di Giorgio Valdès
Secondo Pausania “caduta Troia una parte dei Troiani che si erano salvati con Enea, trasportati dai venti in Sardegna, si mescolò poi con i Greci che si erano insediati prima. Quel che impedì ai Barbari di attaccare l’elemento greco e i Troiani fu che nello schieramento le due parti erano in equilibrio ed essendo i loro territori separati dal fiume Tirso, ambo le parti avevano timore di guadarlo….”. Allo scopo di individuare il luogo di sbarco dei reduci troiani Francesco Murroni nel suo libro “La Sardegna Preistorica e il Mediterraneo Antico”, suppone che tale località si trovasse nei pressi di Tertenia. A questo proposito Murroni cita Massimo Pittau, il quale osserva a sua volta che il nome di questo paese localizzato sulla costa orientale della Sardegna derivi da “Trtny, un’altra forma ricorrente nelle iscrizioni egizie per indicare i Drdny, cioè i Dardani, i Troiani o Teucri: i superstiti di Troia che arrivarono in Sardegna dopo i Greci, e che, con ogni probabilità fondarono Tertenia….” La mia ipotesi è che un “gruppo misto di reduci”, guidati dagli Shardana e che immagino composto d’altre etnie tra cui Tjeker, Teres, Bebrykes, e Likku, fosse sbarcato nella rada dell’attuale “Portu de s’Illixi” (dal probabile significato di Porto dell’Iliense) e che qui si fosse suddiviso. Una parte del gruppo, diretto verso nord, avrebbe fondato Tertenia (città dei Terteni o dei Dardani), l’altro avrebbe invece costeggiato il corso del Flumendosa e percorrendo le vie dell’argento si sarebbe inizialmente stanziato nei territori dell’attuale Ogliastra e quindi in quelli della Barbagia. Si racconta anche che i nuovi arrivati, una volta sbarcati, avessero eretto una stele in onore del loro re. Questo luogo si chiama appunto S.Priamo (la santificazione si presume sia avvenuta successivamente in periodo cristiano), frazione di S.Vito. E’ interessante inoltre considerare che appena a occidente di questo piccolo centro si erge il monte Idda, rilievo che porta curiosamente un nome simile a quel Monte Ida, situato nei pressi di Troia, dove Paride conduceva al pascolo i suoi armenti e dove nacque il suo amore per Elena, seguito dalle nefaste vicende raccontate da Omero nell’Iliade. Vorrei anche puntualizzare che gli episodi finora succintamente descritti sono da prendersi con il beneficio d’inventario, anche perché l’attendibilità delle fonti scritte come quella citata in premessa e proveniente da Pausania, è di regola piuttosto aleatoria, essendo difficilmente individuabile un confine certo tra la realtà e la leggenda. Tuttavia, mi permetto di riproporre al proposito una frase del celebre archeologo Louis Godart, il quale osservava che “le vecchie leggende affondano le loro radici nella Storia ed è certo che alla base di qualunque mito narrato dagli Antichi vi è una verità storica che la critica moderna deve tentare di ritrovare e di spiegare ”. Nelle immagini: i nuraghi Longu e Nastasi di Tertenia