Si tratta di un nuraghe complesso del quale sono visibili la torre del mastio e altre tre torri perimetrali (ma non si esclude la presenza di una quarta nel versante SSO) unite tra loro attraverso una muraglia ad andamento retto-curvilineo.
L’ultima campagna di scavo si è conclusa nel 2009.
L’opera muraria è costruita con massi ciclopici di andesite basaltica, del peso medio di 3 quintali ciascuno, con anche l’impiego di piccole pietre e malta di fango tra gli interstizi.
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Si tratta di un nuraghe complesso del quale sono visibili la torre del mastio e altre tre torri perimetrali (ma non si esclude la presenza di una quarta nel versante SSO) unite tra loro attraverso una muraglia ad andamento retto-curvilineo.
L’ultima campagna di scavo si è conclusa nel 2009.
L’opera muraria è costruita con massi ciclopici di andesite basaltica, del peso medio di 3 quintali ciascuno, con anche l’impiego di piccole pietre e malta di fango tra gli interstizi.
Si tratta di un nuraghe complesso del quale sono visibili la torre del mastio e altre tre torri perimetrali (ma non si esclude la presenza di una quarta nel versante SSO) unite tra loro attraverso una muraglia ad andamento retto-curvilineo.
L’ultima campagna di scavo si è conclusa nel 2009.
L’opera muraria è costruita con massi ciclopici di andesite basaltica, del peso medio di 3 quintali ciascuno, con anche l’impiego di piccole pietre e malta di fango tra gli interstizi.
Prov: Carbonia-Iglesias
Autore: Maurizio Cossu
Codice Geo: NUR1923
> Scheda Geoportale
Si tratta di un nuraghe complesso del quale sono visibili la torre del mastio e altre tre torri perimetrali (ma non si esclude la presenza di una quarta nel versante SSO) unite tra loro attraverso una muraglia ad andamento retto-curvilineo.
L’ultima campagna di scavo si è conclusa nel 2009.
L’opera muraria è costruita con massi ciclopici di andesite basaltica, del peso medio di 3 quintali ciascuno, con anche l’impiego di piccole pietre e malta di fango tra gli interstizi.
Prov: Carbonia-Iglesias
Autore: Maurizio Cossu
Codice Geo: NUR1923
> Scheda Geoportale
Ampio complesso nuragico che comprende 3 strutture definite del culto dell’acqua se ILa Soprintendenza indica la III come probabile nuraghe.
A monte Canu, oltre alle rovine di altre testimonianze archeologiche di tempi remoti, è presente anche una fonte sacra e questo tempietto oracolare.
La tomba, di piccole dimensioni, è costruita con tecnica a filari.
Il corpo tombale, rivolto ad E (lungh. m 7,25), contiene un corridoio funebre rettangolare (lungh. m 6,10; largh. m 0,90/1,00; alt. m 0,65) chiuso sul fondo da un’unica lastra di testata sagomata ad arco (largh. m 1,02; alt. m 0,95).
L’esedra si conserva solo in parte (corda m 12,76; freccia m 3,75): l’emiciclo è delimitato da lastre ortostatiche di dimensioni ridotte, alla base delle quali si sviluppa un basso bancone-sedile (largh. m 0,35; alt. m 0,25), anch’esso incompleto, destinato ad accogliere le offerte.
Il paramento murario posteriore dell’esedra si raccorda senza soluzione di continuità col corpo tombale.
La tomba è costruita con tecnica a filari. Il corpo tombale, rivolto ad E (lungh. m 7,25), contiene un corridoio funebre rettangolare; chiuso sul fondo da un’unica lastra di testata sagomata ad arco
L’esedra si conserva solo in parte: l’emiciclo è delimitato da lastre ortostatiche di dimensioni ridotte, alla base delle quali si sviluppa un basso bancone-sedile, anch’esso incompleto, destinato ad accogliere le offerte.
Il paramento murario posteriore dell’esedra si raccorda senza soluzione di continuità col corpo tombale.
La tomba è costruita con tecnica a filari. Il corpo tombale, rivolto ad E (lungh. m 7,25), contiene un corridoio funebre rettangolare; chiuso sul fondo da un’unica lastra di testata sagomata ad arco
L’esedra si conserva solo in parte: l’emiciclo è delimitato da lastre ortostatiche di dimensioni ridotte, alla base delle quali si sviluppa un basso bancone-sedile, anch’esso incompleto, destinato ad accogliere le offerte.
Il paramento murario posteriore dell’esedra si raccorda senza soluzione di continuità col corpo tombale.
La tomba è costruita con tecnica a filari. Il corpo tombale, rivolto ad E (lungh. m 7,25), contiene un corridoio funebre rettangolare; chiuso sul fondo da un’unica lastra di testata sagomata ad arco
L’esedra si conserva solo in parte: l’emiciclo è delimitato da lastre ortostatiche di dimensioni ridotte, alla base delle quali si sviluppa un basso bancone-sedile, anch’esso incompleto, destinato ad accogliere le offerte.
Il paramento murario posteriore dell’esedra si raccorda senza soluzione di continuità col corpo tombale.
La tomba è costruita con tecnica a filari. Il corpo tombale, rivolto ad E (lungh. m 7,25), contiene un corridoio funebre rettangolare; chiuso sul fondo da un’unica lastra di testata sagomata ad arco
L’esedra si conserva solo in parte: l’emiciclo è delimitato da lastre ortostatiche di dimensioni ridotte, alla base delle quali si sviluppa un basso bancone-sedile, anch’esso incompleto, destinato ad accogliere le offerte.
Il paramento murario posteriore dell’esedra si raccorda senza soluzione di continuità col corpo tombale.
Vittorio Angius lo descrisse in questo modo, prima della scoperta della reggia di Barumini:«..l’altro appellato Nuraxi-Fenu distante quasi un miglio e mezzo, e degno di esser considerato e annoverato a’ più grandi che si conoscono, quali pur sono i prossimi del territorio di Guspini, il Saureci, il Fumìu e l’Orco..» e ancora, parlando di San Gavino fece un riferimento allo stesso Fenu, vicinissimo: «.. dentro i limiti del territorio di Sangavino sorgessero ne’ tempi più antichi più di sedici nuraghi, e che alcuni de’ medesimi fossero tanto grandi, quanto quello che vedesi ancora nelle vicinanze di Pabillonis, che è uno de’ più colossali dell’Isola…»