Conosciuta anche come “Sa Domu ”e s”Orku”, é costituita da blocchi di granito locale ordinati secondo lo “stile ciclopico”. Presenta la particolarità unica di essere orientata esattamente verso il Nord. Questa Tomba dei giganti è del tipo con “facciata a filari”, tipica delle tombe dei giganti del Sud della Sardegna la facciata e l”esedra, ampia 10 m., sono costruite in muratura megalitica; nell”area sulla destra dell”esedra sono presenti tre “focolari rituali”, di forma circolare.
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Sepoltura di epoca nuragica di tipo dolmeico posta a poche centinaia di metri a sud est dell’omonimo nuraghe. Costruita con lastre ortostatiche infisse verticalmente e copertura con lastre orizzontali. Della tomba, parzialmente interrata, sono visibili alcune pietre che delimitavano il corridoio e l’ala sinistra dell’esedra. Al centro di quest’ultima, sulla fronte, è presente la parte inferiore della stele bilitica mentre un frammento di quella superiore, centinata, giace rovesciata sul corridoio.
Due tombe dei giganti a poche decine di metri di distanza reciproca
Tomba di giganti in pessime condizioni, si legge ancora bene la camera, l’esedra è parzialmente inglobata nel muro di recinzione. All’interno di un chiuso poco discosta dalla chiesetta campestre di Santa Cristina. Facilmente raggiungibile.
Prov: Oristano
Autore: Acrissantu per Wikimapia
Codice Geo: NUR11082
> Scheda Geoportale
Nascosta tra la vegetazione, rimane ben poco della tomba. tipologia a filari e per le pareti del vano funerario è stata utilizzata la tecnica isodoma; il monumento, orientato a Sud-Est, ha una lunghezza totale, misurata fino alla corda dell’esedra di m 7,60, ed una larghezza massima di m 3,15. parzialmente visibili un braccio della tomba e l’sedra.
I resti della tomba megalitica si trovano a ridosso di un muretto a secco che segue la linea ferroviaria, ad appena 200 metri a SE della stazione di Birori. Della tomba sono rilevabili, affioranti sul terreno, sette lastroni superstiti dell’esedra semicircolare (arco m. 9 – freccia m. 2.40) ed anche, ma solo parzialmente, il suo perimetro esterno (lungh. m. 9 – largh. m. 4.50); nulla si può dire, invece, del corridoio funerario e della stele centinata, la cui esistenza può ritenersi certa.
La tomba si presenta quasi sepolta da un consistente cumulo di terriccio e da pietre. Le pietre ortostatiche di base seguono quasi per intero il contorno perimetrale: esedra semicircolare (arco 10.40 – saetta m. 3.80) orizzontata a SE e con bracci che residuano di m. 6.66 a destra e m. 4.45 a sinistra; corpo rettangolare di m. 10.60 di lunghezza e m. 4.20 di larghezza all’incontro con le ali dell’esedra; corridoio funerario (lungh. m. 7.20 – largh. m. 1.10) delimitato da lastre ortostatiche.
Purtroppo la tomba è stata manomessa dai tombaroli.
Illustrata dal Lamarmora e dal Mackenzie che l’avevano vista quasi intatta, almeno nel profilo di pianta e definita dal Pinza “il prospetto del più bel sepolcro di giganti che si conosce in Sardegna”, la tomba di giganti di Imbertighe è ormai ridotta alla sola stele centinata e alle ali dell’esedra costituite da tre file di pietre.
Il monumento risulta abbastanza distrutto da un riuscitissimo ed indiscriminato intervento di spietramento. Al di sotto dei numerosi conci accatastati che ricoprono la struttura, sembrerebbe di poter distinguere il corridoio e un’ala dell’esedra. Tra i conci, (che indicano come la tipologia della tomba fosse a filari in opera isodoma) realizzati con molta cura, si possono osservare la c.d. stele a dentelli e alcuni elementi a profilo curvilineo pertinenti alla zona absidale.
Il monumento risulta abbastanza distrutto da un riuscitissimo ed indiscriminato intervento di spietramento. Al di sotto dei numerosi conci accatastati che ricoprono la struttura, sembrerebbe di poter distinguere il corridoio e un’ala dell’esedra. Tra i conci, (che indicano come la tipologia della tomba fosse a filari in opera isodoma) realizzati con molta cura, si possono osservare la c.d. stele a dentelli e alcuni elementi a profilo curvilineo pertinenti alla zona absidale.