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24) DONNA DI TETI CHE OFFRE UNA FOCACCIA
Nome: donna che offre una focaccia
Professione: sconosciuta
Altezza: 8,5 cm
Vestiario e aspetto: testa coperta da un turbante decorato da striature oblique, viso triangolare con lineamenti marcati; indossa una tunica liscia orlata da tre balze decorate con motivi geometrici. Sulla spalla sinistra è appoggiata una stola o mantello ripiegato che scende obliquo sul petto lasciato nudo dalla giacchina (che è presente anche nei costumi sardi femminili). La donna sorregge un’enorme focaccia che ha un incavo nella parte alta da cui parte una decorazione a raggiera.
Luogo di ritrovamento: TETI (NU), loc. Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: per le inconsuete proporzioni e per il fatto che è portata con la forza di tutte e due le mani, la focaccia è da intendersi come dono rituale, in segno di ringraziamento.
Curiositá: donna nuragica con abito molto simile a quello indossato dalle statuette cretesi rappresentanti le Dee dei Serpenti esposte al Museo di Heraklion a Creta
fotografie di G. Exana e B. A.
Per approfondimenti: G. Lilliu “Sculture della Sardegna Nuragica” – ed. ILISSO ( pag. 328)

Comune: TETI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO

46) GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO
Nome: guerriero orante con spada e scudo
Professione: guerriero
Altezza: 39 cm
Vestiario e aspetto: molto simile al guerriero con spada e scudo di UTA, appartiene alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega.
Il guerriero indossa un elmo con due corti creste e corna; sul collo ha una goliera formata da due anelli sovrapposti e sotto questa una legatura triangolare con due strisce di cuoio riunite ad angolo con una borchia che scende sullo sterno. Gli indumenti sono costituiti da una tunica corta e attillata sino alle cosce e una seconda tunica sovrapposta alla prima e più corta, guarnita all’orlo da due frangette striate; una corta corazza con striature che giunge all’altezza del braccio, spallacci mobili e pieghevoli per facilitare la vestizione e i movimenti delle braccia. La protezione é completata con delle ginocchiere o gambali, i piedi sono nudi.
Con la mano sinistra regge lo scudo tondo con umbone centrale con punta aguzza che, dalla parte interna, mostra tre spadini con elsa a pomo bilobato con le punte sporgenti dall’orlo inferiore. In questo bronzetto non è visibile il guanto alla mano destra presente in altri esemplari, al polso destro però figura chiaramente un bracciale.
Sul dorso del bronzetto sono presenti due anelli orizzontali e paralleli: in questi anelli all’origine era infilata verticalmente un’arma, che possiamo supporre fosse una lunga asta con penna direzionale, presente in altri bronzetti ritrovati a Teti e a Sant’Anna Arresi.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), loc. sconosciuta
Residenza attuale: Museo Preistorico-Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma
Segni particolari: nella mano destra la spada é spezzata, ridotta soltanto all’elsa.
Curiositá: É tra i bronzetti di più antico rinvenimento in Sardegna in quanto giunse alle collezioni del Museo del Collegio di S. Ignazio ( oggi Kirkeriano) per dono del Cardinale Alessandro Albani poco prima del 1763, data in cui Winckelmann lo citò nella prima edizione del suo libro “Storia dell’Arte”
fotografia dal web
disegno di un guerriero di G. Exana (nel nostro bronzetto manca il pugnale ad elsa gammata indossato solitamente sul petto)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
ARCIERE MANCINO CON ARCO IN SPALLA

48) ARCIERE MANCINO CON ARCO IN SPALLA
Nome: arciere orante con arco in spalla
Professione: guerriero
Altezza: 17,7 cm
Vestiario e aspetto: il guerriero impugna con la mano destra all’estremitá inferiore un grande arco, lungo e stretto annodato alle estremitá e appoggiato sulla spalla. Con la mano sinistra porge il saluto devozionale.
Porta sul capo un elmo con due corti creste e corna rivolte in avanti; indossa la doppia tunica e sopra questa porta un corpetto rettangolare di cuoio liscio ornato a tacche intorno al collo. Sopra questo indumento si nota la solita piastra ventrale di protezione dalla quale spunta la punta e l’elsa gammata del noto pugnaletto.
Al polso destro indossa un bracciale con una cresta striata sul dorso in corrispondenza della giuntura dei due capi ottenuta con strisce e legacci in pelle. Ai polpacci si notano gambiere con placca anteriore rettangolare.
Alle spalle porta tre oggetti: faretra per le frecce, vasetto (contenente forse il grasso per ungere la corda) e spada a lama larga con elsa a manubrio.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), loc. Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
Segni particolari: le gambe sono rotte sotto i polpacci, il corno destro dell’elmo é spuntato.
Curiositá: anziché con la mano destra, l’arciere saluta con la mano sinistra tenendo il palmo aperto con il grosso pollice divaricato. Questa curiosa inversione fa pensare che si tratti di un arciere mancino.
fotografia di F. Cannas
disegno – bellissimo – di G. Exana (arciere destrorso)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO, pt. 148

Comune: TETI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
BOTTONE IN BRONZO CON SCHEMA DI NURAGHE

52) BOTTONE IN BRONZO CON SCHEMA DI NURAGHE
Nome: bottone con capocchia a 5 torrette
Altezza: 5,2 cm.
Diametro di base: 4,3 cm.
Aspetto: l’oggetto, cavo internamente, ha il corpo conico con una capocchia elegantemente sagomata e una barretta cilindrica trasversale per poter essere cucito (se è un bottone) o applicato alla lamina metallica o di altro materiale (se è un’applique). Il corpo è decorato con rigature sovrapposte e motivi a treccia. A metà altezza sono visibili quattro colonnine angolari riunite da un fascia entro ondulato. Le colonnine somigliano a torricelle e sono coronate da una modinatura cilindrica strozzata nel mezzo con una gola che ricorda la finitura dei fusti a torretta nei presunti modellini di nuraghi ritrovati a Olmedo e a Ittireddu.
Lilliu conferma che é possibile che nello schema si sia voluta ricordare la composizione tetragona a torri di un nuraghe quadrilobato.
Luogo di ritrovamento: Usellus (Cagliari), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: piccole rotture nel margine di base e due tagli dritti netti sul disco terminale; incisione obliqua, fatta -secondo Lilliu – per saggiare la consistenza metallica alla nascita del corpo conico
Curiositá: si pensa generalmente che si tratti di bottoni di ornamento; tuttavia per alcuni studiosi questi oggetti, ritrovati diffusamente non solo in Sardegna (una ventina di esemplari provenienti in gran parte da Abini-Teti e S.Vittoria-Serri) e in Etruria (Populonia, S. Carbone e Piano delle Granate) ma anche, con fattezze simili di bottone conico, in luoghi lontani (si vedano gli esempi cecoslovacchi della cultura di Hallstatt) potrebbero essere:
– borchie terminali d casco
– guarnizioni di cinturone
Fotografie e disegno di G. Exana
Informazioni tratte da G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, ed. ILISSO

Comune: USELLUS
Prov:
Autore:
ARCIERE SU SCHEMA BICERVIDE INFISSO SU STOCCO45402977659832789_n

70) ARCIERE SU SCHEMA BICERVIDE INFISSO SU STOCCO
Nome: arciere su schema bicervide infisso su stocco
Dimensioni: altezza totale 113 cm – altezza arciere 14 cm
Aspetto e vestiario: lo schema è infisso sulla punta di uno stocco dalla lunga lama sottile ma elastica e resistente; esso è costituito da una statuina di arciere in piedi su una lastra laminare a duplice protome di cervo. I piedi della statuina sono saldati alla lastra, le gambe sono distanziate in posizione di riposo. La mano destra è alzata nell’atto di devozione e la mano sinistra impugna l’arco appoggiandolo per maggiore comodità alla spalla. Sul capo indossa l’elmo “con le lunghe corna erette, con cresta frontale (un abbozzo di visiera?) e un anello nella parte superiore (ritenuto un appiccagnolo)” dice Lilliu. L’arciere indossa un triplice indumento: due tuniche e un corpetto. La tunica superiore e il corpetto proseguono sul collo in due stretti avvolgimenti di protezione; sempre intorno al collo gira inoltre una sorta di “giustacuore” dal quale pende, sul davanti, la solita piastra protettiva che difendeva lo stomaco dai colpi del nemico. Sul dorso, il consueto gruppo vasetto-faretra-spada (si vedano le precedenti descrizioni di arciere già pubblicate in questa pagina Nurnet “Bronzetti nuragici” ?).
La difesa del guerriero è completata con gambiere che coprono gli stinchi modellati a spigolo: le gambiere mostrano la placca ovale che protegge le tibie e al polpaccio si notano le strette stringhe di pelle, concentriche e sovrapposte, rese con rigature e rilievi alternati.
Sulla testa si notano i capelli – schematizzati – che emergono con frangetta frontale sotto l’elmo e sulla nuca. Il viso è allargato alle tempie e ristretto al mento; il taglio degli occhi, perfettamente rotondo, è contornato dal rilievo delle palpebre. Naso e sopracciglia tratteggiate sono rese con il solito stilismo a T, la bocca è piccola e il mento sfumato nel collo fortemente scolpito.
La protome cervina è formata da due mezzi corpi di cervi con ampio palco di corna che mostrano ciascuno due zampe, modellate a bastoncelli sottili. I colli dei cervi sono lunghissimi e stirati, avvolti da anellini concentrici che sembrano rappresentare una vera legatura.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), località Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Teti
Segni particolari: nel libro di Lilliu del 1966 il bronzetto é raffigurato con corno sinistro rotto, corda dell’arco e mano destra mancanti; corna della protome cervina di destra e zampa della protome sinistra rotte.
Tuttavia il bronzetto appare oggi con entrambe le corna dell’elmo mancanti… è quindi avvenuto negli anni un ulteriore danneggiamento?
Curiositá: la spada originaria é stata sostituita, durante un restauro negli anni ’60, con altra spada che mostra il tallone immerso nel bolo di piombo che la fissava alla pietra di offerta. Anche la spada originaria sicuramente aveva la piombatura al tallone perchè fra i 73 stocchi ritrovati nel ripostiglio di Abini, 22 conservavano la saldatura plumbea che li fissava – con la punta all’insù – alle tavole d’offerta (pietre che furono rinvenute sul posto, nell’area di un tempio delle acque).
Il significato di questo oggetto non è ancora chiaro, queste sono le possibili ipotesi riportate da Lilliu:
– immagine di una divinità della guerra
– guerriero che volle effigiare se stesso e due cervi sacrificati in onore della divinità
– rappresentazione di ” magia di caccia” (il doppio sostitutivo dei cervi che si intendevano catturare e poi sacrificare, forse come ringraziamento per una vittoria in guerra)
Fotografia del bronzetto di M. Pasqua Meloni dal gruppo “Testimonianze e creatività sulla Sardegna antica”
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: TETI
Prov:
Autore:
PUGNALETTO COL MANICO ORNATO E LAMA OVALE

71) PUGNALETTO COL MANICO ORNATO E LAMA OVALE
Nome: pugnaletto col manico ornato e lama ovale
categoria: arma
Dimensioni: lunghezza 19,5 cm.
Aspetto: La lama ha forma ovale. Il profilo del manico presenta due strozzature divise da un ingrossamento mediano; all’interno é traforato con tre riquadri vuoti, oblunghi e dal margine irregolare. La testa del manico ha la forma di un segmento di cerchio (a manubrio) ed è sormontato da un’appendice ad anellino che, per Lilliu, funge da appiccagnolo.
Tutta la superficie del contorno dell’elsa e le due barrette trasversali sono ornate da un tratteggio obliquo; nella parte dove l’elsa si salda con la lama ci sono due alette brevi e ricurve, decorate con motivo a spina di pesce eseguito con fini incisioni in continuità col resto del disegno.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), localitá Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Teti
Segni particolari: la piccola arma ha il pregio di essere conservata integra in tutte le sue parti, anche nella lama ovale.
Curiositá: Lilliu indica che sui fianchi e nel mezzo dell’elsa si osservano listellini sottili in rilievo che limitano 11 zone orizzontali e parallele riempite da linee incise oblique alternativamente verso destra e verso sinistra, le quali, componendosi, generano nuovamente un motivo a spina di pesce.
Tale motivo a spina di pesce si ritrova anche in altri manufatti di epoca nuragica ( pugnali, navicelle, etc.)… avrá avuto un significato particolare, simbolico oltre che decorativo? Attendiamo il parere degli esperti ?
Fotografia del bronzetto di M. Pasqua Meloni dal gruppo “Testimonianze e creatività sulla Sardegna antica”
Fotografia di navicella presa dal web (segnalata da G. Exana)
Descrizione e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: TETI
Prov:
Autore:
ORANTE IN ATTO DI INCEDERE CON FOCACCIA (O CIOTOLA)

72) ORANTE IN ATTO DI INCEDERE CON FOCACCIA (O CIOTOLA)
Nome: orante in atto di incedere per fare l’offerta di una focaccia (o di una ciotola)
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,4 cm
Aspetto e vestiario: il bronzetto rappresenta un offerente che – camminando – porge con la mano destra il saluto devozionale e con la mano sinistra regge una focaccia o forse una ciotola votiva.
L’uomo indossa un gonnellino liscio e molto corto; il resto del corpo è nudo. Il busto, che si stringe alla vita, è proporzionato con le gambe e ciò costituisce un’eccezione perchè di solito le gambe sono più corte rispetto al lungo tronco. L’insieme appare sciolto e spedito nella forma e nel profilo, soprattutto apprezzabile la raffigurazione del movimento delle braccia e delle gambe.
Sul capo più che una berretta a calotta sembra indossare – dice Lilliu – una specie di parrucca con corta frangia sulla fronte che vorrebbe stilizzare la massa dei capelli. La corrosione non impedisce di vedere, nel profilo molto aguzzo del mento, la rappresentazione schematica di una corta barba a punta. Gli occhi sono a piccolo incavo, il naso piccolo e abbozzato, le orecchie non si scorgono perché forse nascoste sotto la calotta di capelli.
Il bronzetto è raffigurato in movimento: il piede sinistro è portato avanti rispetto a quello destro e le gambe, appoggiate a terra, sono leggermente flesse al ginocchio, come per indicare l’attimo tra l’incedere e il fermarsi.
Luogo di ritrovamento: Olmedo (SS), località Camposanto, rinvenuto nel deposito di un pozzo sacro insieme ad altri bronzetti
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: ciò che fa di questo bronzetto un UNICUM nella produzione protosarda sono i seguenti dettagli:
– lo schema delle gambe. Il personaggio infatti non è fermo, come negli altri bronzetti di offerenti, ma è rappresentato nell’atto di camminare avvicinandosi alla divinità per porgere l’offerta e la propria preghiera.
– la presenza di barba a pizzetto, dettaglio raro e eccezionale nelle statuine nuragiche che suggerisce accostamenti con bronzetti siriaci
– la calotta di capelli, che potrebbe essere la schematica imitazione di una pettinatura a parrucca presente, ad esempio, in bronzetti dell’Asia Minore e di Cipro.
Curiosità: per Lilliu due sono le ipotesi interpretative di questo bronzetto, che ha una postura rara e inedita e presenta una non comune scioltezza e sicurezza nel modellato:
1) il bronzetto di Olmedo imita un modello iconografico di cultura esterna (fenicia), imitazione favorita dagli scambi con questa civiltà. Lo schema del bronzetto infatti sembra derivare da una tradizione orientale visibile in molti bronzetti fenici quali la statuina a polos a Berlino o nel Baal benedicente del nuraghe Fluminilongu nella Nurra- Sardegna
2) forse non del tutto convinto dalla prima ipotesi….Lilliu suggerisce una seconda strada: il bronzetto di Olmedo potrebbe rappresentare uno straniero (un fenicio?) che si è fatto effigiare dal ramaio nuragico secondo uno schema iconografico della propria cultura religiosa ed estetica
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: OLMEDO
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

77) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 20,2 cm – altezza 4,8 cm – larghezza 4,8 cm
Aspetto: lo scafo è piatto e orlato. Il manico consiste in un elemento leggermente spostato in avanti rispetto al centro della navicella ed è costituito da quattro bastoncelli ricurvi che nascono dal bordo (due verso prua e due verso poppa) e si fondono in alto. Nel punto di unione dei quattro sostegni del ponte è presente una corta colonnina cilindrica che termina con un capitello dove si fonde l’anello dell’appiccagnolo.
La protome bovina avanza dalla prua in orizzontale: collo e testa disegnano un morbido profilo serpeggiante, decisamente “simbolico” e poco naturale. Le corna bovine sono rese con eleganza, le orecchie sono “due bitorzoletti rigidi che spuntano, come cornetti rudimentali, sopra il collo,molto distanti dalle corna in un modo innaturale”. La forma dell’albero della navicella termina con un elemento svasato che, forse, vuole imitare la coffa.
Luogo di ritrovamento: MORES (SS), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: Integra. Il foro rotondo dell’anello prolungato in alto perché lo spessore si è consumato nel tempo si è assottigliato per effetto della lunga durata della sospensione: ciò – dice Lilliu – fa pensare ad un uso pratico dell’oggetto come lucerna
Curiosità: per Lilliu:
– la forma terminale dell’albero della navicella è molto simile a quella dell’albero delle navi fenicie dette “hippos”, perché fornite di prua a testa di cavallo, rappresentate in bassorilievi assiri del palazzo di Khorsabad, nel tempio di Sargon II (722-705 a. C.)
– notevole ed istruttiva anche la somiglianza di questa protome con quella del manico di bronzo a testa bovina dal Circolo delle Sfingi di Vetulonia, datato alla prima metà del VII sec. A.C.
Note generali: per anni le navicelle sono state considerate semplici lucerne…ora per molti studiosi trattasi di navi votive, vere e proprie rappresentazioni delle navi nuragiche utilizzate in epoca lontana; in alcuni esemplari si notano addirittura le cuciture di assemblaggio del fasciame.
Disegno di ipotetica nave nuragica di G. Exana.
Descrizione e immagine della navicella tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
Inseriamo anche le immagini di G. Exana di altra navicella con protome allungata molto simile, anche se in questa è presente sulla sommità dell’appiccagnolo un volatile, forse una colomba.

Comune: MORES
Prov:
Autore:
GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO

46) GUERRIERO ORANTE CON SPADA E SCUDO
Nome: guerriero orante con spada e scudo
Professione: guerriero
Altezza: 39 cm
Vestiario e aspetto: molto simile al guerriero con spada e scudo di UTA, appartiene alla stessa mano artigianale, sicuramente alla stessa bottega.
Il guerriero indossa un elmo con due corti creste e corna; sul collo ha una goliera formata da due anelli sovrapposti e sotto questa una legatura triangolare con due strisce di cuoio riunite ad angolo con una borchia che scende sullo sterno. Gli indumenti sono costituiti da una tunica corta e attillata sino alle cosce e una seconda tunica sovrapposta alla prima e più corta, guarnita all’orlo da due frangette striate; una corta corazza con striature che giunge all’altezza del braccio, spallacci mobili e pieghevoli per facilitare la vestizione e i movimenti delle braccia. La protezione é completata con delle ginocchiere o gambali, i piedi sono nudi.
Con la mano sinistra regge lo scudo tondo con umbone centrale con punta aguzza che, dalla parte interna, mostra tre spadini con elsa a pomo bilobato con le punte sporgenti dall’orlo inferiore. In questo bronzetto non è visibile il guanto alla mano destra presente in altri esemplari, al polso destro però figura chiaramente un bracciale.
Sul dorso del bronzetto sono presenti due anelli orizzontali e paralleli: in questi anelli all’origine era infilata verticalmente un’arma, che possiamo supporre fosse una lunga asta con penna direzionale, presente in altri bronzetti ritrovati a Teti e a Sant’Anna Arresi.
Luogo di ritrovamento: Sulcis (CA), loc. sconosciuta
Residenza attuale: Museo Preistorico-Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma
Segni particolari: nella mano destra la spada é spezzata, ridotta soltanto all’elsa.
Curiositá: É tra i bronzetti di più antico rinvenimento in Sardegna in quanto giunse alle collezioni del Museo del Collegio di S. Ignazio ( oggi Kirkeriano) per dono del Cardinale Alessandro Albani poco prima del 1763, data in cui Winckelmann lo citò nella prima edizione del suo libro “Storia dell’Arte”
fotografia dal web
disegno di un guerriero di G. Exana (nel nostro bronzetto manca il pugnale ad elsa gammata indossato solitamente sul petto)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
Arciere

Il guerriero riprodotto, per equipaggiamento e uniforme, appare inquadrabile nella tipologia di guerrieri pesanti, soldati cioè con ridotte possibilità di movimento causate dall’armatura (Cabriolu 2009 – Bronzetti: attribuzione difficile in Lacanas n° 41 V/2009 Ed. Domusdejanaseditore p.36 ) un micidiale potenziale offensivo dovuto alle armi in dotazione. Il milite stante, analizzato stilisticamente, sembra appartenere al gruppo figurato relativo alla produzione di Teti, raggruppamento già conosciuto e descritto sin dagli anni ’60 dal Prof. Giovanni Lilliu. Le caratteristiche principali che identificano tale “corrente stilistica” sono individuabili nel viso di forma semiconica dove un copricapo fornito di un vistoso paranaso interviene a formare il tipico schema a T rinvenuto in pezzi provenienti da diverse località quali ad esempio Urzulei oppure Alà dei Sardi.

Comune:
Prov:
Autore: Marcello Cabriolu
ELSA DI PUGNALE DECORATA CON FIGURA DI GUERRIERO IN RILIEVO

126) ELSA DI PUGNALE DECORATA CON FIGURA DI GUERRIERO IN RILIEVO
Nome: Elsa di pugnale decorata con figura di guerriero in rilievo
categoria: arma
Dimensioni: lunghezza residua 7,5 cm.
Aspetto: l’impugnatura ha forma cilindrica appiattita con due restringimenti separati nel mezzo da un ingrossamento a fascia decorata. Il manico termina a manubrio con alette fatte per rendere più comoda l’impugnatura. La lama è ridotta a moncone, è visibile solo la parte vicino all’attaccattura. Sono ancora visibili sulla placchetta i tre chiodi a capocchia rotonda, disposti a triangolo, che fermano la lama al tallone.
Lilliu suppone vi fosse anche un anellino al di sopra del manubrio, “destinato ad appendere l’oggetto alla cintura o in altra parte della persona.”
Ma la particolarità di questo oggetto è la decorazione singolare rappresentata sotto la testa dell’elsa: una figurina umana in rilievo.
Sotto la figura vi sono varie decorazioni di gusto geometrico, a zone orizzontali e verticali, sottilmente incise. Si nota anche una decorazione orizzontale a perline.
La figurina è un guerriero modellato schematicamente senza molta cura dei particolari ( si notano però gli occhi a puntino).
L’uomo è raffigurato in piedi, con le gambe leggermente divaricate (in modo inconsueto per le statuine nuragiche!) e con le braccia sollevate in alto per chiudersi, quasi in un cerchio, al di sopra della testa. Indossa un’armatura e, forse, un elmo a brevi corna.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), localitá Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: forma elegante, nel complesso simile ad altri esempi – non decorati – ritrovati a Tempio e a Forraxi Nioi di Nuragus. Rotta la lama e l’appendice sul manubrio.
Curiositá:
Innanzitutto nell’oggetto bronzeo si nota l’associazione di due tecniche: a incisione (le decorazioni orizzontali e verticali) e a rilievo (la figurina umana e le perline).
Per quanto riguarda invece la figurina umana Lilliu si chiede: “cosa significa l’atteggiamento della figura a braccia alzate sopra la testa?… è l’immagine di un guerriero vittorioso che leva le mani in segno di esultanza dopo aver vinto e prostrato il nemico? O è, invece, un che alza le braccia in segno di resa? O, infine, non si tratterà di puro schema ornamentale senza contenuto ideologico? Difficile decidersi…..” ?
Il disegno delle braccia alzate a cerchio sembra ricordare – dice Lilliu – le corna lunate delle figurine di buoi mentre il motivo della testa nel centro delle stesse ricorda sia le else delle spade “hallstattiche” (con ” antenne” al posto delle braccia stilizzate) sia certi oggetti simbolici siriaci da Ain Giudi col busto di Sol-Mercurius (discendente di un antico dio semitico) circondato da braccia lunate semplici e doppie.
Immagine e descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
ARCIERE CON ASTA A PENNA DIREZIONALE

129) ARCIERE CON ASTA A PENNA DIREZIONALE
Nome: arciere con asta a penna direzionale
Dimensioni: altezza 28,3 cm
Aspetto e vestiario: L’arciere è raffigurato ritto in piedi, con busto e arco visti di profilo mentre la testa è girata di tre quarti e chinata in avanti, come per voler seguire il lancio della freccia.
Il guerriero impugna l’arco pesante tenendolo con la mano sinistra, mentre con la mano destra regge la freccia e sta per tendere la corda. Il polso destro è protetto da un brassard in cuoio.
L’arciere porta sul capo un elmetto a due corte creste e corna brevi rivolte in avanti e indossa una doppia tunica senza frange. La tunica superiore è aperta sul fianco sinistro ed è trattenuta da un fermaglio. Sopra la tunica, sul petto, è visibile una pezza di stoffa (una sciarpa?) che scende obliquamente da destra verso sinistra e termina in un orlo frangiato (si vedano le striature orizzontali).
Gli altri elementi di protezione che completano il corredo da combattimento del guerriero sono:
– doppia goliera
– gambiere, già viste in molti bronzetti, ma qui sono più lunghe e con guarnizione a frangia nella parte superiore del polpaccio (si vedano brevi incisioni verticali parallele)
– placca rettangolare di protezione portata sul petto
– pugnaletto ad elsa gammata (piastra e pugnaletto coprono in parte la pezza di stoffa frangiata)
Il bagaglio delle armi in dotazione al guerriero è portato sul dorso e appare complesso e pesante:
– vasetto o astuccio conico (per contenere le punte di freccia o il grasso per l’arco)
– faretra (o turcasso – come preferisce chiamarlo Lilliu), custodia per le frecce dell’arco
– spada rinfoderata, con elsa a sbarretta trasversale e pomo bilobato, con estremità inferiore inserita in un anello orizzontale “fuso” con la punta stondata della faretra
– asta o lungo bastone cilindrico affinato verso l’alto e terminante con tre anellini che lo fissano ad una grande penna triangolare, tutta striata
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), località Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotta la parte superiore dell’arco pesante e quasi l’intera corda; spuntata la penna dell’asta
Curiosità: Lilliu parla di “turcasso” anziché di faretra.
Etimologia: TURCASSO dal persiano “tīrkash”, composta da tīr = freccia e kashīdan = tirare
Ma la vera particolarità di questo bronzetto è la cosiddetta “asta direzionale”.
Il significato di questo oggetto non è ancora chiaro, questa la possibile ipotesi riportata da Lilliu:
Asta con in sommità “una grande penna triangolare, tutta striata, di lamina metallica o di sottile cuoio o anche di piume stesse, che serviva a imprimere e mantenere la giusta direzione dell’arma nel tragitto, prima di colpire l’oggetto”.
Per Lilliu quindi l’asta era un’arma e la penna serviva per dirigere il lancio.
Altre ipotesi che appaiono convincenti sono le seguenti: asta che serviva ad indicare la posizione esatta dell’arciere al resto dell’esercito oppure serviva per inviare segnalazioni agli altri schieramenti; oppure poteva trattarsi di una “bandierina” che indicava la direzione del vento: dettaglio fondamentale nei lanci lunghi.
Fotografia del bronzetto di G. Exana
Immagini ricostruzioni archeo-sperimentali di Andrea Loddo (gli Ultimi Nuragici)
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: