Risultati della ricerca


#immagini: 1468

Complesso nuragico Sa Figu

La necropoli è formata da undici domus de janas sia mono che pluricellulari. La più ampia era in origine composta da cinque camere, ora unico vano per l’abbattimento delle pareti divisorie. Essa si caratterizza per la presenza di due distinte fasi di utilizzo: la prima del neolitico e la seconda della Media Età del Bronzo (1700 a.C.-1300 a.C.), quando almeno tre ipogei vennero trasformati in “domus a prospetto architettonico”.

Nuraghe Sa Funtana

Il nuraghe è di tipo complesso, costituito da una torre centrale alla quale è stato addossato sulla fronte – con totale rifascio della struttura – un bastione con due torri secondarie che racchiudono un cortile centrale.
La torre principale (diam. m 18,00) presenta l”ingresso orientato a SE (largh. m 0,80-1,20) sormontato da un architrave con finestrino di scarico.

Pozzo sacro Sa Mitza de Nieddinu

Il sito è risalente all’ Età del Bronzo ed è stato realizzato interamente con rocce basaltiche finemente lavorate. La struttura consta di una parete muraria quasi totolamente distrutta: è visibile solo la base del pozzo in quanto risulta privo della copertuta della Tholos( difficile da poter ipotizzare come tipologia) anche se la camera è rimasta intatta. Possiamo contare 9 gradini che scendono verso il basso, fino a raggiungere l’acqua a circa due metri sotto terra.

Pozzo sacro Sa Mitza de Nieddinu

Il sito è risalente all’ Età del Bronzo ed è stato realizzato interamente con rocce basaltiche finemente lavorate. La struttura consta di una parete muraria quasi totolamente distrutta: è visibile solo la base del pozzo in quanto risulta privo della copertuta della Tholos( difficile da poter ipotizzare come tipologia) anche se la camera è rimasta intatta. Possiamo contare 9 gradini che scendono verso il basso, fino a raggiungere l’acqua a circa due metri sotto terra.

Pozzo sacro Sa Mitza de Nieddinu

Il sito è risalente all’ Età del Bronzo ed è stato realizzato interamente con rocce basaltiche finemente lavorate. La struttura consta di una parete muraria quasi totolamente distrutta: è visibile solo la base del pozzo in quanto risulta privo della copertuta della Tholos( difficile da poter ipotizzare come tipologia) anche se la camera è rimasta intatta. Possiamo contare 9 gradini che scendono verso il basso, fino a raggiungere l’acqua a circa due metri sotto terra.

Menhir Sa Pedra Longa

Un menhir femminile, uno femminile.
A 8 mt. di distanza l’uno dall’altro.
Secondo alcuni raffiguranti la Dea Madre e il Dio Toro.
Sono in trachite e secondo gli archeologi si presentano verosimilmente nella loro collocazione originaria.
Quello considerato come femminile è il più alto (2.35 mt.) e presenta una forma vagamente poligonale con terminazione curvilinea, con una piccola rientranza da un lato.
È considerato di tipo femminile per la sua sagoma e per questo chiamato anche “Sa Sennoredda”.
Quello considerato come maschile è invece il più basso (1.80 mt.) e presenta una forma vagamente poligonale, con terminazione più stretta”.
Testi e foto Andrea Mura / Nuragando Sardegna

Menhir Sa Pedra Longa

Un menhir femminile, uno femminile.
A 8 mt. di distanza l’uno dall’altro.
Secondo alcuni raffiguranti la Dea Madre e il Dio Toro.
Sono in trachite e secondo gli archeologi si presentano verosimilmente nella loro collocazione originaria.
Quello considerato come femminile è il più alto (2.35 mt.) e presenta una forma vagamente poligonale con terminazione curvilinea, con una piccola rientranza da un lato.
È considerato di tipo femminile per la sua sagoma e per questo chiamato anche “Sa Sennoredda”.
Quello considerato come maschile è invece il più basso (1.80 mt.) e presenta una forma vagamente poligonale, con terminazione più stretta”.
Testi e foto Andrea Mura / Nuragando Sardegna

Sindia nuraghe S.Barbara

Il Nuraghe Santa Barbara sorge non lontano dal centro abitato di Sindia ed è uno dei più imponenti e meglio conservati all’interno del territorio comunale. Si tratta di un edificio monotorre a due piani, costruito con conci di pietra basaltica perfettamente sbozzati e ordinati in filari regolari. La sua altezza è di circa 12 metri, ha un ingresso abbastanza interrato e sormontato da un bel architrave. Il piano superiore è svettato e conserva il finestrone di forma trapezoidale e una nicchia.

Comune: SINDIA
Prov: Nuoro
Autore: Sergio Melis
Codice Geo: NUR2516
> Scheda Geoportale
Complesso archeologico di Pranu Mutteddu

Esteso 200 mila metri quadri e immerso in lussureggianti querce da sughero e macchia mediterranea delle colline del Gerrei, è uno dei più suggestivi e importanti siti archeologici della Sardegna interna. A pochi chilometri dall’abitato di Goni, lungo la provinciale per Cagliari (ad appena mezz’ora dal capoluogo), ammirerai il parco di Pranu Muttedu, un’estesa piattaforma arenacea e scistosa dove sorge un vasto complesso monumentale prenuragico, ‘diviso’ in più agglomerati. A nord, in località su Crancu, c’è l’agglomerato di capanne di riferimento della necropoli. A sud del villaggio, si trovano i sepolcreti di Pranu Muttedu e di Nuraxeddu, eccezionalmente attorniati da folti gruppi di menhir, in coppie, in allineamento o all’interno delle stesse tombe, e da costruzioni rotonde di probabile carattere sacrale. Ancora più a sud sorge scavata in roccione, la necropoli a domus de Janas di Genna Accas con tre circoli tombali. Altre strutture affiorano in zona: particolarmente interessanti i resti del dolmen ad allée couverte di Baccoi. L’eccezionalità del sito deriva anche dalla più alta concentrazione di menhir che si conosca in Sardegna: circa 60, distribuiti variamente, in coppia, in allineamenti, in piccoli gruppi, talora nelle stesse architetture tombali. Sono del tipo ‘protoantropomorfo’, a forma ogivale e superficie anteriore piana.

I sepolcri sono costituiti da due o tre anelli concentrici di pietre, talvolta con paramento gradonato per sostenere il tumulo. Al centro, la camera funeraria, alla quale accederai tramite un corridoio formato da lastroni ortostatici, coperti a piattabanda. Le celle interne sono circolari o allungate, in base a quante sepolture ospitassero. Le coperture erano tabulari o a pseudovolta. La grandiosa tomba II presenta ingresso, anticella e cella funeraria scavati in due distinti blocchi rocciosi accuratamente adagiati e predisposti: per fine lavorazione e disegno architettonico richiamano le sepolture a domus de Janas. Gli scavi hanno restituito vasetti miniaturistici, punte di freccia in ossidiana e vari altri oggetti, tra cui un pugnaletto in selce e un’accettina in pietra bianca. Dai manufatti si fa risalire il complesso al Neolitico recente (3200-2800 a.C) con ‘inserimenti’ tardivi sino al 2600 a.C.

Comune: GONI
Prov: Cagliari
Autore: Sergio Melis
Codice Geo: NUR6817
> Scheda Geoportale