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DONNA CON PIATTO D’OFFERTA

75) DONNA CON PIATTO D’OFFERTA
Nome: donna con piatto d’offerta
Professione: sconosciuta
Etá: 2800 anni … più o meno (così dicono)
Dimensione: sconosciuta
Aspetto e vestiario: questo bronzetto raffigura una donna in piedi che regge con la mano sinistra un piatto contenente un’offerta per la divinità, con la mano destra porge il saluto devozionale. La donna indossa una lunga veste attillata, una sottoveste frangiata sull’orlo inferiore e un manto (o doppio manto) lungo fino alle caviglie che copre le spalle e le braccia. I piedi sono nudi, le dita ben evidenziate.
A circa un quarto dall’orlo inferiore, il mantello è decorato con una fascia orizzontale frangiata. Il capo è coperto da un velo o cappuccio che lascia scoperta la fronte e i capelli. Sul volto si nota il tipico stilismo a T di naso (pronunciato) e sopracciglia, la bocca piccola, gli occhi a globetto, ben proporzionati.
Curiosità: il piatto dell’offerta, che appare leggermente inclinato verso il basso, contiene quattro elementi: due strisce lunghe e arcuate (forse carne) e due ovali (forse piccole focacce o dolci)
Luogo di nascita: Sardegna (così dicono)
Ultima residenza: collezione privata
Destinazione: vergognosamente svenduto in qualche asta nonostante sia PATRIMONIO DI TUTTI!!!

Comune:
Prov:
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VINCITORE CHE SOTTOMETTE IL NEMICO

133) VINCITORE CHE SOTTOMETTE IL NEMICO
Nome: vincitore che sottomette il nemico o anche definito “faraone trionfante”
Epoca: età nuragica (1100-900 a.C.)
Professione: sconosciuta
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario: Sono ben visibili due personaggi: il primo è un uomo in piedi che tiene tra le gambe la testa del secondo personaggio che ha i medesimi tratti del viso ma dimensione più piccole.
L’uomo stante ha il viso schiacciato, gli occhi e il naso resi in modo sommario, porge le braccia in avanti e regge in mano un oggetto non definito. Sembra a petto nudo con indosso solo un gonnellino.
Il secondo personaggio sottostante ha la testa bloccata tra le ginocchia dell’uomo in piedi e la parte posteriore del suo corpo ha sembianze animalesche.
Luogo di ritrovamento: Orani (NU), tempio nuragico di Nurdole
Residenza attuale: Museo Archeologico di Nuoro
Curiosità:
Non è noto il significato di questa statuina. Probabilmente rappresenta un vincitore che sottomette il nemico.
Oppure… la seconda figura “potrebbe essere un ariete stretto tra le gambe dell’uomo in piedi, con un cane che lo morde al garrese 🙂 e l’uomo stante avrebbe in mano un pannetto come in altro bronzetto, un’offerta.
Sembra la tipica posa del pastore per tenere fermo un animale prima della castrazione o mungitura.” (Ringraziamo A. Loddo per questa interpretazione).
Immagini e descrizione da “Il museo speleo-archeologico di Nuoro”, 2006, Carlo Delfino Editore – http://souvenirsdelasardaigne.midiblogs.com/…/1990577789.pdf .
Fotografie dei pannelli dal museo Archeologico di Nuoro di Francesca Mannu
Per informazioni sul sito di Nurdole:
http://www.nurnet.it/it/1481/Il_Santuario_di_Nurdole.html

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Prov:
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Codice Geo: NUR5671
> Scheda Geoportale
GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)

134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)
Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone)
Professione: guerriero
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
L’uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri.
Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Riportiamo l’interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ?
“Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni”
http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/
Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico
Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb “Testimonianze e creatività della Sardegna”

Comune:
Prov:
Autore:
GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)

134) GUERRIERO CON LANCIA E ARIETE (O MUFLONE)
Nome: guerriero con lancia e ariete (o muflone)
Professione: guerriero
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
Guerriero con elmo cornuto a calotta, scudo sulle spalle, nella mano sinistra impugna una lancia e una corda con cui trattiene un animale, probabilmente un ariete o un muflone. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
L’uomo sembra indossare una tripla tunica e un corto gonnellino (oppure una lunga tunica con tre balse e parte inferiore frangiata) e degli schinieri.
Luogo di ritrovamento: santuario nuragico di Serra Niedda – Sorso
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Riportiamo l’interessante ipotesi di alcuni appassionati che vedono raffigurata in questo bronzetto una vera e propria tecnica di guerra: il guerriero nuragico sarebbe infatti equipaggiato con ariete o montone al guinzaglio per un motivo ben preciso. ?
“Lo storico Claudio Eliana confermò che gli elefanti si spaventano a morte quando sentono il verso del maiale ma anche dei montoni”
http://www.vanillamagazine.it/i-maiali-infuocati-da-guerra…/
Immagine a colori dal web; immagini in bianco e nero di S. Flore tratta dal Bullettino Archeologico
Informazioni e curiosità di G. Exana, prese da pagina fb “Testimonianze e creatività della Sardegna”

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Prov:
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offerente con attrezzi del mestiere

135) OFFERENTE CON ATTREZZI DEL MESTIERE
Nome: offerente con attrezzi del mestiere
Professione: sconosciuta, forse artigiano
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
L’uomo è raffigurato frontalmente, in piedi; con la mano sinistra impugna uno strumento con cui regge, sulla spalla, una borsa contenente gli attrezzi del mestiere. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
Indossa una doppia tunica corta da cui spiccano le esili gambe leggermente divaricate; sopra la tunica porta un manto gettato sulla spalla sinistra che scende sul retro, decorato sul bordo longitudinale con frange.
L’uomo sfoggia sul petto il consueto pugnaletto ad elsa gammata appeso alla bandoliera passata a tracolla sull’omero destro: spunta al di sotto del manto solo l’elsa.
Sul capo sembra indossare una calottina liscia con orlo circolare in forte rilievo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Nella borsa dell’artigiano si vedono alcuni dettagli che fanno ipotizzare che trasportasse gli attrezzi del mestiere. Quali potevano essere?
– forse un’ascia con manico ricurvo, attrezzature da falegname o carpentiere navale … era un maestro d’ascia, costruttore di navi?
– forse attrezzi per la lavorazione della pietra ?
Riportiamo infine il disegno del medesimo bronzetto tratto dall’Atlante del La Marmora: interessante la libera interpretazione in particolare del contenuto della sacca che l’uomo porta sulle spalle. Nel disegno cosa notate di diverso? ?
A noi sembrano disegnati conigli o forse altra cacciagione di offerta quindi presumibilmente La Marmora aveva interpretato l’offerente come cacciatore e non artigiano.
NOTA: il bronzetto in fotografia è stato realizzato da ArcheoArt Lab nel 2014 per il museo archeologico di Ittireddu (argilla polimerica, stucco epossidico e colori acrilici) 🙂
Fotografie e disegni di A. Farina che ringraziamo per la disponibilità.
Informazioni e fotografie del bronzetto riprodotto per archeologia sperimentale di A. Loddo.
Ultima immagine tratta dall’Atlante del La Marmora.

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Prov:
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Offerente con attrezzi del mestiere

135) OFFERENTE CON ATTREZZI DEL MESTIERE
Nome: offerente con attrezzi del mestiere
Professione: sconosciuta, forse artigiano
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
L’uomo è raffigurato frontalmente, in piedi; con la mano sinistra impugna uno strumento con cui regge, sulla spalla, una borsa contenente gli attrezzi del mestiere. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
Indossa una doppia tunica corta da cui spiccano le esili gambe leggermente divaricate; sopra la tunica porta un manto gettato sulla spalla sinistra che scende sul retro, decorato sul bordo longitudinale con frange.
L’uomo sfoggia sul petto il consueto pugnaletto ad elsa gammata appeso alla bandoliera passata a tracolla sull’omero destro: spunta al di sotto del manto solo l’elsa.
Sul capo sembra indossare una calottina liscia con orlo circolare in forte rilievo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Nella borsa dell’artigiano si vedono alcuni dettagli che fanno ipotizzare che trasportasse gli attrezzi del mestiere. Quali potevano essere?
– forse un’ascia con manico ricurvo, attrezzature da falegname o carpentiere navale … era un maestro d’ascia, costruttore di navi?
– forse attrezzi per la lavorazione della pietra ?
Riportiamo infine il disegno del medesimo bronzetto tratto dall’Atlante del La Marmora: interessante la libera interpretazione in particolare del contenuto della sacca che l’uomo porta sulle spalle. Nel disegno cosa notate di diverso? ?
A noi sembrano disegnati conigli o forse altra cacciagione di offerta quindi presumibilmente La Marmora aveva interpretato l’offerente come cacciatore e non artigiano.
NOTA: il bronzetto in fotografia è stato realizzato da ArcheoArt Lab nel 2014 per il museo archeologico di Ittireddu (argilla polimerica, stucco epossidico e colori acrilici) 🙂
Fotografie e disegni di A. Farina che ringraziamo per la disponibilità.
Informazioni e fotografie del bronzetto riprodotto per archeologia sperimentale di A. Loddo.
Ultima immagine tratta dall’Atlante del La Marmora.

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BIPROTOME DI MUFLONE E BUE

136) BIPROTOME DI MUFLONE E BUE
Nome: biprotome di muflone e bue, su spada
categoria: animale
Dimensioni: lunghezza 9 cm – altezza 3,5 cm
Aspetto:
Le due protomi animalesche rappresentate in questo bronzetto sono unite per il dorso: una è di muflone (pecora selvatica) e l’altra è di bue, due specie caratteristiche della fauna sarda.
“I mezzi corpi dei due animali sono fusi in un unico volume pieno – dice Lilliu – più grosso al centro e affusolato alle estremità, in corrispondenza ai colli da cui emergono le teste delle bestie, una selvatica (il muflone) e l’altra domestica (il bue). Il ramaio aveva quindi consuetudine con i campi e con i boschi, e non altrimenti poteva essere in una società primitiva a forme economiche non specializzate, ma miste e integrate.”
– la testa del bue ha occhi a globetto, muso a taglio netto con bocca sottilmente incisa
– la testa del muflone è più curata, con occhi a globetto più grandi, bocca più marcata nel taglio, con il giro delle corna raccolto e geometrico, senza rigature viste in altro bronzetto di muflone.
Risaltano le sacche pettorali dei due animali e, nella parte inferiore del corpo, si nota una fessura che non compare sul dorso, quindi presumibilmente doveva servire per inserire la punta di una spada.
Luogo di ritrovamento: PATTADA (SS), localitá sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: corna del bue spuntate
Curiosità:
“Muflone: nome volgare di una pecora selvatica diffusa unicamente sui monti della Sardegna e della Corsica. Maschio con corna divaricate in fuori e all’indietro in una elegante spira. Nel Caucaso, nell’America e nella Persia vive una specie molto simile al muflone detto appunto muflone dell’Asia Minore” – F.Laner, Accabadora, 2001
Fotografia del bronzetto di RS Roberto dalla pagina fb Viaggio nelle antichità della Sardegna
Immagini e descrizione tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Fotografia del muflone di G.Exana

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SCENA DI CACCIA CON CACCIATORE, CERVO (o muflone?) E CANE

138) SCENA DI CACCIA CON CACCIATORE, CERVO (o muflone?) E CANE
Nome: scena di caccia di “Cuccurada”
Dimensioni: da verificare
Descrizione: Gli elementi raffigurati nel bronzetto rinvenuto a “Cuccurada” sono tre: un cacciatore, un cervo (o un muflone?) e un cane che danno vita ad una scena di caccia dall’incredibile fascino e suggestione: il cacciatore cerca di bloccare la preda con una lancia mentre il cane la azzanna alla gola.
Segni particolari: bellissimo ?
Luogo di ritrovamento: Mogoro, nuraghe polilobato di Cuccurada.
Residenza attuale: da verificare
Segni particolari: la scena è raffigurata su un bottone
CURIOSITÁ: questo é un “bronzetto” unico nel suo genere innanzitutto perchè, a differenza dei tanti reperti finora recuperati, rappresenta una scena “complessa” essendo formato tra ben tre elementi. Inoltre attraverso i dettagli è possibile ricostruire uno spaccato di vita quotidiana di 3000 anni fa, avere un’idea delle tecniche ancestrali utilizzate durante la caccia e della fauna presente in tempi antichi nel territorio.
Non perdete questo bellissimo filmato esplicativo:
http://notizie.tiscali.it/…/Mogoro-tornano-alla-luce-una-r…/
Informazioni tratte da http://ricerca.gelocal.it/…/lanuovasa…/2001/08/24/SO204.html
Fotografie tratte dal filmato

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OFFERENTE CON PICCOLO QUADRUPEDE

139) OFFERENTE CON PICCOLO QUADRUPEDE
Nome: offerente con piccolo quadrupede
Professione: sconosciuta
Dimensioni: da verificare
Aspetto e vestiario:
L’uomo è raffigurato frontalmente, in piedi; con la mano sinistra regge per le zampe (o per la coda) un piccolo quadrupede. Con la mano destra porge il saluto devozionale.
Indossa una tunica corta da cui spiccano le esili gambe; sopra la tunica porta un manto gettato sulla spalla sinistra che scende sul retro.
L’uomo sfoggia sul petto il consueto pugnaletto (probabilmente ad elsa gammata) appeso alla bandoliera passata a tracolla sull’omero destro: spunta al di sotto del manto solo l’elsa.
Sul capo sembra indossare una calottina liscia con orlo circolare in forte rilievo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: da verificare
Curiosità:
Il quadrupede potrebbe essere un prolagus sardus (grosso coniglio con le orecchie arrotondate anzichè allungate) ?
per maggiori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Prolagus
NOTA: il bronzetto fu trafugato e strappato dal contesto originario e (s)venduto a trafficanti d’arte; fortunatamente fu recuperato insieme ad altri reperti (in foto: un arciere e una navicella) grazie all’opera investigativa di Roberto Lai e consegnato alla Soprintendenza di Cagliari
Fotografie di Roberto Lai

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Arciere

140) ARCIERE CON ARCO A SPALLA (E SPADA)
Nome: arciere con arco a spalla e spada
Dimensioni: altezza residua 18,8 cm
Aspetto e vestiario: L’arciere è raffigurato in piedi, con la mano sinistra impugna l’arco pesante tenendolo appoggiato sulla spalla, con la mano destra impugnava molto probabilmente una spada.
L’arciere porta sul capo un elmetto a due corte creste e corna brevi rivolte in avanti, indossa una doppia tunica coperta nella parte superiore da un corsaletto. Dalle spalle – dice Lilliu – pendono due bande frangiate e sul dorso sono visibili gli anelli orizzontali nei quali probabilmente si infilava la lunga asta direzionale.
La corazza è decorata nella zona superiore con striature orizzontali parallele, nelle due zone sottostanti con incisioni verticali affiancate.
Gli altri elementi di protezione che completano il corredo da combattimento del guerriero sono:
– goliera
– gambiere (già viste in molti bronzetti) divise in due pezzi sul davanti
– un elemento insolito: sotto la goliera si nota un risalto a lingua non diverso da quella borchia cuoriforme del guerriero di Sant’Anna Arresi in cui lo Spano riconosceva una “culla” talismanica…. o forse – dice Lilliu- trattasi di un semplice fermaglio degli spallacci alla corazza
Nel volto notiamo il noto stilismo a T di sopracciglia e naso, gli occhi sono a globetto scontornato, la mascella ha un taglio squadrato e le orecchie a disco (orecchie “enormi, mostruose” dice Lilliu).
Luogo di ritrovamento: Suelli (CA), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotta la corda dell’arco, parte delle gambe e la spada sopra l’elsa; piedi mancanti.
Curiosità:
1) non si notano in questo bronzetto due elementi fondamentali che spesso troviamo negli arcieri: placca rettangolare di protezione portata sul petto e il pugnaletto ad elsa gammata
2) Lilliu definisce questa statuina di “rozzissima modellazione”, la si potrebbe ritenere un abbozzo o una prima prova di una figurina da perfezionare (per diventare poi come il guerriero di Sant’Anna Arresi).
3) In questo bronzetto sono visibili gli anelli dove probabilmente era inserita la la cosiddetta “asta direzionale” già vista nel bronzetto schedato sulla nostra pagina col numero 129).
Il significato di questo oggetto non è ancora chiaro, questa la possibile ipotesi riportata da Lilliu:
“Una grande penna triangolare, tutta striata, di lamina metallica o di sottile cuoio o anche di piume stesse che serviva a imprimere e mantenere la giusta direzione dell’arma nel tragitto, prima di colpire l’oggetto”.
Per Lilliu quindi l’asta era un’arma è la penna serviva per dirigere il lancio.
Altre ipotesi che appaiono comunque convincenti sono le seguenti: asta che serviva ad indicare la posizione esatta dell’arciere al resto dell’esercito oppure serviva per inviare segnalazioni agli altri schieramenti.
4) Quando Lilliu schedò e fotografò il bronzetto, esso appariva differente rispetto ad oggi ……. cosa notate di diverso? ?
Fotografie del bronzetto di F. Cannas dalla pagina Fb Archeologia della Sardegna
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

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Spillone

141) SPILLONE CON CAPOCCHIA AD AVVOLGIMENTO SPIRALIFORME
Nome: spillone con capocchia ad avvolgimento spiraliforme
categoria: da verificare
Dimensioni: lunghezza 22 cm.
Aspetto: la verga ha sezione quadrangolare e si allarga verso la parte inferiore per poi restringersi verso la punta. La capocchia massiccia termina con un pomello emisferico, con una scozia sottostante, guarnita da tre rilievi ad anello, che la separa dal toro; sotto la decorazione a toro, la verga è rivestita da un avvolgimento a spirale di filo di bronzo che si allarga verso la base.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), localitá Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Curiositá:
Numerosi ritrovamenti di spilloni nuragici sono avvenuti sia in contesti cultuali quali il santuario di Abini-Teti, sia all’interno o in prossimità di nuraghi e pozzi sacri. Ad esempio all’interno della fonte sacra rinvenuta nella torre laterale del nuraghe Nurdole è stato recuperato un buon numero di spilloni votivi nuragici infissi nelle intercapedini del parlamento murario.
Alcuni esemplari di spilloni hanno la testa mobile, altri decorata con piccole facce stilizzate.
Ma cosa erano esattamente?
In molti casi gli studiosi li hanno interpretati come grandi fermagli per tenere chiusi i pesanti mantelli (rappresentati in molti bronzetti).
Riportiamo l’interessante ipotesi dell’archeologo Augusto Mulas (riportata nel libro “l’Isola sacra” – ed. Condaghes): alla luce del sistematico rinvenimento di spilloni in contesti rituali e ritenendoli troppo grandi e ingombranti per essere fermagli, e avendo constatato che ancora nella prima metà del 1900 in alcune zone della Sardegna (in particolare a Siniscola) venivano prodotti oggetti molto simili (in metallo, osso o legno) chiamati “su pireddu” (tradotto con “perno” oppure “ugola”) utilizzati per uccidere i maiali mediante infissione nel collo in prossimità dell’ugola… egli ipotizza che gli spilloni nuragici potessero servire per il sacrificio rituale degli animali che venivano offerti alle divinità.
Gli spilloni nuragici difficilmente possono essere considerati semplici fermagli per mantelli, anche perché in alcuni esemplari di faretrine nuragiche (da noi già schedate ? ricordate?) sono raffigurate riproduzioni di spilloni nuragici oltre che pugnali ad elsa gammata, segni di distinzione con, forse, anche un valore cultuale per chi li indossava.
Fotografie di G. Exana e RS Roberto
Descrizione e immagine tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

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Codice Geo: NUR5671
> Scheda Geoportale
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

142) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 27 cm, larghezza 7 cm, altezza 13 cm
Aspetto:
Lo scafo è molto basso, fusiforme e con forma molto allungata; il fondo è appiattito, l’orlo superiore in risalto.
Il manico è costituito da ponticelli che sorgono dall’orlo e, convergendo nel mezzo, si uniscono con una piega ortogonale in un unico elemento a barra trasversale, orizzontale e rettilinea. Nel mezzo è presente una corta colonnina cilindrica (albero) terminante con un capitello sagomato a scozia tra due tori o tondini ben rifiniti.
L’anello in sommità è chiuso in alto da una forma stilizzata forse di colombina (o altro piccolo volatile) priva del capo.
La protome bovina, purtroppo ora priva di corna ma ancora raffinata ed elegante, avanza dalla prua con la linea sinuosa del collo e della testa. Le orecchie hanno forma triangolare e sono poste sul collo al di sotto delle corna (mancanti, spezzate alla radice).
La protome sembra modellata a parte e poi applicata allo scafo in un secondo momento, saldata con un manicotto alla base del collo e fermata da un bastoncello cilindrico che unisce il muso dell’animale al manicotto.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo delle Antichità di Torino
Segni particolari: Rotte alla base le corna della protome, rotto lo scafo sull’orlo di poppa.
Curiositá:
La navicella schedata e fotografata da G. Lilliu nel 1966 (vedi immagine in bianco e nero) appariva mancante dell’anello posto in sommità. Tuttavia Lilliu a quel tempo aveva visionato una fotografia eseguita nel 1957 da Lo Porto in cui appariva l’anello sommitale con colombina (o altro volatile) con il capo rivolto verso poppa. Egli quindi aveva potuto descriverla pur segnalando che forse l’elemento “è da considerarsi per sempre perduto”.
La navicella è stata restaurata (non sappiamo se è stato utilizzato l’elemento originario nel frattempo ritrovato) e oggi appare come illustrato da Anna Depalmas nel 2005 (vedi nota).
Ringraziamo la gentile archeologa e i custodi del Museo delle Antichità per averci aiutato nella ricerca del reperto ?
Fotografie di B. Auguadro
Descrizioni e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
NOTA: si veda il disegno a pag. 319 – tavola 51 reperibile al seguente link https://core.ac.uk/download/pdf/11693312.pdf tratto da A. Depalmas, “Le Navicelle di bronzo della Sardegna nuragica”, 2005, Ettore Gasperini editore Società poligrafica sarda

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