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La costruzione si innesta su un ammasso roccioso naturale e realizza un tancato di circa 50 per 32 metri di una altezza media di circa 3. L’accesso all’interno del recinto avveniva attraverso due portali laterali nord/sud. Gli ingressi sono seguiti da un corridoio in muratura. All’interno un grosso masso granitico, secondo alcuni ha le fattezze di una dea madre, il che li porta a ipotizzare la funzione templare dell’area.
La costruzione si innesta su un ammasso roccioso naturale e realizza un tancato di circa 50 per 32 metri di una altezza media di circa 3. L’accesso all’interno del recinto avveniva attraverso due portali laterali nord/sud. Gli ingressi sono seguiti da un corridoio in muratura. All’interno un grosso masso granitico, secondo alcuni ha le fattezze di una dea madre, il che li porta a ipotizzare la funzione templare dell’area.
La costruzione si innesta su un ammasso roccioso naturale e realizza un tancato di circa 50 per 32 metri di una altezza media di circa 3. L’accesso all’interno del recinto avveniva attraverso due portali laterali nord/sud. Gli ingressi sono seguiti da un corridoio in muratura. All’interno un grosso masso granitico, secondo alcuni ha le fattezze di una dea madre, il che li porta a ipotizzare la funzione templare dell’area.
Su un’imponente emergenza rocciosa del versante del Monte Majore che si affaccia sulla valle del rio Pardu, si erge il recinto megalitico Sa corona de su crobu (il recinto del corvo) che i resti di ossidiana e le ceramiche d’impasto restituiti dal sito farebbero risalire ad epoca preistorica. (Giarasardegna)
Su un’imponente emergenza rocciosa del versante del Monte Majore che si affaccia sulla valle del rio Pardu, si erge il recinto megalitico Sa corona de su crobu (il recinto del corvo) che i resti di ossidiana e le ceramiche d’impasto restituiti dal sito farebbero risalire ad epoca preistorica. (Giarasardegna)