Risultati della ricerca


#immagini: 3293

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Tomba di Giganti Sa Presone

La tomba di giganti si Sa Presone 1 presenta esedra semicircolare con fronte a filari. Sul lato destro della camera funeraria, absidata e coperta da lastroni si nota una piccola nicchia sopraelevata dal pavimento utilizzata per deporvi offerte o un defunto in posizione rannicchiata.

Madre con bambino

146) MADRE CON BAMBINO
Nome: madre con bambino
Dimensioni: altezza 13,1 cm
Luogo di provenienza: probabilmente Lodé (Siniscola)
Residenza Attuale: Ginevra -Svizzera (CH), collezione ORTIZ
Aspetto e vestiario: la madre offerente è raffigurata stante. Con il braccio sinistro piegato, sorregge il bambino nella cavità del gomito e con la mano aperta offre una ciotola alla divinità. Con il braccio e la mano destra, estesi in avanti, porge il saluto devozionale.
Il bambino è seduto nell’incavo del braccio e si regge con il braccio destro appoggiandosi al collo e alla spalla della madre; la mano sinistra scende sulle ginocchia.
La donna indossa
– una doppia tunica: una lunga veste leggera forse di lino e sopra una tunica più corta, avvolta attorno al corpo. La sottoveste lascia intravedere le pieghe rappresentate da linee verticali (molto simile alla lunghe gonne con pieghe volute in senso orario, Su frangiu, ancora oggi in uso nei costumi tradizionali).
– un mantello molto spesso indossato sulle spalle, lungo quasi fino ai piedi nudi.
Segni particolari: patina grigio-verde, varie incrostazioni. Tracce sotto i piedi della colata plumbea che fissava la statuetta sul blocco di calcare
Curiosità:
Jürgen Thimme [Kunst und Kultur Sardiniens, no. 139, pp. 117, 392.] confronta questa figurina con altre tre raffigurazioni di madre e figlio che chiedono l’aiuto alla divinità, ma generalizza concludendo che il gesto e la ciotola sacrificale del presente esempio lo inducono a ritenere che tutte queste rappresentazioni dell’arte nuragica rappresentino una madre con un figlio MALATO.
Effettivamente “due di queste rappresentazioni di madri con bambini furono ritrovate al santuario di Santa Vittoria a Serri, sito probabilmente visitato dai malati in cerca di guarigione, come anche attestato da una statuetta trovata in loco di offerente con stampella.
Ci sono però notevoli differenze tra i quattro bronzetti (di madri con figlio).
Nel caso dei due di Santa Vittoria, il bambino appare malato, la testa si appoggia sul braccio della madre, mentre lo avvolge come in una culla, con la mano che termina sulla coscia del bambino. Tuttavia il terzo esempio (“la Madre dell’Ucciso” di Urzulei ) – che raffigura una madre seduta su uno sgabello con il figlio in braccio – è diverso. Il figlio non è un bambino, è già un giovane e indossa un berretto utilizzato di solito dai capotribù e sul petto mostra il pugnale ad elsa gammata, chiare indicazioni del suo rango: secondo Lilliu forse si trattava di un giovane aristocratico. Potrebbe quindi rappresentare il figlio morto, dal momento che il gruppo è stato trovato in una grotta sacra associata al culto alle divinità ctonie e può rappresentare un voto alla Dea Madre, un’intercessione a favore della vita (del giovane) dopo la morte. L’avambraccio destro della madre è rotto e mancante, ma era sicuramente proteso in avanti in una posizione simile a quella della nostra statuetta, in un gesto di offerta.
È da notare che questo quarto bronzetto è unico e ci ricorda le Vergini romaniche con Bambino della regione Auvergne della Francia, anche se queste ultime sono di solito sedute e il braccio destro del Bambino viene sollevato piuttosto che posto sopra la spalla della madre . Quello che è simile è l’aspetto sano del bambino, la testa alta.
Quindi preferiamo l’ipotesi che questa statuetta sia una rappresentazione di una madre che chiede una grazia/porge un’offerta, ma è incerto se il gesto sia fatto per ringraziare per la guarigione del figlio malato o se sia una richiesta per il suo futuro o per qualche altro scopo, come il ritorno sicuro del marito da una spedizione guerriera”.
Testo virgolettato e fotografia dal web – fonte catalogo “Kunst und Kultur Sardiniens”, 1980
NOTA:
La statuetta, insieme ad altri innumerevoli bronzetti nuragici di inestimabile valore storico e culturale, si trova a Ginevra nella famosa collezione di George Ortiz Patiño… Questo signore oggi deceduto, noto come “Il Re dello stagno”, ricchissimo proprietario di miniere di stagno in Bolivia, era in possesso della più grande collezione di bronzetti nuragici al mondo!
Cosa ne sarà ora della sua immensa collezione non lo sappiamo…ci auguriamo che gli eredi la preservino e decidano in futuro di custodirla ed esporla in un museo aperto al pubblico! 🙂
…e mentre noi schediamo, Andrea Loddo sta abilmente lavorando per riportare in vita questo stupendo bronzetto (in fotografia, suo modellino in cera persa) 😉
Ringraziamo Roberto Lai per le preziose informazioni riportate in nota.

Comune:
Prov:
Autore:
Toro

Nr. 38 Catalogo “L’arte dei sardi” collezione Borowski 1983
Toro
Bronzo. h 13,6 cm, l 11 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo nuragico, VIII sec. a.C.
Il toro è simile al nr. 37, solo più massiccio, con gambe meno lunghe, una testa più corta e zoccoli più larghi. Anche qui si nota il sesso e gli occhi sferici sono fortemente sporgenti. La testa e il centro delle corna sono decorate da scanalature eseguite dopo la fusione, rappresentanti un ciuffo che si allarga verso l’alto e che sono nascoste dalle incrostazioni della patina.
Questo bronzetto è ancora affine a quello del nuraghe Pizzinnu (SKK, ill. nr.73), ma eseguito più recentemente. Potrebbe però provenire dalla stessa officina. Anche un toro di Torino (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, Nr. 215) mostra elementi stilistici simili.
I valori dell’analisi dei metalli eseguiti nel laboratorio di analisi Rathgen a Berlino (J.Riederer) corrispondono ai valori tipici dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: intatto, ad eccezione della punta del corno destro ed una leggera inflessione delle gambe. Patina verde granulosa.
Biibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 152

Comune:
Prov:
Autore:
Tomba di Giganti Perda Longa ‘e Figu

La tomba, di tipo dolmenico e disposta lungo l’asse Ovest-Est, conserva soltanto la camera funeraria, parte dell’esedra con la grande stele centinata, mentre non è rilevabile il profilo esterno della tomba e quindi il suo spessore.Segnalata dal Lamarmora, che nell’Atlante ne documenta la stele già spezzata, come appare attualmente.

Comune: BORORE
Prov: Nuoro
Autore: Sergio Melis
Codice Geo: NUR11613
> Scheda Geoportale
Tomba di Giganti Perda Longa ‘e Figu

La tomba, di tipo dolmenico e disposta lungo l’asse Ovest-Est, conserva soltanto la camera funeraria, parte dell’esedra con la grande stele centinata, mentre non è rilevabile il profilo esterno della tomba e quindi il suo spessore.Segnalata dal Lamarmora, che nell’Atlante ne documenta la stele già spezzata, come appare attualmente.

Donna orante con mantello

32 Figura di donna orante con mantello
Bronzo, a 11,4 cm, con condotto di colata 15 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica VIII- VII sec. a.C.
La donna porge in avanti la destra in un atteggiamento di saluto o di preghiera, sta ritta a gambe unite e probabilmente teneva nella sinistra un’offerta sacrificale ora andata perduta. Sopra tre tuniche a lunghezze scalate con gli orli a piegoline o a frange porta una veste con un risvolto che avvolge diagonalmente il busto(non chiaramente visibile) e lascia scoperta la spalla destra; l’orlo esterno della veste è leggermente scostato dal busto. Le spalle e la parte superiore delle braccia sono coperte da un manto che nella parte posteriore è ornato con due strisce, una larga ed una stretta, con motivo a spina di pesce. Il capo è coperto da un velo. Grandi occhi rotondi e contornati, un naso lungo sottile e diritto su una piccola bocca sono le caratteristiche del viso lungo e affusolato. La mano destra è sproporzionatamente grande.
Una tipologia simile, soprattutto nella configurazione del volto, la troviamo in due sacerdotesse sacrificanti a Cagliari (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 73 e 120). Statuette simili, della stessa tematica abbigliamento affine si trovano anche nei musei di Torino e di Roma (G. Lilliu, op.cit. nr. 75,76)
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica per i bronzi sardi.
Stato di conservazione: manca l’avambraccio sinistro; tra i piedi avanzi del piombo della montatura originaria. Patina verde levigata, con punti di efflorescenza.
Letteratura: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 138

Comune:
Prov:
Autore:
Tomba di Giganti di Santu Bainzu

Posta a breve distanza dalla chiesetta campestre di S. Gavino e ad un centinaio di metri a NO dal Nuraghe Toscono, con il quale era in stretta relazione culturale, la tomba di Santu Bainzu è del tipo dolmenico con stele centinata monolitica, disposta lungo l’asse SE-NO e con ingresso a SE. Rilevata dal Lamarmora, che nel suo disegno mostra ancora in situ gli ortostati dell’esedra che invece non sono più presenti in un successivo schizzo planimetrico effettuato dal Mackenzie.

Tomba di Giganti di Santu Bainzu

Posta a breve distanza dalla chiesetta campestre di S. Gavino e ad un centinaio di metri a NO dal Nuraghe Toscono, con il quale era in stretta relazione culturale, la tomba di Santu Bainzu è del tipo dolmenico con stele centinata monolitica, disposta lungo l’asse SE-NO e con ingresso a SE. Rilevata dal Lamarmora, che nel suo disegno mostra ancora in situ gli ortostati dell’esedra che invece non sono più presenti in un successivo schizzo planimetrico effettuato dal Mackenzie.

Tomba di Giganti di Imbertighe

Illustrata dal Lamarmora e dal Mackenzie che l’avevano vista quasi intatta, almeno nel profilo di pianta e definita dal Pinza “il prospetto del più bel sepolcro di giganti che si conosce in Sardegna”, la tomba di giganti di Imbertighe è ormai ridotta alla sola stele centinata e alle ali dell’esedra costituite da tre file di pietre.

Comune: BORORE
Prov: Nuoro
Autore: Franco Vacca
Codice Geo: NUR11439
> Scheda Geoportale