Perdas Fittas

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di Giorgio Valdès
Nella puntata di Voyager del 27 07 2015 (cfr. link a margine), Roberto Giacobbo parlava in particolare dei menhir di “Biru ‘e Concas” a Sorgono, rimarcando lo straordinario fascino e l’importanza archeologica del sito e considerando nel contempo come le grandi pietre (in lingua sarda “perdas fittas”) siano rimaste sempre lì, nella loro posizione originale, senza subire spostamenti o rimaneggiamenti di sorta. Tuttavia, come rilevava sempre il conduttore del programma, mentre la valorizzazione turistica di “Biru ‘e Concas” è ridotta ai minimi termini, il presunto calendario solare di “Stonehenge”, in Inghilterra, registra un indotto turistico straordinario, nonostante i suoi monoliti siano stati spesso riposizionati nel tempo, così come attestato dalle immagini incluse nello stesso documentario. E perquanto Giacobbo sia spesso oggetto di critiche feroci a causa dei suoi metodi descrittivi che uniscono realtà e fantasia, riscontri scientifici (o almeno ritenuti tali) e leggende, il servizio è sicuramente interessante ed egli ha probabilmente ragione quando afferma che le coincidenze astronomiche di Stonehenge sono soprattutto merito di alcuni “druidi vissuti nel ‘900”. E’ anche vero che nel filmato si fa una certa confusione tra il sito di “Biru ‘e Concas” a Sorgono e quello di “Pranu Mutteddu” a Goni, ma la sostanza del ragionamento generale è sicuramente condivisibile: i nostri menhir non hanno niente da invidiare ai monoliti di “Stonehenge”, ma purtroppo scontano una politica disattenta che non è mai riuscita a renderli mediaticamente attrattivi e come tali in grado di generare ritorni di visibilità e conseguenti vantaggi economici per i rispettivi territori.
In merito allo spot di Giacobbo, propongo infine le considerazioni di Raffaele Deidda, pubblicate nel luglio 2015 su “Sardegna Soprattutto”:
<< Sotto la didascalia “La Stonehenge italiana” scorrevano le immagini dei menhir di Pranu Muttedu a Goni, mentre il conduttore di Voyager Roberto Giacobbo parlava di Biru e’Concas nel comune di Sorgono, secondo lui nel centro perfetto della Sardegna. Chissà come potevano sapere gli uomini del Neolitico recente (5000 anni fa) di trovarsi nel centro dell’isola? Goni – Biru e‘ Concas è comunque più antico di Stonehenge datato fra il 2000 e il 2500 a. C. le cui pietre allineate sono punti di solstizio ed equinozio e quindi un antico osservatorio astronomico. Ma i lavori che hanno prodotto l’attuale assetto sono dell’Ottocento, protrattisi agli anni ‘70 del -900. Gli archeologi dell’English Heritage ammettono che senza quei lavori Stonehenge sarebbe diverso e poche le pietre nel posto dove furono erette millenni fa. Alcuni dubitano dell’autenticità, ipotizzando che il Governo britannico abbia ricostruito ex novo il sito, nella piana di Salisbury, a partire dal 1954. Teoria supportata da un corredo di fotografie che evidenzierebbero i lavori. In realtà sono state messe in opera fondamenta in cemento per impedire che i megaliti si spostassero col passare del tempo. Si trattò di un’opera di smontaggio e rimontaggio, per riposizionare le pietre come in origine e mantenere il più possibile l’aspetto primitivo. Gli scavi archeologici approfondirono la storia del sito. Oggi Stonehenge è meta del turismo di massa: un milione di visitatori all’anno. Decine di migliaia di persone aspettano l’alba la notte del solstizio d’estate, il 21 giugno ed è meta di pellegrinaggio per i seguaci del celtismo e di altre religioni neopagane. E’ soprattutto un business, che genera enormi introiti economici. Se è vero che Giacobbo equivoca Goni e Sorgono, una cosa vera l’ha detta: a Stonehenge si paga per la visita di un sito rimaneggiato, in Sardegna i siti archeologici-astronomici, autentici come migliaia di anni fa, non producono alcun ritorno economico e versano in stato di abbandono. A leggere su www.sardegnaturismo.it “A Sorgono, in località Biru e’ Concas, vi è un parco archeologico disseminato da circa 200 Menhir, che formano uno dei più straordinari raggruppamenti del Mediterraneo. Risalenti al periodo compreso tra il Neolitico Recente (3300-2700 a.C.) e l’Eneolitico (2700-1700) i numerosissimi menhir sono disposti in vari modi: singoli, in coppia, in triadi, in spettacolari allineamenti formati anche da 20 menhir, e in circoli. Sono inoltre presenti strutture abitative e tombali dello stesso periodo ed un nuraghe del tipo a corridoio con camera a copertura a tholos. Nell’area si trova anche il nuraghe Talei e i ruderi di una tomba di giganti. La posizione risulta essere il centro esatto della Sardegna. In occasione della festa di San Mauro di Sorgono sarà possibile visitare il Parco accompagnati da personale qualificato”, si resta sconcertati. In occasione della festa di San Mauro, solo una volta l’anno, è possibile visitare il Parco!! Altrimenti si accede al sito scavalcando la recinzione. E’ questa la politica di valorizzazione dei beni culturali dell’isola, capace di dare valore alla sua storia millenaria e all’assoluta autenticità dei monumenti che costituiscono un patrimonio inestimabile? Aldilà delle ingenuità e degli azzardi di Voyager circa la Sardegna la domanda è: in Sardegna esiste una classe politica in grado di produrre valore dalle ricchezze storico – culturali che italiani e stranieri ci invidiano? Oggi, a giudicare da quanto accade al nostro patrimonio, no.>>

La foto delle “Perdas fittas” di Biru ‘e Concas a Sorgono è di Giacomo Fantola.