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Fonte sacra Niedda

Monumento di eccezionale valore appartenente all’ultimo periodo del nuragico, quando non si costruivano più le torre e si realizzarono diversi “sacrari federali” nei quali frequentemente erano ricompresi i pozzi sacri realizzati con conci isodomi e arricchiti con elementi scultorei architettonici. La Fonte purtroppo non è curata e mantenuta costantemente pulita

Fonte sacra Niedda

Monumento di eccezionale valore appartenente all’ultimo periodo del nuragico, quando non si costruivano più le torre e si realizzarono diversi “sacrari federali” nei quali frequentemente erano ricompresi i pozzi sacri realizzati con conci isodomi e arricchiti con elementi scultorei architettonici. La Fonte purtroppo non è curata e mantenuta costantemente pulita

Il Grande Verde

di Giorgio Valdès
Pubblico in allegato una delle numerose, antiche cartine storiche della Sardegna che vennero stampate tra il XVI e il XVIII secolo. La mia banale considerazione è la seguente: se ancora pochi secoli fa non si aveva contezza della forma planimetrica della Sardegna, come è possibile che i Greci prima e i romani in seguito avessero ritenuto che Ichnusa/Ichnussa, una delle dizioni con cui veniva denominata la nostra isola, significasse “orma di piede”?
Ci viene allora incontro il glottologo Salvatore Dedola, osservando come “Ιχνοũσα, ̉Ιχνοũσσα è una perfetta paretimologia, ed ha la base antichissima nell’akk. iqnû‘lapislazzuli, turchese’, ‘smalto blu’ + -sû ‘the X-man’, in composto iqnû-sû > Iqnusa, che significa ‘l’uomo del Grande Verde’ e parimenti ‘quella (l’isola) del Grande Verde’”.
Con quest’ultima terminologia, come asserito anche da Giovanni Ugas, si indicava il Mediterraneo Occidentale. Terminologia presente anche nella tradizione egizia, che citava il “Wd-Wr/Grande Verde” come il mare a sua volta compreso nel “Sin/Wr”, il grande cerchio d’acqua, il fiume oceano che si riteneva circondare il mondo allora conosciuto.
All’interno del “Grande Verde”, come scriveva il grande egittologo francese Jean Vercoutter ( 1911 –2000) citando i Testi delle Piramidi e i Testi dei Sarcofagi, “galleggiavano” le isole degli Haou-Nebout. Isole ubicate a nord ovest dell’Egitto, dove si pensava fosse collocato l’Ade. Va peraltro osservato come il rito funerario egizio esordisse con la formula: “a occidente”, e comprendesse un attraversamento delle acque per raggiungere il “Sacro Amenti”, luogo paradisiaco posto nella terra insulare ritenuta regno di Osiride, signore eterno dei “Sekhet Hanw//Yarw” (dove sekhet sigifica “campi” e hanw/yaru “canne, giunchi o erba in genere). L’Ade, come noto, era il regno dei morti, assimilabile appunto ai “Campi di Hanw” o all’”Elysium” (Campi Elisi ) (cfr. link seguente).

Il Paradiso in premio agli amici di Nurnet


A questo proposito Salvatore Dedola scrive che i Fenici, ma anche gli Ebrei, chiamarono la nostra isola “Kadoššène, (Kadoš-Šēne = ebraico-fenicio ‘Madre Santa’). Precisamente kadoš ebr., qdš fenicio = ‘santo, sacro’; šn’ fenicio ‘maestro’ ma anche un certo tipo di ufficio (sacro). Nel fenicio šn’ sembrerebbe di poter cogliere quella che per gli Ebrei fu la ‘Terra Santa, la Terra Promessa’ ”.
Per quanto infine si riferisce al termine Haou-Nebout, con questa dizione venivano indicate non solo le isole del “Grande Verde”, ma anche i suoi abitanti, che per gli egizi ricoprivano un ruolo fondamentale tra i popoli con cui la terra dei faraoni aveva avuto a che fare, nel bene e nel male. Termine quindi non solo geografico ma etnico, che indicava altresì “i Popoli del Mare che invaderanno l’Egitto al tempo di Mereptah e Ramesse III (1200-1100 a.C. ca)” (Berni e Chiappelli “Haou-Nebout, i Popoli del Mare”).
Tutte considerazioni che costituiscono interessanti indizi a favore della tesi, assolutamente ragionevole, che tra le isole nel Grande Verde svolgesse un ruolo fondamentale proprio la Sardegna, e che da essa provenissero quelle marinerie Shardana, che facendo parte degli Haou-Nebout assunsero, in testa ai Popoli del Mare, un ruolo egemone nel Mediterraneo occidentale, esercitando “una leadership militare di lungo periodo, dal 1500 al 1200 e oltre avanti Cristo” (intervista di Giancarlo Ghirra a Giovanni Ugas- Unione Sarda 27 ottobre 2007).
E sempre a questo proposito, Salvatore Dedola rappresenta come certezza il fatto che “ i celebri Shardana, gli invasori del Delta, uno dei Popoli del Grande Verde, non potevano che avere la propria base in Sardegna, a dispetto degli stuoli di archeologi che ancora lo negano a vantaggio della Sardi anatolica”.

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Tomba di giganti Is Concias

Conosciuta anche come “Sa Domu ”e s”Orku”, é costituita da blocchi di granito locale ordinati secondo lo “stile ciclopico”. Presenta la particolarità unica di essere orientata esattamente verso il Nord. Questa Tomba dei giganti è del tipo con “facciata a filari”, tipica delle tombe dei giganti del Sud della Sardegna la facciata e l”esedra, ampia 10 m., sono costruite in muratura megalitica; nell’area sulla destra dell”esedra sono presenti tre “focolari rituali”, di forma circolare.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

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Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

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Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.

Nuraghe Sisini

Il nuraghe Sisini sorge sulla sommità di una collinetta nelle campagne all’ingresso dell’omonima frazione. È caratterizzato da una pianta originale e poco comune, che riprende il modello dei templi a pozzo. È infatti costituita da una torre a base circolare preceduta da un massiccio bastione di forma quadrata.