La tomba di giganti di Funtana’e Landiri (2), si trova all’estremità meridionale della piana lievemente ondulata di Sa Spragaxa, a circa 400 metri ad ovest del rio Santu Barzolu e poco distante dal corso d’acqua confluente di sinistra dello stesso.
Da sud era dominata dal modesto rilievo di Bruncu Senzu, dove un tempo sorgeva il nuraghe omonimo, ormai scomparso.
Attualmente il monumento è compreso all’interno di un mandorleto abbandonato ed è nascosto alla vista da macchioni di olivastro.
Da indagini archeologiche a Sinnai. A cura di Maria Rosaria Manunza.
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La tomba di giganti di Funtana’e Landiri (2), si trova all’estremità meridionale della piana lievemente ondulata di Sa Spragaxa, a circa 400 metri ad ovest del rio Santu Barzolu e poco distante dal corso d’acqua confluente di sinistra dello stesso.
Da sud era dominata dal modesto rilievo di Bruncu Senzu, dove un tempo sorgeva il nuraghe omonimo, ormai scomparso.
Attualmente il monumento è compreso all’interno di un mandorleto abbandonato ed è nascosto alla vista da macchioni di olivastro.
Da indagini archeologiche a Sinnai. A cura di Maria Rosaria Manunza.
La tomba di giganti di Funtana’e Landiri (2), si trova all’estremità meridionale della piana lievemente ondulata di Sa Spragaxa, a circa 400 metri ad ovest del rio Santu Barzolu e poco distante dal corso d’acqua confluente di sinistra dello stesso.
Da sud era dominata dal modesto rilievo di Bruncu Senzu, dove un tempo sorgeva il nuraghe omonimo, ormai scomparso.
Attualmente il monumento è compreso all’interno di un mandorleto abbandonato ed è nascosto alla vista da macchioni di olivastro.
Da indagini archeologiche a Sinnai. A cura di Maria Rosaria Manunza.
La tomba di giganti di Funtana’e Landiri (2), si trova all’estremità meridionale della piana lievemente ondulata di Sa Spragaxa, a circa 400 metri ad ovest del rio Santu Barzolu e poco distante dal corso d’acqua confluente di sinistra dello stesso.
Da sud era dominata dal modesto rilievo di Bruncu Senzu, dove un tempo sorgeva il nuraghe omonimo, ormai scomparso.
Attualmente il monumento è compreso all’interno di un mandorleto abbandonato ed è nascosto alla vista da macchioni di olivastro.
Da indagini archeologiche a Sinnai. A cura di Maria Rosaria Manunza.
La tomba di giganti di Funtana’e Landiri (2), si trova all’estremità meridionale della piana lievemente ondulata di Sa Spragaxa, a circa 400 metri ad ovest del rio Santu Barzolu e poco distante dal corso d’acqua confluente di sinistra dello stesso.
Da sud era dominata dal modesto rilievo di Bruncu Senzu, dove un tempo sorgeva il nuraghe omonimo, ormai scomparso.
Attualmente il monumento è compreso all’interno di un mandorleto abbandonato ed è nascosto alla vista da macchioni di olivastro.
Da indagini archeologiche a Sinnai. A cura di Maria Rosaria Manunza.
La tomba di giganti di Funtana’e Landiri (2), si trova all’estremità meridionale della piana lievemente ondulata di Sa Spragaxa, a circa 400 metri ad ovest del rio Santu Barzolu e poco distante dal corso d’acqua confluente di sinistra dello stesso.
Da sud era dominata dal modesto rilievo di Bruncu Senzu, dove un tempo sorgeva il nuraghe omonimo, ormai scomparso.
Attualmente il monumento è compreso all’interno di un mandorleto abbandonato ed è nascosto alla vista da macchioni di olivastro.
Da indagini archeologiche a Sinnai. A cura di Maria Rosaria Manunza.
E’ costituita da un corridoio absidato impostato su una esedra dotata di stretto bancone. Al centro un piccolo ingresso architravato, munito di stipiti e soglia. La copertura è a volta ogivale. Gli scavi hanno rinvenuto i resti di numerosi scheletri umani, deposti gli uni sugli altri a testimonianza dell’uso come tomba collettiva, le cui dimensioni sono anche all’origine del nome. La tradizione vuole infatti che queste sepolture dovessero essere appartenute ad esseri giganteschi.
E’ costituita da un corridoio absidato impostato su una esedra dotata di stretto bancone. Al centro un piccolo ingresso architravato, munito di stipiti e soglia. La copertura è a volta ogivale. Gli scavi hanno rinvenuto i resti di numerosi scheletri umani, deposti gli uni sugli altri a testimonianza dell’uso come tomba collettiva, le cui dimensioni sono anche all’origine del nome. La tradizione vuole infatti che queste sepolture dovessero essere appartenute ad esseri giganteschi.
E’ costituita da un corridoio absidato impostato su una esedra dotata di stretto bancone. Al centro un piccolo ingresso architravato, munito di stipiti e soglia. La copertura è a volta ogivale. Gli scavi hanno rinvenuto i resti di numerosi scheletri umani, deposti gli uni sugli altri a testimonianza dell’uso come tomba collettiva, le cui dimensioni sono anche all’origine del nome. La tradizione vuole infatti che queste sepolture dovessero essere appartenute ad esseri giganteschi.
E’ costituita da un corridoio absidato impostato su una esedra dotata di stretto bancone. Al centro un piccolo ingresso architravato, munito di stipiti e soglia. La copertura è a volta ogivale. Gli scavi hanno rinvenuto i resti di numerosi scheletri umani, deposti gli uni sugli altri a testimonianza dell’uso come tomba collettiva, le cui dimensioni sono anche all’origine del nome. La tradizione vuole infatti che queste sepolture dovessero essere appartenute ad esseri giganteschi.
E’ costituita da un corridoio absidato impostato su una esedra dotata di stretto bancone. Al centro un piccolo ingresso architravato, munito di stipiti e soglia. La copertura è a volta ogivale. Gli scavi hanno rinvenuto i resti di numerosi scheletri umani, deposti gli uni sugli altri a testimonianza dell’uso come tomba collettiva, le cui dimensioni sono anche all’origine del nome. La tradizione vuole infatti che queste sepolture dovessero essere appartenute ad esseri giganteschi.
E’ costituita da un corridoio absidato impostato su una esedra dotata di stretto bancone. Al centro un piccolo ingresso architravato, munito di stipiti e soglia. La copertura è a volta ogivale. Gli scavi hanno rinvenuto i resti di numerosi scheletri umani, deposti gli uni sugli altri a testimonianza dell’uso come tomba collettiva, le cui dimensioni sono anche all’origine del nome. La tradizione vuole infatti che queste sepolture dovessero essere appartenute ad esseri giganteschi.
























