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Nuraghe Seruci

Il complesso nuragico di Seruci è composto da un nuraghe polilobato costituito da 5 torri con cortile centrale e da un villaggio di un centinaio di capanne che si estende per 5 ettari posto in posizione strategica rispetto al Golfo del Leone. Il villaggio è organizzato in piccoli quartieri con vie e piazzette centrali. Di grande interesse una capanna di dimensioni ragguardevoli probabilmente usata per le riunioni dei capi famiglia.

Nuraghe Seruci

Il complesso nuragico di Seruci è composto da un nuraghe polilobato costituito da 5 torri con cortile centrale e da un villaggio di un centinaio di capanne che si estende per 5 ettari posto in posizione strategica rispetto al Golfo del Leone. Il villaggio è organizzato in piccoli quartieri con vie e piazzette centrali. Di grande interesse una capanna di dimensioni ragguardevoli probabilmente usata per le riunioni dei capi famiglia.

Nuraghe Seruci

Il complesso nuragico di Seruci è composto da un nuraghe polilobato costituito da 5 torri con cortile centrale e da un villaggio di un centinaio di capanne che si estende per 5 ettari posto in posizione strategica rispetto al Golfo del Leone. Il villaggio è organizzato in piccoli quartieri con vie e piazzette centrali. Di grande interesse una capanna di dimensioni ragguardevoli probabilmente usata per le riunioni dei capi famiglia.

Nuraghe Seruci

Il complesso nuragico di Seruci è composto da un nuraghe polilobato costituito da 5 torri con cortile centrale e da un villaggio di un centinaio di capanne che si estende per 5 ettari posto in posizione strategica rispetto al Golfo del Leone. Il villaggio è organizzato in piccoli quartieri con vie e piazzette centrali. Di grande interesse una capanna di dimensioni ragguardevoli probabilmente usata per le riunioni dei capi famiglia.

Betile proveniente da Oragiana

Ad Oragiana (Oraggiana nella cartografia IGM) i cinque betili erano collocati presso i resti della tomba del gigante omonima fino alla metà del secolo scorso, ”disposti a semicerchio quasi a voler chiudere un’area d’altra parte limitata dall’esedra” (Pietro Pes, Archeologia tra Planargia e Montiferru).
Nel 1956, per la loro salvaguardia, ne furono trasportati quattro presso la chiesa di Santa Caterina di Pittinuri; il quinto, frantumato e parzialmente riutilizzato, rimase in loco.