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Domus de janas a prospetto architettonico di Sas Puntas

L’imponente ipogeo di Sas Puntas, realizzato scavando un basso bancone calcareo a breve distanza dall’abitato, riproduce integralmente una tomba di giganti sia nella facciata a esedra sia all’interno, con il vano di sepoltura ellittico. La sepoltura rientra nella categoria delle tombe a prospetto architettonico, note anche come “domus nuragiche”, cioè sepolture ipogeiche scavate nella roccia, spesso riadattando preesistenti domus de janas di età neolitica.

Domus de janas a prospetto architettonico di Sas Puntas

L’imponente ipogeo di Sas Puntas, realizzato scavando un basso bancone calcareo a breve distanza dall’abitato, riproduce integralmente una tomba di giganti sia nella facciata a esedra sia all’interno, con il vano di sepoltura ellittico. La sepoltura rientra nella categoria delle tombe a prospetto architettonico, note anche come “domus nuragiche”, cioè sepolture ipogeiche scavate nella roccia, spesso riadattando preesistenti domus de janas di età neolitica.

Tomba dei Giganti Cucumeu

Gli olivastri cresciuti nel corridoio tombale stanno demolendo ciò che rimane. Gli apporti di frasche, fogliame e sedimenti eolici hanno coperto le cavità.
Sulla parte anteriore di questa TdG qualcuno aveva realizzato una sorta di capanna utilizzando parte dei conci dell’esedra.
Oggi, comunque, a causa degli arbusti spinosi la tomba non è neanche facilmente raggiungibile.

Tomba dei Giganti Cucumeu

Gli olivastri cresciuti nel corridoio tombale stanno demolendo ciò che rimane. Gli apporti di frasche, fogliame e sedimenti eolici hanno coperto le cavità.
Sulla parte anteriore di questa TdG qualcuno aveva realizzato una sorta di capanna utilizzando parte dei conci dell’esedra.
Oggi, comunque, a causa degli arbusti spinosi la tomba non è neanche facilmente raggiungibile.

Comune:
Prov:
Autore:
Codice Geo: NUR21133
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Tomba dei Giganti Cucumeu

Gli olivastri cresciuti nel corridoio tombale stanno demolendo ciò che rimane. Gli apporti di frasche, fogliame e sedimenti eolici hanno coperto le cavità.
Sulla parte anteriore di questa TdG qualcuno aveva realizzato una sorta di capanna utilizzando parte dei conci dell’esedra.
Oggi, comunque, a causa degli arbusti spinosi la tomba non è neanche facilmente raggiungibile.

Tomba dei Giganti Cucumeu

Gli olivastri cresciuti nel corridoio tombale stanno demolendo ciò che rimane. Gli apporti di frasche, fogliame e sedimenti eolici hanno coperto le cavità.
Sulla parte anteriore di questa TdG qualcuno aveva realizzato una sorta di capanna utilizzando parte dei conci dell’esedra.
Oggi, comunque, a causa degli arbusti spinosi la tomba non è neanche facilmente raggiungibile.

Tomba dei Giganti Cucumeu

Gli olivastri cresciuti nel corridoio tombale stanno demolendo ciò che rimane. Gli apporti di frasche, fogliame e sedimenti eolici hanno coperto le cavità.
Sulla parte anteriore di questa TdG qualcuno aveva realizzato una sorta di capanna utilizzando parte dei conci dell’esedra.
Oggi, comunque, a causa degli arbusti spinosi la tomba non è neanche facilmente raggiungibile.

Domus de janas Is Forreddos

È la domus de janas di Martì (o Is Forreddos de Janas), situata nel territorio di Tonara, composta da tre camere ipogeiche e ricavata migliaia di anni fa da una roccia di quarzo.
Nell’atrio mostra divere «fossette pavimentali» probabilmente utilizzate per offerte votive.
Sparse nella pineta circostante si trovano dei monoliti (uno dei quali conosciuto come S’Abbasantera) che probabilmente avevano un utilizzo rituale.
Dall’ingresso principale, si arriva, attraverso una piccola apertura quadrata, al primo vano, preceduto da un atrio. Il primo vano è il più vasto e sta al centro della domus. È più o meno di forma circolare con una circonferenza di quasi sei metri l’altezza di 0,85 metri e la larghezza di quasi 2 metri. Dal primo vano si accede agli altri due; uno a destra con un piccolo gradino e uno di fronte. Il primo di questi due vani è più o meno di forma rettangolare mentre l’altro è invece, di forma quadrangolare.
La domus venne riportata alla luce da Antonio Taramelli tra il 1911 e il 1917.
Si appurò che essa venne riutilizzata in epoca romana per nuove sepolture, come attestano le stoviglie rinvenute in scavi successivi.

Domus de janas Is Forreddos

È la domus de janas di Martì (o Is Forreddos de Janas), situata nel territorio di Tonara, composta da tre camere ipogeiche e ricavata migliaia di anni fa da una roccia di quarzo.
Nell’atrio mostra divere «fossette pavimentali» probabilmente utilizzate per offerte votive.
Sparse nella pineta circostante si trovano dei monoliti (uno dei quali conosciuto come S’Abbasantera) che probabilmente avevano un utilizzo rituale.
Dall’ingresso principale, si arriva, attraverso una piccola apertura quadrata, al primo vano, preceduto da un atrio. Il primo vano è il più vasto e sta al centro della domus. È più o meno di forma circolare con una circonferenza di quasi sei metri l’altezza di 0,85 metri e la larghezza di quasi 2 metri. Dal primo vano si accede agli altri due; uno a destra con un piccolo gradino e uno di fronte. Il primo di questi due vani è più o meno di forma rettangolare mentre l’altro è invece, di forma quadrangolare.
La domus venne riportata alla luce da Antonio Taramelli tra il 1911 e il 1917.
Si appurò che essa venne riutilizzata in epoca romana per nuove sepolture, come attestano le stoviglie rinvenute in scavi successivi.

Domus de janas Is Forreddos

È la domus de janas di Martì (o Is Forreddos de Janas), situata nel territorio di Tonara, composta da tre camere ipogeiche e ricavata migliaia di anni fa da una roccia di quarzo.
Nell’atrio mostra divere «fossette pavimentali» probabilmente utilizzate per offerte votive.
Sparse nella pineta circostante si trovano dei monoliti (uno dei quali conosciuto come S’Abbasantera) che probabilmente avevano un utilizzo rituale.
Dall’ingresso principale, si arriva, attraverso una piccola apertura quadrata, al primo vano, preceduto da un atrio. Il primo vano è il più vasto e sta al centro della domus. È più o meno di forma circolare con una circonferenza di quasi sei metri l’altezza di 0,85 metri e la larghezza di quasi 2 metri. Dal primo vano si accede agli altri due; uno a destra con un piccolo gradino e uno di fronte. Il primo di questi due vani è più o meno di forma rettangolare mentre l’altro è invece, di forma quadrangolare.
La domus venne riportata alla luce da Antonio Taramelli tra il 1911 e il 1917.
Si appurò che essa venne riutilizzata in epoca romana per nuove sepolture, come attestano le stoviglie rinvenute in scavi successivi.

Domus de janas Is Forreddos

È la domus de janas di Martì (o Is Forreddos de Janas), situata nel territorio di Tonara, composta da tre camere ipogeiche e ricavata migliaia di anni fa da una roccia di quarzo.
Nell’atrio mostra divere «fossette pavimentali» probabilmente utilizzate per offerte votive.
Sparse nella pineta circostante si trovano dei monoliti (uno dei quali conosciuto come S’Abbasantera) che probabilmente avevano un utilizzo rituale.
Dall’ingresso principale, si arriva, attraverso una piccola apertura quadrata, al primo vano, preceduto da un atrio. Il primo vano è il più vasto e sta al centro della domus. È più o meno di forma circolare con una circonferenza di quasi sei metri l’altezza di 0,85 metri e la larghezza di quasi 2 metri. Dal primo vano si accede agli altri due; uno a destra con un piccolo gradino e uno di fronte. Il primo di questi due vani è più o meno di forma rettangolare mentre l’altro è invece, di forma quadrangolare.
La domus venne riportata alla luce da Antonio Taramelli tra il 1911 e il 1917.
Si appurò che essa venne riutilizzata in epoca romana per nuove sepolture, come attestano le stoviglie rinvenute in scavi successivi.

Domus de janas Is Forreddos

È la domus de janas di Martì (o Is Forreddos de Janas), situata nel territorio di Tonara, composta da tre camere ipogeiche e ricavata migliaia di anni fa da una roccia di quarzo.
Nell’atrio mostra divere «fossette pavimentali» probabilmente utilizzate per offerte votive.
Sparse nella pineta circostante si trovano dei monoliti (uno dei quali conosciuto come S’Abbasantera) che probabilmente avevano un utilizzo rituale.
Dall’ingresso principale, si arriva, attraverso una piccola apertura quadrata, al primo vano, preceduto da un atrio. Il primo vano è il più vasto e sta al centro della domus. È più o meno di forma circolare con una circonferenza di quasi sei metri l’altezza di 0,85 metri e la larghezza di quasi 2 metri. Dal primo vano si accede agli altri due; uno a destra con un piccolo gradino e uno di fronte. Il primo di questi due vani è più o meno di forma rettangolare mentre l’altro è invece, di forma quadrangolare.
La domus venne riportata alla luce da Antonio Taramelli tra il 1911 e il 1917.
Si appurò che essa venne riutilizzata in epoca romana per nuove sepolture, come attestano le stoviglie rinvenute in scavi successivi.