Nell’area di Is Lapideddas, ad Ovest del paese di Gonnosnò, sono state individuate quattro tombe dei giganti, poste a poca distanza l’una dall’altra e in diverso stato di conservazione. Sono costruite con blocchi di calcare locale e misurano poco più di 10 metri di lunghezza, tranne una, di dimensioni assai ridotte e costruita con pietrame medio e minuto legato da malta di fango.
A causa di scavi abusivi, non è stato restituito un contesto stratigrafico intatto. Tuttavia, dai pochi dati riscontrabili ancora utili, è stato possibile riconoscere una sequenza databile tra l’età del Bronzo medio avanzato e il Bronzo recente. Nell’area dell’esedra di una delle tombe sono stati documentati due focolari a pozzetto, che hanno restituito materiali inquadrabili nella cultura di Monte Claro, e invitano ad ipotizzare una frequentazione del sito precedente la realizzazione della sepoltura. http://www.giarasardegna.it
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Situato sulla sponda meridionale del rio Berchida a breve distanza dal mare, si presenta come un ammasso informe di crolli del quale si intravede la parte superiore della torre centrale, e si può intuire che fossero presenti strutture aggiunte. ; Su di un lato della struttura sono visibile alcuni filari di blocchi rozzamente sbozzati dal granito locale, e si vedono chiaramente danni causati da attività di scavo clandestine.
Fonte: Marco Mulargia – Tesi di Laurea
Situato sulla sponda meridionale del rio Berchida a breve distanza dal mare, si presenta come un ammasso informe di crolli del quale si intravede la parte superiore della torre centrale, e si può intuire che fossero presenti strutture aggiunte. ; Su di un lato della struttura sono visibile alcuni filari di blocchi rozzamente sbozzati dal granito locale, e si vedono chiaramente danni causati da attività di scavo clandestine.
Fonte: Marco Mulargia – Tesi di Laurea
Situato sulla sponda meridionale del rio Berchida a breve distanza dal mare, si presenta come un ammasso informe di crolli del quale si intravede la parte superiore della torre centrale, e si può intuire che fossero presenti strutture aggiunte. ; Su di un lato della struttura sono visibile alcuni filari di blocchi rozzamente sbozzati dal granito locale, e si vedono chiaramente danni causati da attività di scavo clandestine.
Fonte: Marco Mulargia – Tesi di Laurea
Situato sulla sponda meridionale del rio Berchida a breve distanza dal mare, si presenta come un ammasso informe di crolli del quale si intravede la parte superiore della torre centrale, e si può intuire che fossero presenti strutture aggiunte. ; Su di un lato della struttura sono visibile alcuni filari di blocchi rozzamente sbozzati dal granito locale, e si vedono chiaramente danni causati da attività di scavo clandestine.
Fonte: Marco Mulargia – Tesi di Laurea
Situato sulla sponda meridionale del rio Berchida a breve distanza dal mare, si presenta come un ammasso informe di crolli del quale si intravede la parte superiore della torre centrale, e si può intuire che fossero presenti strutture aggiunte. ; Su di un lato della struttura sono visibile alcuni filari di blocchi rozzamente sbozzati dal granito locale, e si vedono chiaramente danni causati da attività di scavo clandestine.
Fonte: Marco Mulargia – Tesi di Laurea
Situato sulla sponda meridionale del rio Berchida a breve distanza dal mare, si presenta come un ammasso informe di crolli del quale si intravede la parte superiore della torre centrale, e si può intuire che fossero presenti strutture aggiunte. ; Su di un lato della struttura sono visibile alcuni filari di blocchi rozzamente sbozzati dal granito locale, e si vedono chiaramente danni causati da attività di scavo clandestine.
Fonte: Marco Mulargia – Tesi di Laurea
Il mastio risale al XV-XIII secolo a.C., mentre il bastione, l’antemurale e la cinta muraria risalgono al XIII-fine XII. Già nella prima Età del ferro i reperti evidenziano una frequentazione del sito in diminuzione che però non cadde del tutto in disuso. Fu utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII-VIII secolo.
Il mastio risale al XV-XIII secolo a.C., mentre il bastione, l’antemurale e la cinta muraria risalgono al XIII-fine XII. Già nella prima Età del ferro i reperti evidenziano una frequentazione del sito in diminuzione che però non cadde del tutto in disuso. Fu utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII-VIII secolo.
Il mastio risale al XV-XIII secolo a.C., mentre il bastione, l’antemurale e la cinta muraria risalgono al XIII-fine XII. Già nella prima Età del ferro i reperti evidenziano una frequentazione del sito in diminuzione che però non cadde del tutto in disuso. Fu utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII-VIII secolo.
Il mastio risale al XV-XIII secolo a.C., mentre il bastione, l’antemurale e la cinta muraria risalgono al XIII-fine XII. Già nella prima Età del ferro i reperti evidenziano una frequentazione del sito in diminuzione che però non cadde del tutto in disuso. Fu utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII-VIII secolo.
Il mastio risale al XV-XIII secolo a.C., mentre il bastione, l’antemurale e la cinta muraria risalgono al XIII-fine XII. Già nella prima Età del ferro i reperti evidenziano una frequentazione del sito in diminuzione che però non cadde del tutto in disuso. Fu utilizzato anche per scopi funerari come attestano i reperti del VII-VIII secolo.