Il pozzo sacro nuragico è una particolare struttura addossata alla vena sorgiva, la struttura della fonte sacra è solitamente composta da un ambiente delimitato da lastre di pietra. Il toponimo si traduce in lingua italiana come “valico dei baffi”, ma il motivo del nome non è noto ed oggetto di varie interpretazioni.
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L”area archeologica comprende un nuraghe complesso, il nuraghe Appiu, situato ai piedi del monte Cuccu, rivolto verso il mare, trilobato, crollato esternamente, ma con all”interno tre ampie stanze rimaste intatte; un villaggio annesso al nuraghe, di circa 200 capanne; un altro nuraghe, monotorre; una tomba di giganti e due dolmen di piccole dimensioni. Nei dintorni si trovano anche un circolo megalitico e un tempio “a megaron”.
L”area archeologica comprende un nuraghe complesso, il nuraghe Appiu, situato ai piedi del monte Cuccu, rivolto verso il mare, trilobato, crollato esternamente, ma con all”interno tre ampie stanze rimaste intatte; un villaggio annesso al nuraghe, di circa 200 capanne; un altro nuraghe, monotorre; una tomba di giganti e due dolmen di piccole dimensioni. Nei dintorni si trovano anche un circolo megalitico e un tempio “a megaron”.
L”area archeologica comprende un nuraghe complesso, il nuraghe Appiu, situato ai piedi del monte Cuccu, rivolto verso il mare, trilobato, crollato esternamente, ma con all”interno tre ampie stanze rimaste intatte; un villaggio annesso al nuraghe, di circa 200 capanne; un altro nuraghe, monotorre; una tomba di giganti e due dolmen di piccole dimensioni. Nei dintorni si trovano anche un circolo megalitico e un tempio “a megaron”.
La necropoli è costituita da 14 domus de janas, considerate tra le più belle della Sardegna per la concezione architettonica particolarmente progredita.
Dodici di esse sono aperte nella roccia in serie orizzontale, le altre due dirimpetto alle prime, una di fronte all’altra. I prospetti si impongono per la monumentalità e l’accuratezza della lavorazione: in particolare quello della tomba 3, superiormente scorniciato mediante un’incisione curvilinea.
Un sistema di canalizzazione scavato nella roccia, tuttora visibile, preservava le sepolture dall’infiltrazione dell’acqua piovana. (SARDEGNA CULTURA)
La necropoli è costituita da 14 domus de janas, considerate tra le più belle della Sardegna per la concezione architettonica particolarmente progredita.
Dodici di esse sono aperte nella roccia in serie orizzontale, le altre due dirimpetto alle prime, una di fronte all’altra. I prospetti si impongono per la monumentalità e l’accuratezza della lavorazione: in particolare quello della tomba 3, superiormente scorniciato mediante un’incisione curvilinea.
Un sistema di canalizzazione scavato nella roccia, tuttora visibile, preservava le sepolture dall’infiltrazione dell’acqua piovana. (SARDEGNA CULTURA)
La necropoli è costituita da 14 domus de janas, considerate tra le più belle della Sardegna per la concezione architettonica particolarmente progredita.
Dodici di esse sono aperte nella roccia in serie orizzontale, le altre due dirimpetto alle prime, una di fronte all’altra. I prospetti si impongono per la monumentalità e l’accuratezza della lavorazione: in particolare quello della tomba 3, superiormente scorniciato mediante un’incisione curvilinea.
Un sistema di canalizzazione scavato nella roccia, tuttora visibile, preservava le sepolture dall’infiltrazione dell’acqua piovana. (SARDEGNA CULTURA)
La necropoli è costituita da 14 domus de janas, considerate tra le più belle della Sardegna per la concezione architettonica particolarmente progredita.
Dodici di esse sono aperte nella roccia in serie orizzontale, le altre due dirimpetto alle prime, una di fronte all’altra. I prospetti si impongono per la monumentalità e l’accuratezza della lavorazione: in particolare quello della tomba 3, superiormente scorniciato mediante un’incisione curvilinea.
Un sistema di canalizzazione scavato nella roccia, tuttora visibile, preservava le sepolture dall’infiltrazione dell’acqua piovana. (SARDEGNA CULTURA)
La tomba è stata restaurata nel 1993, utilizzando e rimettendo nella posizione originale l’esedra e gli altri ortostati, a volte deteriorati o spezzati e comunque ancora in situ. Il monumento, che presenta due differenti fasi costruttive fu costruito in entrambe le fasi “nell’Età del Bronzo Antico e fu utilizzato a uso funerario solo nel corso del primo impianto.
Dopo la successiva fase costruttiva il complesso divenne una vera e propria tomba-santuario, in cui si praticavano forse riti funerari in ricordo e in onore degli antenati o di eroi divinizzati. Nella tradizione popolare, questo sito è definito ‘s’ischisorgeddu’, cioè il nascondiglio del tesoro”.
La tomba è stata ristrutturata nel 1993, utilizzando e rimettendo nella posizione originale l’esedra e gli altri ortostati, a volte deteriorati o spezzati e comunque ancora in situ. Il monumento, che presenta due differenti fasi costruttive fu costruito in entrambe le fasi “nell’Età del Bronzo Antico e fu utilizzato a uso funerario solo nel corso del primo impianto.
Dopo la successiva fase costruttiva il complesso divenne una vera e propria tomba-santuario, in cui si praticavano forse riti funerari in ricordo e in onore degli antenati o di eroi divinizzati. Nella tradizione popolare, questo sito è definito ‘s’ischisorgeddu’, cioè il nascondiglio del tesoro”.
La tomba è stata ristrutturata nel 1993, utilizzando e rimettendo nella posizione originale l’esedra e gli altri ortostati, a volte deteriorati o spezzati e comunque ancora in situ. Il monumento, che presenta due differenti fasi costruttive fu costruito in entrambe le fasi “nell’Età del Bronzo Antico e fu utilizzato a uso funerario solo nel corso del primo impianto.
Dopo la successiva fase costruttiva il complesso divenne una vera e propria tomba-santuario, in cui si praticavano forse riti funerari in ricordo e in onore degli antenati o di eroi divinizzati. Nella tradizione popolare, questo sito è definito ‘s’ischisorgeddu’, cioè il nascondiglio del tesoro”.
La tomba è stata ristrutturata nel 1993, utilizzando e rimettendo nella posizione originale l’esedra e gli altri ortostati, a volte deteriorati o spezzati e comunque ancora in situ. Il monumento, che presenta due differenti fasi costruttive fu costruito in entrambe le fasi “nell’Età del Bronzo Antico e fu utilizzato a uso funerario solo nel corso del primo impianto.
Dopo la successiva fase costruttiva il complesso divenne una vera e propria tomba-santuario, in cui si praticavano forse riti funerari in ricordo e in onore degli antenati o di eroi divinizzati. Nella tradizione popolare, questo sito è definito ‘s’ischisorgeddu’, cioè il nascondiglio del tesoro”.
























