeraria, cioè una ciotolina con il coperchio in ceramica contenenti alcune ceneri.
G.S.
Nuraghe monotorre diroccato, crollato e avvolto da vegetazione
Prov: Olbia-Tempio
Autore: Romano Stangherlin
Codice Geo: NUR3350
> Scheda Geoportale
Nuraghe monotorre diroccato, crollato e avvolto da vegetazione
Prov: Olbia-Tempio
Autore: Romano Stangherlin
Codice Geo: NUR3350
> Scheda Geoportale
Nuraghe monotorre diroccato, crollato e avvolto da vegetazione
Prov: Olbia-Tempio
Autore: Romano Stangherlin
Codice Geo: NUR3350
> Scheda Geoportale
Il monumento, considerato un protonuraghe da diversi studiosi, risulta in realtà una struttura più evoluta, di congiunzione tra il nuraghe a corridoi e quello a
tholos. Il complesso, formatosi attraverso tre distinte fasi costruttive, consta di una torre centrale con terrazzo, un bastione, e varie capanne poste sia all’interno che all’esterno di un antemurale. Attualmente si trova sovrastato da un viadotto, per cui la visione
d’insieme risulta particolarmente difficoltosa, sono infatti veramente pochissimi centimetri a separare gli ultimi anelli residui di pietra del monumento dalle travi in cemento che sorreggono la strada.
Il monumento, considerato un protonuraghe da diversi studiosi, risulta in realtà una struttura più evoluta, di congiunzione tra il nuraghe a corridoi e quello a
tholos. Il complesso, formatosi attraverso tre distinte fasi costruttive, consta di una torre centrale con terrazzo, un bastione, e varie capanne poste sia all’interno che all’esterno di un antemurale. Attualmente si trova sovrastato da un viadotto, per cui la visione
d’insieme risulta particolarmente difficoltosa, sono infatti veramente pochissimi centimetri a separare gli ultimi anelli residui di pietra del monumento dalle travi in cemento che sorreggono la strada.
Il monumento, considerato un protonuraghe da diversi studiosi, risulta in realtà una struttura più evoluta, di congiunzione tra il nuraghe a corridoi e quello a
tholos. Il complesso, formatosi attraverso tre distinte fasi costruttive, consta di una torre centrale con terrazzo, un bastione, e varie capanne poste sia all’interno che all’esterno di un antemurale. Attualmente si trova sovrastato da un viadotto, per cui la visione
d’insieme risulta particolarmente difficoltosa, sono infatti veramente pochissimi centimetri a separare gli ultimi anelli residui di pietra del monumento dalle travi in cemento che sorreggono la strada.
Il monumento, considerato un protonuraghe da diversi studiosi, risulta in realtà una struttura più evoluta, di congiunzione tra il nuraghe a corridoi e quello a
tholos. Il complesso, formatosi attraverso tre distinte fasi costruttive, consta di una torre centrale con terrazzo, un bastione, e varie capanne poste sia all’interno che all’esterno di un antemurale. Attualmente si trova sovrastato da un viadotto, per cui la visione
d’insieme risulta particolarmente difficoltosa, sono infatti veramente pochissimi centimetri a separare gli ultimi anelli residui di pietra del monumento dalle travi in cemento che sorreggono la strada.
Il monumento, considerato un protonuraghe da diversi studiosi, risulta in realtà una struttura più evoluta, di congiunzione tra il nuraghe a corridoi e quello a
tholos. Il complesso, formatosi attraverso tre distinte fasi costruttive, consta di una torre centrale con terrazzo, un bastione, e varie capanne poste sia all’interno che all’esterno di un antemurale. Attualmente si trova sovrastato da un viadotto, per cui la visione
d’insieme risulta particolarmente difficoltosa, sono infatti veramente pochissimi centimetri a separare gli ultimi anelli residui di pietra del monumento dalle travi in cemento che sorreggono la strada.