Nurnet nello SMART LAND

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 di Antonello Gregorini

Il concetto di smart cities (città intelligenti) nasce con un riferimento chiaro allo sviluppo tecnologico delle comunicazioni e di internet, prende spunto dall’analogo concetto di Smart Grid (reti intelligenti), che altro non sono che le reti di distribuzione dell’energia gestite con tecniche informatiche, da software capaci di ottimizzare flussi e consumi. Analogamente la Smart City è caratterizzata dall’ottimizzazione e dall’innovazione dei servizi pubblici e privati, messi in relazione «con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita»[1] con l’impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica, al fine di migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni. [2][3] Anche la città intelligente è fatta di cittadini ma, per conseguenza logica, di cittadini intelligenti: persone aperte e capaci, che condividono le loro esperienze di modo da non creare blocchi di sistema. Chi resta fuori dalla rete di scambi non interrompe i flussi di sistema in quanto le connessioni tra noi sono talmente ramificate da permettere comunque il passaggio dell’informazione. Se esiste la città intelligente non vedo perché debba essere rapportata alla categoria dello Smart Land (paesaggio intelligente) dove questo è il territorio più ampio aperto agli scambi volontari, volti all’ottimizzazione dei rapporti sociali, dell’economia, alla cura dei beni comuni e dell’ambiente in generale. A riguardo voglio raccontare un esempio che sto studiando. Un gruppo di studenti di una università Svizzera, guidati da un professore, decide di costituire uno spin off per sviluppare un sistema per il rilevamento fotogrammetrico della realtà fisica e per la restituzione dei modelli in 4D (3D più la dimensione cromatica). Lo schema scelto per la commercializzazione della loro conoscenza-prodotto e fortemente innovativo perché mette il software gratuitamente a disposizione dei potenziali utilizzatori, salvo chiedere il pagamento di una chip-canone all’atto dell’eventuale utilizzo economicamente profittevole del loro prodotto. [4] Di fatto l’azienda crea valore attraverso degli accordi volontari momentaneamente gratuiti in funzione di un corrispettivo a venire. E’ una forma di società non prevista dagli schemi classici dell’economia che, di fatto, va ben oltre gli schemi classici del capitalismo e delle forme di società per azioni. L’azionariato è virtuale, scambio reciproco di servizi in funzione di un beneficio a venire. La disponibilità del software, ricchissimo di tecnologia e nuova conoscenza ha fatto si che dall’altra parte del mondo, in Cina, un altro imprenditore abbia deciso di realizzare un drone totalmente automatizzato totalmente basato sul software svizzero. [5] Ciò che a me appare eccezionale, impensabile sino a qualche anno fa è che, in punti lontanissimi fisicamente, ma vicinissimi digitalmente, forse senza che vi sia stato mai un incontro fisico fra attori principali, si siano sviluppati elementi differenti di un sistema totalmente integrato con enorme beneficio per tutti i produttori ma anche del consumatore-utente che può acquistare a un costo bassissimo un apparato nuovissimo, ad altissimo contenuto tecnologico, a un prezzo che si può equiparare alla gratuità. I maggiori costi dell’utente si riflettono, infatti, in termini di studio e capitale immateriale umano, dovendo trascorrere molti giorni, settimane o mesi a studiare le conoscenze a cui ha potuto accedere liberamente. Così è NURNET , in piccolo, con il suo progetto. Nello Smart Land della Sardegna, supportando la propria comunicazione su un tema di forte emotività identitaria, ha invitato le persone, le guida, gli appassionati, gli escursionisti, i produttori artigiani , o i fornitori di servizi e contenuti d’accoglienza, a mettersi in rete per favorire la creazione di un sistema di grande valore per la Sardegna (Land) e per tutti i potenziali fruitori. I benefici di questo sistema favoriranno gli utenti e coloro capaci di comprenderne l’importanza, di creare e presidiare un nodo, offrendo contenuti e servizi come merce commerciale di scambio. Nurnet non guadagna niente ed è pura passione, guadagnano gli utenti e il territorio. Ciò che stiamo vedendo, anche in questi giorni, è la reazione virulenta di una parte del sistema esistente. Quella più pigra, ignorante e accidiosa, che pretende di aver diritto a un posto solo per aver studiato degli argomenti, ottenuto un titolo e sostenuto un esame. Roba vecchia, corporazioni appartenenti a un’altra era che in altri luoghi del mondo sono già scomparsi. Il futuro non è favorevole a loro e se anche dovessero riuscire nell’intento di distruggere il piccolo lavoro che Nurnet ha fatto, o anche di tutte le innovazioni analoghe, soccomberanno affogati nella stessa melma che loro stessi generano.

1.     ^ Voce lessicale nell’Enciclopedia Treccani online

2.    ^ Le Smart City: città intelligenti, digitali ed inclusive. www.marcodemitri.it

3.    ^ Fondazione Ugo Bordoni, Ricerca e Innovazione: Città intelligenti per uno sviluppo sostenibile, FUB. URL consultato il 16 giugno 2013.

4.    https://pix4d.com/

5.    http://www.dji.com/