62) SACERDOTE ORANTE ED OFFERENTE
Nome: sacerdote (?) orante ed offerente
Dimensioni: altezza 12 cm
Aspetto e vestiario: la statuina poggia su un perno cilindrico che originariamente era fissato alla tavola dell’offerta. I piedi della figura sono riuniti, come le gambe, in un unico indifferenziato blocco a pilastrino e le dita dei piedi, segnate da brevi incisioni, se viste frontalmente sembrano una corona dentata continua. Il personaggio indossa sul capo un cappello del tipo a “tutulo” presente anche in un altro bronzetto (che prima o poi schederemo). Il corpo è avvolto in una tunica semplice e liscia che scende fino all’altezza delle ginocchia. Il mantello è allacciato al petto mediante un fermaglio ed è raccolto nella parte inferiore; in alto mostra una sorta di alto colletto che circonda e protegge il collo e la nuca (come il bavero rialzato di un cappotto, dice Lilliu). Il colletto è segnato da cinque giri o avvolgimenti in rilievo sovrapposti, potrebbe essere una sorta di cappuccio incompleto, infatti copre la nuca lasciando scoperte le orecchie e il viso tranne le tempie è una parte delle guance.
Il personaggio protende una piccola ciotola con la mano sinistra e con la destra saluta (o benedice?) col braccio teso orizzontalmente, secondo lo schema utilizzato anche in altri bronzetti del gruppo definito “mediterraneizzante”.
Ma la cosa più interessante è il volto: occhi a globetto molto sporgenti, bocca incisa con tratto brutale, naso adunco.
Luogo di ritrovamento: Arzachena (OT), terrazzo t del nuraghe Albucciu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: di questo bronzetto Lilliu indica un datazione: VII-VI secolo a. C.
Curiositá: L’aspetto e lo strano vestiario lasciano Lilliu dubbioso: si tratta di un mantello sacerdotale oppure “lo strano imbacuccamento suggerisce l’ immagine di una persona indisposta o convalescente che fa l’offerta propiziatrice o di ringraziamento per la sua salute”? …. Chissà…
Fotografie di B. Auguadro
Immagine di tavola delle offerte con bronzetti presa dai pannelli esplicativi del museo Sanna di Sassari
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
#immagini: 693
62) SACERDOTE ORANTE ED OFFERENTE
Nome: sacerdote (?) orante ed offerente
Dimensioni: altezza 12 cm
Aspetto e vestiario: la statuina poggia su un perno cilindrico che originariamente era fissato alla tavola dell’offerta. I piedi della figura sono riuniti, come le gambe, in un unico indifferenziato blocco a pilastrino e le dita dei piedi, segnate da brevi incisioni, se viste frontalmente sembrano una corona dentata continua. Il personaggio indossa sul capo un cappello del tipo a “tutulo” presente anche in un altro bronzetto (che prima o poi schederemo). Il corpo è avvolto in una tunica semplice e liscia che scende fino all’altezza delle ginocchia. Il mantello è allacciato al petto mediante un fermaglio ed è raccolto nella parte inferiore; in alto mostra una sorta di alto colletto che circonda e protegge il collo e la nuca (come il bavero rialzato di un cappotto, dice Lilliu). Il colletto è segnato da cinque giri o avvolgimenti in rilievo sovrapposti, potrebbe essere una sorta di cappuccio incompleto, infatti copre la nuca lasciando scoperte le orecchie e il viso tranne le tempie è una parte delle guance.
Il personaggio protende una piccola ciotola con la mano sinistra e con la destra saluta (o benedice?) col braccio teso orizzontalmente, secondo lo schema utilizzato anche in altri bronzetti del gruppo definito “mediterraneizzante”.
Ma la cosa più interessante è il volto: occhi a globetto molto sporgenti, bocca incisa con tratto brutale, naso adunco.
Luogo di ritrovamento: Arzachena (OT), terrazzo t del nuraghe Albucciu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: di questo bronzetto Lilliu indica un datazione: VII-VI secolo a. C.
Curiositá: L’aspetto e lo strano vestiario lasciano Lilliu dubbioso: si tratta di un mantello sacerdotale oppure “lo strano imbacuccamento suggerisce l’ immagine di una persona indisposta o convalescente che fa l’offerta propiziatrice o di ringraziamento per la sua salute”? …. Chissà…
Fotografie di B. Auguadro
Immagine di tavola delle offerte con bronzetti presa dai pannelli esplicativi del museo Sanna di Sassari
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
63) GUERRIERO ORANTE CON SCUDO SULLE SPALLE
Nome: guerriero orante con scudo sulle spalle
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 12,5 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero stringe con la mano sinistra un lungo stocco con l’impugnatura “a manubrio” e con la lama inspessita da una costolatura mediana; lo stocco è appoggiato sulla spalla sinistra e tramite una cordicella sospende uno scudo sulle spalle. Il braccio destro, in parte mancante, probabilmente era alzato per porgere il saluto devozionale.
Indossa un elmo con brevi corna e un rigido colletto a protezione della gola; una doppia tunica aderente a cui si sovrappone una pezza longitudinale, forse di cuoio, decorata nel mezzo da tre bande decorate con striature (due superiori decorate a spina di pesce, una inferiore segnata da fitte incisioni verticali e parallele).
Sul petto spicca, portato a tracolla, il noto pugnale ad essa gammata.
Ai polpacci porta schinieri, i piedi sono nudi come le cosce. Sul dorso porta lo scudo decorato con disegno ornamentale: una raggera fitta di striature che partono dall’umbone centrale.
Il viso ha i tratti molto accentuati: si nota lo schema a T di sopracciglia e naso, occhi fortemente sporgenti, curiosamente resi in modo diverso tra loro. Il destro è a bulbo cerchiato da un rilievo (palpebre in risalto), sinistro a bulbo
Contornato da incisione periferica. La bocca è piccola con un accenno di labbra, le orecchie sono leggermente pronunciate.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: le corna e lo stocco sono spuntati, il braccio destro è rotto, spezzata la gamba destra sotto il ginocchio e la sinistra al piede
Curiositá: le protezioni indossate dal guerriero sono rappresentate finemente:
– schinieri: sono ben visibili i singoli anelli delle strisce di cuoio girate intorno ai polpacci
– colletto paragola: alto e rigido colletto di cuoio (o metallo) chiuso dietro la nuca
Fotografie di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
63) GUERRIERO ORANTE CON SCUDO SULLE SPALLE
Nome: guerriero orante con scudo sulle spalle
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 12,5 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero stringe con la mano sinistra un lungo stocco con l’impugnatura “a manubrio” e con la lama inspessita da una costolatura mediana; lo stocco è appoggiato sulla spalla sinistra e tramite una cordicella sospende uno scudo sulle spalle. Il braccio destro, in parte mancante, probabilmente era alzato per porgere il saluto devozionale.
Indossa un elmo con brevi corna e un rigido colletto a protezione della gola; una doppia tunica aderente a cui si sovrappone una pezza longitudinale, forse di cuoio, decorata nel mezzo da tre bande decorate con striature (due superiori decorate a spina di pesce, una inferiore segnata da fitte incisioni verticali e parallele).
Sul petto spicca, portato a tracolla, il noto pugnale ad essa gammata.
Ai polpacci porta schinieri, i piedi sono nudi come le cosce. Sul dorso porta lo scudo decorato con disegno ornamentale: una raggera fitta di striature che partono dall’umbone centrale.
Il viso ha i tratti molto accentuati: si nota lo schema a T di sopracciglia e naso, occhi fortemente sporgenti, curiosamente resi in modo diverso tra loro. Il destro è a bulbo cerchiato da un rilievo (palpebre in risalto), sinistro a bulbo
Contornato da incisione periferica. La bocca è piccola con un accenno di labbra, le orecchie sono leggermente pronunciate.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: le corna e lo stocco sono spuntati, il braccio destro è rotto, spezzata la gamba destra sotto il ginocchio e la sinistra al piede
Curiositá: le protezioni indossate dal guerriero sono rappresentate finemente:
– schinieri: sono ben visibili i singoli anelli delle strisce di cuoio girate intorno ai polpacci
– colletto paragola: alto e rigido colletto di cuoio (o metallo) chiuso dietro la nuca
Fotografie di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
64) STATUETTA DI DEVOTO
Nome: statuetta di devoto
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 16 cm
Aspetto e vestiario: la figura alza il braccio destro porgendo con la mano il saluto devozionale, con la mano sinistra probabilmente reggeva un’offerta. Indossa sul capo una papalina, sul corpo una doppia tunica aderente con maniche a metà braccio, cosce e gambe sono nude. L’elemento superiore della veste mostra una breve frangia con taccheggiature verticali sul contorno.
Sul petto porta il solito pugnale a elsa gammata.
Luogo di ritrovamento: Fluminimaggiore (CA), località Antas
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: spezzati il braccio sinistro e le gambe alle caviglie
Curiositá: la stessa “papalina”, dice Lilliu, é visibile anche in altri bronzetti:
– negli arcieri saettanti con grembiule corazzato di tipo orientale, definita “elmetto a calotta emisferica”
– in vari Capi tribù, come piccola berretta a bassa calotta aderente ai capelli
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
65) STATUINA DI ORANTE
Nome: statuina di orante
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza residua 11,7 cm
Aspetto e vestiario: la testa, grossa e imponente, é ricoperta da una calottina. Il volto è ovale e pieno, i lineamenti sono decisi. L’arcata sopraccigliare é segnata da una incisione a cui aderisce il naso, dritto e lungo. Gli occhi sono “a mandorla”, le orecchie a dischetto, la bocca piccola, il collo é sottile in basso e largo verso l’alto come per sostenere la pesante testa.
Il corpo è avvolto da due indumenti attillati, lunghi fino alle cosce. Sulla spalla sinistra è posta a tracolla la bandoliera in pelle da cui scende obliquo il tipico pugnale a elsa gammata, qui rappresentato con proporzioni alterate, custodito dentro una guaina in cuoio che lascia vedere in trasparenza la lama con nervatura mediana.
La mano destra é sollevata all’altezza del collo e porge il saluto devozionale, la mano sinistra è mancante e reggeva probabilmente un ex-voto.
Luogo di ritrovamento: Serri (NU), località Santa Vittoria, dal recinto del “tempio ipetrale”
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: mancanti i piedi, parte delle gambe, la mano e l’avambraccio sinistro
Curiositá: i due indumenti attillati non sono la solita doppia tunica già vista in altri bronzetti ma sono costituiti da:
– (sotto) una tunica senza maniche, aperta sul davanti con l’orlo anteriore un po’ rialzato
– (sopra) una giacca in pelle senza maniche e con i lembi che si chiudono sul fianco sinistro.
Fotografia di G. Exana
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
66) DONNA OFFERENTE o CERIMONIANTE
Nome: Donna offerente o cerimoniante
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 12,5 cm
Aspetto e vestiario: la lunga veste che ricopre l’intera figura fa pensare che si tratti di una figura femminile, probabilmente una sacerdotessa o una matrona aristocratica. Il personaggio è in piedi: con la mano destra sollevata all’altezza del mento porge il saluto devozionale, con la mano sinistra tiene alzata, quasi in equilibrio precario, una ciotola emisferica. I piedi sono nudi, quasi uniti; le mani sono piccole. Indossa sul capo un tutulo conico che in origine aveva la falda accentuata, ora mancante per rottura (ne resta traccia sul lato posteriore).
Il dettaglio che colpisce maggiormente è la “gorgiera di cuoio o di stoffa che imprigiona il collo fino al mento” allargandosi nell’estremità inferiore in una pettorina semicircolare.
Il vestito indossato é composto da una tunica stretta lunga fino alle caviglie e da un abito attillato sovrapposto. Sulle spalle è indossato un mantello lungo fino all’orlo inferiore della veste che copre anche le braccia lasciando liberi gli avambracci; esso è decorato nella parte superiore da un’applicazione semicircolare che circonda il collo segnata da larghe incisioni verticali e parallele, al di sotto c’é una fascia decorativa orizzontale con motivo a spighetta.
Il volto é spigoloso, con gli zigomi marcati; sulla nuca i capelli sono evidenziati con motivi a spina di pesce; gli occhi sono a grosso bulbo, il taglio della bocca è tenue, le orecchie appena accennate. Sopracciglia e naso sono molto scolpiti.
Luogo di ritrovamento: Lanusei (NU), località Funtana Padenti de Baccai, oggi nota come Seleni.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: la statuina é stata ritrovata in un rudere di nuraghe(?) vicino a un pozzo sacro, insieme a altri bronzetti, a oggetti ornamentali di bronzo e monete di età punica (quindi più tardive).
Curiositá: due sono i dettagli curiosi in questo bronzetto.
1) la ciotola è sollevata in modo obliquo, come se si volesse far colare il liquido contenuto (Lilliu propende per un liquido perchè nella ciotola non è rappresentato nessun elemento solido). Ciò fa dunque pensare a una libagione in onore della divinità.
In molti popoli ancora oggi è usanza versare del liquido come offerta: i popoli nomadi della Mongolia ad esempio versano del latte a terra con una ciotola prima di un viaggio come rito propiziatorio di buona fortuna o come gesto di accoglienza in caso di arrivo di uno straniero.
2) l’indumento rigido che fascia il collo e sembra quasi soffocare la figura mostra una chiusura alla nuca ottenuta con piccoli lacci segnati da breve tacche e sul davanti intorno al collo e sullo sterno é decorato da una serie di rigature orizzontali sovrapposte concentricamente.
Anche se con significato del tutto differente, ricorda un po’ i collari indossati ancora oggi da alcune donne appartenenti a etnie tribali della Thailandia (le “donne giraffa”).
Fotografia del bronzetto di R.S. Roberto dal gruppo “Viaggio nelle antichità della Sardegna”.
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
67) GUERRIERO ORANTE CON SCUDO SULLE SPALLE SOSPESO A STOCCO
Nome: guerriero orante con scudo sulle spalle sospeso a stocco
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 18 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero stringe con la mano sinistra uno stocco appoggiato sulla spalla che regge sul dorso uno scudo. Il braccio destro è piegato al gomito e alzato per porgere il saluto devozionale.
Indossa un elmo a cresta con lunghe corna protese in avanti e in alto curvate. Le punte delle corna sono appiattite e unite. Il guerriero veste una tunica semplice aderente e liscia che copre le anche e lascia scoperte le gambe.
Sul petto spicca, portato a tracolla, il noto pugnale ad essa gammata.
Sulle spalle porta lo scudo rotondo con umbone centrale, decorato con disegno ornamentale a quattro riquadri.
Il viso ha i lineamenti delicati, a parte il naso acuto e sporgente. Gli occhi a globuletto sono piccoli e contornati da un tenue rilievo circolare, la bocca è minuta, appena accennata sul mento dritto e squadrato. Le orecchie sono molto grosse e ritratte indietro sulla nuca.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: la figura ha i piedi divaricati ciascuno saldato sulla forcella del perno cilindrico che veniva immerso nel piombo e saldato poi sulla tavola delle offerte
Curiositá: Lilliu nota che il corpo e in particolare la posizione delle braccia è reso con accuratezza, compostezza e ordine. Sono evidenziati, sulle gambe, persino i polpacci. Tuttavia rileva anche le misure esagerate dei piedi, con la forma a tavoletta e lunghe dita, che risultano di poco più corti delle gambe.
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
68) SUONATORE DI FLAUTO ITIFALLICO DI ITTIRI
Nome: aulete o suonatore di flauto nudo e itifallico, seduto
Professione: suonatore
Dimensioni: altezza 8 cm
Aspetto e vestiario: La statuetta – presumibilmente un ex-voto esposto in un tempio – rappresenta un personaggio maschile, un Aulete o un suonatore di flauto, raffigurato nudo ed in posizione assisa. Di stile Barbaricino-mediterraneizzante, essa presenta gambe appena delineate da una solcatura mediana, nelle quali s’innesta, con linea flessuosa ed armonica, il tronco e, in questo, la testa, senza soluzione di continuità.
La testa, a calotta sferica, è coperta da una berretta della medesima forma, ben distinta dal cranio. Sul volto, caratterizzato da occhiaie enormi, profonde e vuote, spicca la bocca larga, tesa nel soffiare in un flauto a tre canne, simile alle launeddas, strumento oggi presente nella Sardegna centro-meridionale ed usato nelle cerimonie religiose e civili soprattutto per accompagnare le danze folkloristiche.
Molto evidenziati appaiono alcuni particolari anatomici come le mammelle e, con cura dei dettagli, il membro virile. Quest’ultimo, di fatto, per il suo marcato risalto si presenta come elemento centrale e concettualmente significativo della composizione figurativa. Esso, infatti, suggerisce connessioni con la religione nuragica, modellata sulla natura feconda.
Esprime pertanto un erotismo di carattere sacro, sollecitato dal suono stesso del flauto e dal ritmo delle danze che si svolgevano intorno, per ottenere il favore degli dei largitori di messi, di bestiame e prole in abbondanza.
Luogo di ritrovamento: Ittiri (SS). S. Cau ci segnala che venne rinvenuto nei pressi della necropoli di “sa figu”, vicino alla chiesa di San Maurizio.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il supporto sul quale il bronzetto era seduto probabilmente era realizzato in legno o altro materiale deperibile dove la figurina veniva appoggiata temporaneamente, prima di finire con le altre – dice Lilliu – forse gettata via o probabilmente riutilizzata per successive fusioni.
Curiositá: il flauto a tre canne ricorda le launeddas, strumento ancora oggi utilizzato in Sardegna. Questo strumento è suonato utilizzando la tecnica della respirazione circolare, che permette di non avere pause nel l’immissione del fiato all’interno dello strumento; questo fa sì che il suono prodotto non abbia interruzioni.
La stessa tecnica della respirazione circolare é utilizzata ancora oggi dagli aborigeni australiani per suonare il didjiridoo (strumento musicale ricavato da ramo di eucalipto e riservato solo agli uomini).
Altra curiosità (fonte F. Cannas): In epoca fascista il bronzetto fu censurato come in fotografia.
Fotografie del bronzetto di F. Cannas dal gruppo “Archeologia della Sardegna”.
Descrizione tratta dal sito dell’associazione musicale “IIttiri Cannedu” e da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
68) SUONATORE DI FLAUTO ITIFALLICO DI ITTIRI
Nome: aulete o suonatore di flauto nudo e itifallico, seduto
Professione: suonatore
Dimensioni: altezza 8 cm
Aspetto e vestiario: La statuetta – presumibilmente un ex-voto esposto in un tempio – rappresenta un personaggio maschile, un Aulete o un suonatore di flauto, raffigurato nudo ed in posizione assisa. Di stile Barbaricino-mediterraneizzante, essa presenta gambe appena delineate da una solcatura mediana, nelle quali s’innesta, con linea flessuosa ed armonica, il tronco e, in questo, la testa, senza soluzione di continuità.
La testa, a calotta sferica, è coperta da una berretta della medesima forma, ben distinta dal cranio. Sul volto, caratterizzato da occhiaie enormi, profonde e vuote, spicca la bocca larga, tesa nel soffiare in un flauto a tre canne, simile alle launeddas, strumento oggi presente nella Sardegna centro-meridionale ed usato nelle cerimonie religiose e civili soprattutto per accompagnare le danze folkloristiche.
Molto evidenziati appaiono alcuni particolari anatomici come le mammelle e, con cura dei dettagli, il membro virile. Quest’ultimo, di fatto, per il suo marcato risalto si presenta come elemento centrale e concettualmente significativo della composizione figurativa. Esso, infatti, suggerisce connessioni con la religione nuragica, modellata sulla natura feconda.
Esprime pertanto un erotismo di carattere sacro, sollecitato dal suono stesso del flauto e dal ritmo delle danze che si svolgevano intorno, per ottenere il favore degli dei largitori di messi, di bestiame e prole in abbondanza.
Luogo di ritrovamento: Ittiri (SS). S. Cau ci segnala che venne rinvenuto nei pressi della necropoli di “sa figu”, vicino alla chiesa di San Maurizio.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il supporto sul quale il bronzetto era seduto probabilmente era realizzato in legno o altro materiale deperibile dove la figurina veniva appoggiata temporaneamente, prima di finire con le altre – dice Lilliu – forse gettata via o probabilmente riutilizzata per successive fusioni.
Curiositá: il flauto a tre canne ricorda le launeddas, strumento ancora oggi utilizzato in Sardegna. Questo strumento è suonato utilizzando la tecnica della respirazione circolare, che permette di non avere pause nel l’immissione del fiato all’interno dello strumento; questo fa sì che il suono prodotto non abbia interruzioni.
La stessa tecnica della respirazione circolare é utilizzata ancora oggi dagli aborigeni australiani per suonare il didjiridoo (strumento musicale ricavato da ramo di eucalipto e riservato solo agli uomini).
Altra curiosità (fonte F. Cannas): In epoca fascista il bronzetto fu censurato come in fotografia.
Fotografie del bronzetto di F. Cannas dal gruppo “Archeologia della Sardegna”.
Descrizione tratta dal sito dell’associazione musicale “IIttiri Cannedu” e da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
69) DONNA OFFERENTE
Nome: donna offerente
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 11,7 cm
Aspetto e vestiario: la figura femminile é rappresentata frontalmente, dritta su perno bronzeo a fusto cilindrico. Con la mano destra, alzata in avanti col palmo rivolto verso il basso, porge il saluto devozionale; con la mano sinistra regge una ciotola troncoconica ornata all’interno con striature a raggiera.
Indossa una lunga veste e una sottoveste, strette lungo i fianchi e allargate all’orlo inferiore. Le braccia sono coperte solo dal manto accollato cadente dalle spalle ai piedi. Sul retro, il manto è decorato nella parte superiore con tre fasce orizzontali limitate da linee incise e riempite da trattini verticali e paralleli tra di loro; il mantello è ornato anche nel risvolto sulle braccia, continuando le bande tratteggiate del dorso.
La testa è avvolta, nella metà posteriore, da un velo che scende sulla nuca e si nasconde sotto il manto. Nel viso è molto marcato il naso che sporge a punta; gli occhi risaltano e sono globetto. La bocca, segnata da una breve incisione, accenna al pronunciamento del labbro inferiore sopra il mento sfuggente. Le orecchie sono disegnate con un tenue rilievo sotto il velo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: per Lilliu questo bronzetto è meno curato rispetto ad altri più distinti e preziosi, forse un prodotto di copia di pezzi migliori, più ricercati e costosi. I piedi, uniti sui talloni e aperti sulle punte malformate, hanno dita abbozzate soltanto nel piede destro mentre il sinistro non è che una placchetta informe.
Curiositá: i segni riscontrati sul manto di questo e di altri bronzetti sono davvero solo elementi decorativi o potevano avere un significato differente? Attendiamo il parere degli esperti ?
Nel frattempo segnaliamo, a puro titolo informativo, che – secondo alcuni appassionati di alfabeto Ogham (da Wikipedia: trattasi di scrittura che non utilizzava lettere ma incisioni e linee ed era in uso soprattutto per trascrivere antiche lingue celtiche) – questi segni potrebbero essere una vera e propria scritta.
Fotografia del bronzetto di B. Auguadro
Descrizione e immagini del bronzetto tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
70) ARCIERE SU SCHEMA BICERVIDE INFISSO SU STOCCO
Nome: arciere su schema bicervide infisso su stocco
Dimensioni: altezza totale 113 cm – altezza arciere 14 cm
Aspetto e vestiario: lo schema è infisso sulla punta di uno stocco dalla lunga lama sottile ma elastica e resistente; esso è costituito da una statuina di arciere in piedi su una lastra laminare a duplice protome di cervo. I piedi della statuina sono saldati alla lastra, le gambe sono distanziate in posizione di riposo. La mano destra è alzata nell’atto di devozione e la mano sinistra impugna l’arco appoggiandolo per maggiore comodità alla spalla. Sul capo indossa l’elmo “con le lunghe corna erette, con cresta frontale (un abbozzo di visiera?) e un anello nella parte superiore (ritenuto un appiccagnolo)” dice Lilliu. L’arciere indossa un triplice indumento: due tuniche e un corpetto. La tunica superiore e il corpetto proseguono sul collo in due stretti avvolgimenti di protezione; sempre intorno al collo gira inoltre una sorta di “giustacuore” dal quale pende, sul davanti, la solita piastra protettiva che difendeva lo stomaco dai colpi del nemico. Sul dorso, il consueto gruppo vasetto-faretra-spada (si vedano le precedenti descrizioni di arciere già pubblicate in questa pagina Nurnet “Bronzetti nuragici” ?).
La difesa del guerriero è completata con gambiere che coprono gli stinchi modellati a spigolo: le gambiere mostrano la placca ovale che protegge le tibie e al polpaccio si notano le strette stringhe di pelle, concentriche e sovrapposte, rese con rigature e rilievi alternati.
Sulla testa si notano i capelli – schematizzati – che emergono con frangetta frontale sotto l’elmo e sulla nuca. Il viso è allargato alle tempie e ristretto al mento; il taglio degli occhi, perfettamente rotondo, è contornato dal rilievo delle palpebre. Naso e sopracciglia tratteggiate sono rese con il solito stilismo a T, la bocca è piccola e il mento sfumato nel collo fortemente scolpito.
La protome cervina è formata da due mezzi corpi di cervi con ampio palco di corna che mostrano ciascuno due zampe, modellate a bastoncelli sottili. I colli dei cervi sono lunghissimi e stirati, avvolti da anellini concentrici che sembrano rappresentare una vera legatura.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), località Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Teti
Segni particolari: nel libro di Lilliu del 1966 il bronzetto é raffigurato con corno sinistro rotto, corda dell’arco e mano destra mancanti; corna della protome cervina di destra e zampa della protome sinistra rotte.
Tuttavia il bronzetto appare oggi con entrambe le corna dell’elmo mancanti… è quindi avvenuto negli anni un ulteriore danneggiamento?
Curiositá: la spada originaria é stata sostituita, durante un restauro negli anni ’60, con altra spada che mostra il tallone immerso nel bolo di piombo che la fissava alla pietra di offerta. Anche la spada originaria sicuramente aveva la piombatura al tallone perchè fra i 73 stocchi ritrovati nel ripostiglio di Abini, 22 conservavano la saldatura plumbea che li fissava – con la punta all’insù – alle tavole d’offerta (pietre che furono rinvenute sul posto, nell’area di un tempio delle acque).
Il significato di questo oggetto non è ancora chiaro, queste sono le possibili ipotesi riportate da Lilliu:
– immagine di una divinità della guerra
– guerriero che volle effigiare se stesso e due cervi sacrificati in onore della divinità
– rappresentazione di ” magia di caccia” (il doppio sostitutivo dei cervi che si intendevano catturare e poi sacrificare, forse come ringraziamento per una vittoria in guerra)
Fotografia del bronzetto di M. Pasqua Meloni dal gruppo “Testimonianze e creatività sulla Sardegna antica”
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO