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la grotta si contraddistingue per la presenza di un’articolata raffigurazione incisa, riferibile al Neolitico finale (4000-3200 a.C.) usata probabilmente per riti propiziatori legati alla fertilità
Prov: Ogliastra
Autore: Zincus Andronicus Montague
Codice Geo: NUR14665
> Scheda Geoportale
GRUTTA ‘E JANAS
Il nome di questa piccola grotta nascosta nel costone ai piedi di “Montargia”, il bastione calcareo che sovrasta la parte alta del centro abitato di Baunei (il rione chiamato “Bidda ’e Susu”, letteralmente “Paese di sopra”) ricalca pari pari l’appellativo di tante altre cavità dell’Isola che la tradizione popolare ha sempre circondato di un alone di mistero. Infatti, così come “Grutta ’e Janas” in sardo significa “grotta delle fate, delle streghe”, allo stesso modo le necropoli prenuragiche scavate nella roccia, presenti in tutte le zone della Sardegna, vengono chiamate “Domus de Janas” (“case delle fate, delle streghe”). Oggi per gli archeologi il mistero della funzione delle “Domus de Janas” è stato abbondantemente svelato, anche se rimangono ancora misteriosi alcuni aspetti dei rituali funerari e della religiosità prenuragica. “Grutta ’e Janas” è aperta al pubblico (è stato creato un sentiero di accesso, alla base della parete di “Montargia”) e merita di essere inserita in una guida storico – turistica per il suo particolare pavimento stalagmitico, leggermente inclinato, decorato con un motivo molto articolato e di incerta interpretazione. Si tratta di una raffigurazione costituita da un totale di 18 canalette poco profonde che si diramano da una conca principale profonda alcuni centimetri, per congiungersi a varie coppelle terminali disposte senza apparente criterio. Proprio per le caratteristiche peculiari del motivo scavato nel pavimento, la grotta è stata oggetto nel 2005 di una campagna di scavi archeologici condotta sotto la direzione dell’archeologa Maria Ausilia Fadda. In occasione di questo intervento la zona è stata recintata e nel cancello di ingresso al sito sono stati apposti alcuni cartelli esplicativi sulle caratteristiche più importanti di “Grutta ’e Janas”. I testi, firmati dalla Fadda spiegano che “la grotta si contraddistingue per la presenza di un’articolata raffigurazione incisa, riferibile al Neolitico finale (4000-3200 a.C.) usata probabilmente per riti propiziatori legati alla fertilità”. Incisioni simili sono state scoperte e studiate anche in Piemonte e Liguria, analogie che sempre secondo la Fadda “potrebbero confermare ulteriormente i forti legami dell’area continentale con la Sardegna, che esportava l’ossidiana dei ricchissimi giacimenti del Monte Arci fin nel sud della Francia. Questi contatti di carattere commerciale hanno fortemente influenzato la produzione di manufatti ceramici, come i vasi a bocca quadrata, molto simili a quelli di produzione ligure, e i vasi con superfici lavorate a stralucido, come quelli del Midi francese”.
Tra le testimonianze dell’ipogeismo funerario del territorio di Usini, la necropoli di Iscala de Sa Figu, benché citata in letteratura per le sue cinque domus de janas, non è finora stata oggetto di analisi specifica. A seguito di dettagliate segnalazioni, sono stati effettuati nel sito ricerche e rilievi con diverse metodologie, sia tradizionali sia innovative. Tali operazioni hanno consentito di individuare due ulteriori ipogei e verificare dei simboli inediti
Tra le testimonianze dell’ipogeismo funerario del territorio di Usini, la necropoli di Iscala de Sa Figu, benché citata in letteratura per le sue cinque domus de janas, non è finora stata oggetto di analisi specifica. A seguito di dettagliate segnalazioni, sono stati effettuati nel sito ricerche e rilievi con diverse metodologie, sia tradizionali sia innovative. Tali operazioni hanno consentito di individuare due ulteriori ipogei e verificare dei simboli inediti
Tra le testimonianze dell’ipogeismo funerario del territorio di Usini, la necropoli di Iscala de Sa Figu, benché citata in letteratura per le sue cinque domus de janas, non è finora stata oggetto di analisi specifica. A seguito di dettagliate segnalazioni, sono stati effettuati nel sito ricerche e rilievi con diverse metodologie, sia tradizionali sia innovative. Tali operazioni hanno consentito di individuare due ulteriori ipogei e verificare dei simboli inediti
Queste sepolture hanno entrambe l’ingresso orientato a sud-ovest. All’ interno della prima domus di circa 5 x 3 m sono ancora visibili, sia nel soffito e sia nel piano di calpestio, i resti di due colonne che un tempo adornavano la camera. La seconda tomba, simile alla prima, presenta un’anticella con ai lati due gradini rialzati e la cella funeraria rettangolare ospita due giacigli elevati laterali.
Queste sepolture hanno entrambe l’ingresso orientato a sud-ovest. All’ interno della prima domus di circa 5 x 3 m sono ancora visibili, sia nel soffito e sia nel piano di calpestio, i resti di due colonne che un tempo adornavano la camera. La seconda tomba, simile alla prima, presenta un’anticella con ai lati due gradini rialzati e la cella funeraria rettangolare ospita due giacigli elevati laterali.
Queste sepolture hanno entrambe l’ingresso orientato a sud-ovest. All’ interno della prima domus di circa 5 x 3 m sono ancora visibili, sia nel soffito e sia nel piano di calpestio, i resti di due colonne che un tempo adornavano la camera. La seconda tomba, simile alla prima, presenta un’anticella con ai lati due gradini rialzati e la cella funeraria rettangolare ospita due giacigli elevati laterali.
Queste sepolture hanno entrambe l’ingresso orientato a sud-ovest. All’ interno della prima domus di circa 5 x 3 m sono ancora visibili, sia nel soffito e sia nel piano di calpestio, i resti di due colonne che un tempo adornavano la camera. La seconda tomba, simile alla prima, presenta un’anticella con ai lati due gradini rialzati e la cella funeraria rettangolare ospita due giacigli elevati laterali.
Queste sepolture hanno entrambe l’ingresso orientato a sud-ovest. All’ interno della prima domus di circa 5 x 3 m sono ancora visibili, sia nel soffito e sia nel piano di calpestio, i resti di due colonne che un tempo adornavano la camera. La seconda tomba, simile alla prima, presenta un’anticella con ai lati due gradini rialzati e la cella funeraria rettangolare ospita due giacigli elevati laterali.
Queste sepolture hanno entrambe l’ingresso orientato a sud-ovest. All’ interno della prima domus di circa 5 x 3 m sono ancora visibili, sia nel soffito e sia nel piano di calpestio, i resti di due colonne che un tempo adornavano la camera. La seconda tomba, simile alla prima, presenta un’anticella con ai lati due gradini rialzati e la cella funeraria rettangolare ospita due giacigli elevati laterali.