Allocazione incerta, da definire. Petroglifo unico Sovrasta la parte alta del centro abitato di Baunei ricalca l’appellativo delle domus de janas. Si tratta di una raffigurazione costituita da un totale di 18 canalette poco profonde che si diramano da una conca principale profonda alcuni centimetri, per congiungersi a varie coppelle terminali disposte senza apparente criterio.
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In prossimità dei resti del nuraghe Sorres e di cinque domus de janas, sorge l’ex cattedrale di San Pietro di Sorres. Una chiesa romanica, monumento nazionale dal 1894, che si trova su un colle di origine vulcanica in territorio del comune di Borutta, piccolo centro del Meilogu, in provincia di Sassari in Sardegna.
Edificata tra il XII e il XIII secolo, fu cattedrale della non più esistente diocesi di Sorres fino al 1503. Dal 1950 la chiesa e l’attiguo monastero ospitano una comunità di monaci benedettini.
Sepoltura di epoca nuragica di tipo dolmeico posta a poche centinaia di metri a sud est dell’omonimo nuraghe. Costruita con lastre ortostatiche infisse verticalmente e copertura con lastre orizzontali. Della tomba, parzialmente interrata, sono visibili alcune pietre che delimitavano il corridoio e l’ala sinistra dell’esedra. Al centro di quest’ultima, sulla fronte, è presente la parte inferiore della stele bilitica mentre un frammento di quella superiore, centinata, giace rovesciata sul corridoio.
La tomba si presenta quasi sepolta da un consistente cumulo di terriccio e da pietre. Le pietre ortostatiche di base seguono quasi per intero il contorno perimetrale: esedra semicircolare (arco 10.40 – saetta m. 3.80) orizzontata a SE e con bracci che residuano di m. 6.66 a destra e m. 4.45 a sinistra; corpo rettangolare di m. 10.60 di lunghezza e m. 4.20 di larghezza all’incontro con le ali dell’esedra; corridoio funerario (lungh. m. 7.20 – largh. m. 1.10) delimitato da lastre ortostatiche.
Torre costiera difensiva edificata nel 1639 secondo Francesco Vico.
Il monumento risulta abbastanza distrutto da un riuscitissimo ed indiscriminato intervento di spietramento. Al di sotto dei numerosi conci accatastati che ricoprono la struttura, sembrerebbe di poter distinguere il corridoio e un’ala dell’esedra. Tra i conci, (che indicano come la tipologia della tomba fosse a filari in opera isodoma) realizzati con molta cura, si possono osservare la c.d. stele a dentelli e alcuni elementi a profilo curvilineo pertinenti alla zona absidale.
Il monumento risulta abbastanza distrutto da un riuscitissimo ed indiscriminato intervento di spietramento. Al di sotto dei numerosi conci accatastati che ricoprono la struttura, sembrerebbe di poter distinguere il corridoio e un’ala dell’esedra. Tra i conci, (che indicano come la tipologia della tomba fosse a filari in opera isodoma) realizzati con molta cura, si possono osservare la c.d. stele a dentelli e alcuni elementi a profilo curvilineo pertinenti alla zona absidale.
Il monumento risulta abbastanza distrutto da un riuscitissimo ed indiscriminato intervento di spietramento. Al di sotto dei numerosi conci accatastati che ricoprono la struttura, sembrerebbe di poter distinguere il corridoio e un’ala dell’esedra. Tra i conci, (che indicano come la tipologia della tomba fosse a filari in opera isodoma) realizzati con molta cura, si possono osservare la c.d. stele a dentelli e alcuni elementi a profilo curvilineo pertinenti alla zona absidale.
Nuraghe monotorre di cui residuano pochi filari coperti dalla vegetazione.
Probabile torre nuragica di cui residua solamente, oltre al cumulo di crollo, l’architrave dell’ingresso.
Nuraghe monotorre costituito da una camera con copertura a tholos integra e scala interna che collega i diversi livelli che formano la struttura complessa.
Il monumento è posto ad una ventina di metri da una seconda tomba di giganti e a circa 200 metri dal nuraghe omonimo, non è rilevabile nel perimetro esterno a causa del suo pessimo stato di conservazione.
Appartiene probabilmente a questa tomba, un frammento di stele centinata (altezza m. 0,46; larghezza m. 1,25) con cornice in rilievo, larga cm. 12 a sinistra e cm. 15/17 a destra, reimpiegato nella pavimentazione della vicina chiesa di Santa Sabina. (A. Moravetti)