#immagini: 110
Museo Archeologico Nazionale – Cagliari
Dalla grotta di Monte Meana a Santadi, statuine di dee madri in osso.
(foto marco collu)
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
Riportato parzialmente alla luce nel dicembre del 2002, il nuraghe Sanna prende il nome dall’omonimo furriadroxiu che sorge ai suoi piedi nelle campagne tra Santadi e Piscinas. Gli interventi consentirono agli uomini della Soprintendenza di scoprire un complesso nuragico, sino ad allora dimenticato, e di trovarlo in ottimo stato di conservazione e in una posizione dominante sul resto del territorio. Oggi è pressoché abbandonato e danneggiato proprio dagli scavi.
La tomba di Barrancu Mannu, o di “Sa Tuerredda”, presenta il classico schema planimetrico delle tombe di giganti: corpo tombale absidato, corridoio coperto ed esedra arcuata. Il paramento murario esterno è costituito da blocchi di granito giallo-rosa di grandi dimensioni, sbozzati e sormontati da filari irregolari di pietre variamente poliedriche e di grossa pezzatura. Del giro absidale, concluso in origine da file ordinate di conci a coda, residuano due o tre filari.
Ubicata nell’agro appena fuori dall’abitato della frazione di Sant’Antonio di Santadi, su una collina appena accennata e nascosta dai cespugli di lentisco questa sepoltura nuragica emerge mostrando ancora la struttura dell’ esedra e del corridoio.