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Nuraghe Spadularzu

Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.

Nuraghe Spadularzu

Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.

Nuraghe Spadularzu

Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.

Nuraghe Poltolu

Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.

Nuraghe Poltolu

Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.

Il Toro o Campanile di S.Andrea Priu

Sul pianoro, a 10 metri a nord del ciglione, a 13 metri a ovest del pozzo di illuminazione dell’ipogeo VI (necropoli di Sant’Andrea Priu), s’innalza una singolare rupe, certamente già interessante -come aspetto – per natura, ma resa ancora di più dall’intervento dell’uomo. È quello che comunemente veniva indicato come “campanile”. Il Taramelli lo riteneva un masso trachitico, sporgente dalla sommità del banco, ritagliato esternamente ed internamente traforato da una cella ipogeica le cui pareti furono sfondate. Non di rado si è pensato ad un monumentale “toro”, una scultura che sarebbe ora mutila della testa, ma – in realtà – non si notano fratture, almeno di dimensioni tali da autorizzare l’accoglimento dell’ipotesi.

Il Toro o Campanile di S.Andrea Priu

Sul pianoro, a 10 metri a nord del ciglione, a 13 metri a ovest del pozzo di illuminazione dell’ipogeo VI (necropoli di Sant’Andrea Priu), s’innalza una singolare rupe, certamente già interessante -come aspetto – per natura, ma resa ancora di più dall’intervento dell’uomo. È quello che comunemente veniva indicato come “campanile”. Il Taramelli lo riteneva un masso trachitico, sporgente dalla sommità del banco, ritagliato esternamente ed internamente traforato da una cella ipogeica le cui pareti furono sfondate. Non di rado si è pensato ad un monumentale “toro”, una scultura che sarebbe ora mutila della testa, ma – in realtà – non si notano fratture, almeno di dimensioni tali da autorizzare l’accoglimento dell’ipotesi.

Il Toro o Campanile di S.Andrea Priu

Sul pianoro, a 10 metri a nord del ciglione, a 13 metri a ovest del pozzo di illuminazione dell’ipogeo VI (necropoli di Sant’Andrea Priu), s’innalza una singolare rupe, certamente già interessante -come aspetto – per natura, ma resa ancora di più dall’intervento dell’uomo. È quello che comunemente veniva indicato come “campanile”. Il Taramelli lo riteneva un masso trachitico, sporgente dalla sommità del banco, ritagliato esternamente ed internamente traforato da una cella ipogeica le cui pareti furono sfondate. Non di rado si è pensato ad un monumentale “toro”, una scultura che sarebbe ora mutila della testa, ma – in realtà – non si notano fratture, almeno di dimensioni tali da autorizzare l’accoglimento dell’ipotesi.

Domus de janas di S.Andrea Priu

Le domus de janas che compongono questa necropoli, una delle più estese ed importanti della Sardegna, sono scavate sulla parete verticale e sul pianoro di un affioramento trachitico – alto circa 10 m e orientato a S – e consistono in una ventina di sepolture disposte per lo più ad una certa altezza rispetto al livello di campagna. Risalgono presumibilmente al IV-III millennio a.C. ma furono riusate per lungo tempo. In età romana e poi bizantina la ‘tomba del Capo’ fu trasformata in chiesa rupestre, una delle prime nel tempo delle persecuzioni. Più volte intonacata e affrescata con scene del Nuovo Testamento, fu intitolata a sant’Andrea, da cui il nome del sito.

Domus de janas di S.Andrea Priu

Le domus de janas che compongono questa necropoli, una delle più estese ed importanti della Sardegna, sono scavate sulla parete verticale e sul pianoro di un affioramento trachitico – alto circa 10 m e orientato a S – e consistono in una ventina di sepolture disposte per lo più ad una certa altezza rispetto al livello di campagna. Risalgono presumibilmente al IV-III millennio a.C. ma furono riusate per lungo tempo. In età romana e poi bizantina la ‘tomba del Capo’ fu trasformata in chiesa rupestre, una delle prime nel tempo delle persecuzioni. Più volte intonacata e affrescata con scene del Nuovo Testamento, fu intitolata a sant’Andrea, da cui il nome del sito.