Uno dei numerosissimi dolmen presenti nel territorio sardo. I dolmen (dal bretone tol-men, tavola di pietra), sono monumenti funerari eretti presumibilmente nel corso del neolitico recente e l’eneolitico antico (3400-2700 a.C.)
#immagini: 34445
Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.
Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.
Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.
Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.
Uno degli svariati nuraghi che caratterizzano la così detta “Valle dei Nuraghi”: una denominazione moderna, coniata nel XX secolo, che definisce un’area del Logudoro Meilogu, in Sardegna, estesa nei territori dei comuni di Torralba, Giave, Bonorva, Mores, Thiesi, Bonnanaro, Borutta, Cheremule e Ittireddu.
Sul pianoro, a 10 metri a nord del ciglione, a 13 metri a ovest del pozzo di illuminazione dell’ipogeo VI (necropoli di Sant’Andrea Priu), s’innalza una singolare rupe, certamente già interessante -come aspetto – per natura, ma resa ancora di più dall’intervento dell’uomo. È quello che comunemente veniva indicato come “campanile”. Il Taramelli lo riteneva un masso trachitico, sporgente dalla sommità del banco, ritagliato esternamente ed internamente traforato da una cella ipogeica le cui pareti furono sfondate. Non di rado si è pensato ad un monumentale “toro”, una scultura che sarebbe ora mutila della testa, ma – in realtà – non si notano fratture, almeno di dimensioni tali da autorizzare l’accoglimento dell’ipotesi.
Inizialmente dei probabili ripari sottoroccia sono diventati domus all”occorrenza con l”apporto di relative modifiche. Ve ne sono altre da rilevare. Il territorio circostante è ricco di fossili e di formazioni calcaree.
Inizialmente dei probabili ripari sottoroccia sono diventati domus all”occorrenza con l”apporto di relative modifiche. Ve ne sono altre da rilevare. Il territorio circostante è ricco di fossili e di formazioni calcaree.
Inizialmente dei probabili ripari sottoroccia sono diventati domus all”occorrenza con l”apporto di relative modifiche. Ve ne sono altre da rilevare. Il territorio circostante è ricco di fossili e di formazioni calcaree.