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#immagini: 1994

Nuraghe Dessì – su fundu de sa Corona arrubia

Le strutture presenti fanno pensare ai resti di un probabile protonuraghe. Guardando da posizione elevata si distinguono almeno due ambienti rettangolari mentre la restante parte risulta nascosta dalla vegetazione. Purtroppo i diversi interventi di spietramento dei campi, con successivo accumulo delle pietre sopra le strutture arcaiche, creano dubbi sulla vera natura degli eventuali altri edifici.

Nuraghe Gianni Efisi o Cala Sapone – Nuargi Ega de is gruttas (V.Angius 1840)

Nuargi Ega de is gruttas (V.Angius 1840) . Nuraghe complesso devastato da scavatori clandestini. Sono visibili i paramenti murari delimitanti la torre principale nel cui interno sono evidenti gli interventi clandestini. Il paramento esterno, se pur coperto in buona parte dalla vegetazione, si conserva in quasi tutto il suo percorso. A Sud-Est si individua una piccola interruzione del paramento murario dove probabilmente era situato l’ingresso

Nuraghe Meurras

Si compone di un nuraghe di tipologia insolita, costruito in blocchi megalitici subsquadrati disposti in orditi abbastanza regolari, a nord est del quale si sviluppa un esteso villaggio per lo più ridotto ad una distesa di pietre: dal crollo generalizzato emergono alcune strutture megalitiche e qualche capanna messa in luce da scavatori non autorizzati. Il nuraghe invece conserva per una certa altezza l’originario elevato, tuttavia non è immediatamente leggibile nella sua planimetria.

Nuraghe Punta Acuzza

Ubicato in località Su Fonnesu (Teulada), a circa metri 300 sul livello del mare. La cima di questo nuraghe si raggiunge percorrendo la strada che da Is Domus (Sant’Anna Arresi) porta sino alla frazione di Su Fonnesu, oppure percorrendo la strada che da Sant’Anna Arresi porta a Su de is Seis, Perdaiola e su Fonnesu. Esso si trova su una punta aguzza, i locali la chiamano “punta acuccia”, vista da lontano appare molto simile ad una piramide. I massi utilizzati sono in prevalenza granitici. La visuale è ottima, soprattutto sul golfo di Palmas.

Nuraghe Punta Acuzza

Ubicato in località Su Fonnesu (Teulada), a circa metri 300 sul livello del mare. La cima di questo nuraghe si raggiunge percorrendo la strada che da Is Domus (Sant’Anna Arresi) porta sino alla frazione di Su Fonnesu, oppure percorrendo la strada che da Sant’Anna Arresi porta a Su de is Seis, Perdaiola e su Fonnesu. Esso si trova su una punta aguzza, i locali la chiamano “punta acuccia”, vista da lontano appare molto simile ad una piramide. I massi utilizzati sono in prevalenza granitici. La visuale è ottima, soprattutto sul golfo di Palmas.

Nuraghe Giara

Questo nuraghe è situato, nel confine tra Sant’Anna Arresi e Teulada, sulla vetta della collina omonima a circa 315 metri sul livello del mare. Ci si arriva dopo una faticosa e ripida salita, dopo aver lasciato l’auto nella strada sterrata che da Is Domus (Sant’Anna Arresi) conduce a Perdaiola (Teulada). Costituito prevalentemente da massi simili a quelli del nuraghe Arresi, sono visibili quattro torri, più una quasi completamente distrutta. Si notano dei passaggi sotterranei occlusi dal crollo. Nella zona circostante sono state trovate tracce di ossidiana e alcuni frammenti di mazze e chissà quanto è stato trafugato dai tombaroli, di cui abbiamo trovato tracce durante un recente sopralluogo. Il nuraghe Giara offre una splendida visuale, si a vede, a est, capo Spartivento e a ovest, Portoscuso, oltre alle isole di Sant’Antioco, della Vacca e del Toro.

Alcuni anziani, ricordano, ancora intatta, la torre esposta a nord-ovest. Dicono che vi fosse un pozzo, così profondo che non si sentiva il rumore delle pietre che lasciavano cadere. La suggestione ha poi fatto il resto, si è pensato ad un tunnel sotterraneo che conducesse sino al mare, a causa del rumore dell’acqua che saliva dalla profondità della terra. Sarebbe interessante scoprire se effettivamente, sotto questo nuraghe, esiste una grotta attraversata da un corso d’acqua sotterraneo.

Nuraghe Giara

Questo nuraghe è situato, nel confine tra Sant’Anna Arresi e Teulada, sulla vetta della collina omonima a circa 315 metri sul livello del mare. Ci si arriva dopo una faticosa e ripida salita, dopo aver lasciato l’auto nella strada sterrata che da Is Domus (Sant’Anna Arresi) conduce a Perdaiola (Teulada). Costituito prevalentemente da massi simili a quelli del nuraghe Arresi, sono visibili quattro torri, più una quasi completamente distrutta. Si notano dei passaggi sotterranei occlusi dal crollo. Nella zona circostante sono state trovate tracce di ossidiana e alcuni frammenti di mazze e chissà quanto è stato trafugato dai tombaroli, di cui abbiamo trovato tracce durante un recente sopralluogo. Il nuraghe Giara offre una splendida visuale, si a vede, a est, capo Spartivento e a ovest, Portoscuso, oltre alle isole di Sant’Antioco, della Vacca e del Toro.

Alcuni anziani, ricordano, ancora intatta, la torre esposta a nord-ovest. Dicono che vi fosse un pozzo, così profondo che non si sentiva il rumore delle pietre che lasciavano cadere. La suggestione ha poi fatto il resto, si è pensato ad un tunnel sotterraneo che conducesse sino al mare, a causa del rumore dell’acqua che saliva dalla profondità della terra. Sarebbe interessante scoprire se effettivamente, sotto questo nuraghe, esiste una grotta attraversata da un corso d’acqua sotterraneo.

Nuraghe Giara

Questo nuraghe è situato, nel confine tra Sant’Anna Arresi e Teulada, sulla vetta della collina omonima a circa 315 metri sul livello del mare. Ci si arriva dopo una faticosa e ripida salita, dopo aver lasciato l’auto nella strada sterrata che da Is Domus (Sant’Anna Arresi) conduce a Perdaiola (Teulada). Costituito prevalentemente da massi simili a quelli del nuraghe Arresi, sono visibili quattro torri, più una quasi completamente distrutta. Si notano dei passaggi sotterranei occlusi dal crollo. Nella zona circostante sono state trovate tracce di ossidiana e alcuni frammenti di mazze e chissà quanto è stato trafugato dai tombaroli, di cui abbiamo trovato tracce durante un recente sopralluogo. Il nuraghe Giara offre una splendida visuale, si a vede, a est, capo Spartivento e a ovest, Portoscuso, oltre alle isole di Sant’Antioco, della Vacca e del Toro.

Alcuni anziani, ricordano, ancora intatta, la torre esposta a nord-ovest. Dicono che vi fosse un pozzo, così profondo che non si sentiva il rumore delle pietre che lasciavano cadere. La suggestione ha poi fatto il resto, si è pensato ad un tunnel sotterraneo che conducesse sino al mare, a causa del rumore dell’acqua che saliva dalla profondità della terra. Sarebbe interessante scoprire se effettivamente, sotto questo nuraghe, esiste una grotta attraversata da un corso d’acqua sotterraneo.

Nuraghe Sarri

Scoperto dal grande cartografo A. Lamarmora nel 1840. Appare ricoperto di una fitta vegetazione di lentischio, è crollato verso l’interno e col passare tempo si è riempito di terra. Le pietre utilizzate per la costruzione, sono di colore bianco con chiazzature gialle di muschio secco. L’altezza residua della torre esposta a Nord è di circa tre metri. Se visitato d’estate, lo scenario desertico della zona contribuisce ad aumentare il fascino di questo imponente monumento megalitico.

Nuraghe Sarri

Scoperto dal grande cartografo A. Lamarmora nel 1840. Appare ricoperto di una fitta vegetazione di lentischio, è crollato verso l’interno e col passare tempo si è riempito di terra. Le pietre utilizzate per la costruzione, sono di colore bianco con chiazzature gialle di muschio secco. L’altezza residua della torre esposta a Nord è di circa tre metri. Se visitato d’estate, lo scenario desertico della zona contribuisce ad aumentare il fascino di questo imponente monumento megalitico.

Nuraghe Coi Casu

L’area archeologica di Coi Casu risale nel suo primo impianto all’Età del Bronzo quando in tutta la Sardegna nacque e si sviluppò la splendida Civiltà Nuragica (circa 1600-600 a.C.). L’insediamento era composto da un nuraghe complesso (A) con attorno il villaggio del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Il nucleo più importante dell’antico abitato si sviluppava attorno ad una depressione circolare del terreno (D) che nei mesi invernali e primaverili fungeva da piccolo bacino di raccolta dell’acqua piovana. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano (B) destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti (doli). La ricerca, ancora nelle sue fasi preliminari, deve rispondere a due quesiti fondamentali: che tipo di attività economiche praticava la comunità nuragica di Coi Casu e quali motivazioni spinsero ad un repentino abbandono del sito alle soglie dell’età del Ferro (XI-X secolo a.C.). Dopo un apparente vuoto di alcuni secoli l’insediamento riprese a vivere a partire dall’età tardo-punica (III-II secolo a.C.) sino a quella bizantina (VIVII secolo d.C.) con parziali ristrutturazioni e modifi che di alcuni ambienti.

Nuraghe Coi Casu

L’area archeologica di Coi Casu risale nel suo primo impianto all’Età del Bronzo quando in tutta la Sardegna nacque e si sviluppò la splendida Civiltà Nuragica (circa 1600-600 a.C.). L’insediamento era composto da un nuraghe complesso (A) con attorno il villaggio del quale affiorano evidenti ruderi preservati da una rigogliosa macchia di lentisco e olivastro. Il nucleo più importante dell’antico abitato si sviluppava attorno ad una depressione circolare del terreno (D) che nei mesi invernali e primaverili fungeva da piccolo bacino di raccolta dell’acqua piovana. Tra le diverse strutture messe in luce dallo scavo archeologico emerge per importanza un vano (B) destinato alla conservazione di derrate alimentari in grossi recipienti (doli). La ricerca, ancora nelle sue fasi preliminari, deve rispondere a due quesiti fondamentali: che tipo di attività economiche praticava la comunità nuragica di Coi Casu e quali motivazioni spinsero ad un repentino abbandono del sito alle soglie dell’età del Ferro (XI-X secolo a.C.). Dopo un apparente vuoto di alcuni secoli l’insediamento riprese a vivere a partire dall’età tardo-punica (III-II secolo a.C.) sino a quella bizantina (VIVII secolo d.C.) con parziali ristrutturazioni e modifi che di alcuni ambienti.