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Domus de Janas Monte Airadu

Una volta che “strisciando” ci si è inoltrati all’interno, la tomba si manifesta in tutta la sua bellezza: colonna, protomi in bassorilievo, celle, anticelle, porta dell’aldilà, simboli e segni di una devozione arcaica che ci inebriano anima e spirito.

Domus de Janas Monte Airadu

Una volta che “strisciando” ci si è inoltrati all’interno, la tomba si manifesta in tutta la sua bellezza: colonna, protomi in bassorilievo, celle, anticelle, porta dell’aldilà, simboli e segni di una devozione arcaica che ci inebriano anima e spirito.

Domus de Janas Monte Airadu

Una volta che “strisciando” ci si è inoltrati all’interno, la tomba si manifesta in tutta la sua bellezza: colonna, protomi in bassorilievo, celle, anticelle, porta dell’aldilà, simboli e segni di una devozione arcaica che ci inebriano anima e spirito.

Domus de Janas Monte Airadu

Una volta che “strisciando” ci si è inoltrati all’interno, la tomba si manifesta in tutta la sua bellezza: colonna, protomi in bassorilievo, celle, anticelle, porta dell’aldilà, simboli e segni di una devozione arcaica che ci inebriano anima e spirito.

Tomba di Giganti Su Cuccuru Mannu

un singolare monumento funerario, un sepolcro preistorico interamemte scavato nella roccia. Scoperto non molti anni fa, gli archeologi lo considerano un sepolcro collettivo ascrivibile alla fine del bronzo medio e viene pertanto ricompreso fra le tombe di giganti di età nuragica. La sua struttura è però completamente differente rispetto alla tipologia solita delle tombe di giganti, sia di quelle a filari che di quelle con stele.

Domus de Janas S’Incantu o Monte Siseri

Il sepolcreto di Monte Siseri è costituito da quattro domus de janas ricavate in un affioramento di roccia tufacea situato alle falde del monte da cui la necropoli prende il nome. Fra queste spicca quella conosciuta come “tomba dell’architettura dipinta” o “de s’incantu” (dell’incanto) – una delle più spettacolari della Sardegna – nella quale la qualità delle decorazioni presenti mostrano l’elevato grado artistico raggiunto durante il Neolitico dall’arte ipogeica sarda.
La domus, il cui ingresso è preceduto da un lungo corridoio, il dromos, ha sezione planimetrica a T: è formato da una piccola anticella quadrangolare che, attraverso un portello, immette in un ampio vano rettangolare; qui, nelle pareti laterali si aprono due cellette.